Viva Sinner, ma il tennis di oggi non ha la fantasia dei Borg e dei McEnroe
10-09-2024 23:12 - Opinioni
di Damiano Vezzosi
Ho visto in tv semifinale e finale di Sinner a New York, tifando ed esultando. È un grande campione e mi sembra anche una bella persona. Però queste due partite mi hanno lasciato la sensazione che avevo ragione una ventina di anni fa, a fare ciò che feci.
Flashback. Io ho visto in diretta tv le due finali di Wimbledon fra McEnroe e Borg, tifando in modo sfegatato per l’americano per via del suo gioco fantasioso e imprevedibile e perché l’altro, va detto, era simpatico come un mal di denti. Sì, sono uno dei fortunati che sono cresciuti con McEnroe e Villeneuve.
Da allora e per alcuni decenni il tennis è stato uno dei miei sport preferiti. Ne ho guardato tantissimo in tv, negli anni in cui il tennis in tv era dominato dalla coppia di commentatori Tommasi-Clerici. Dopo McEnroe, sono stato tifoso di Edberg, di Sampras e di Steffi Graf (quella dell’ultimo grande slam, 1988). In quegli anni i tennisti italiani di spicco erano Camporese e Canè (non so se rendo l’idea). Nonostante tutto, era più facile trovare un socialista onesto che immaginare un tennista italiano nei primi 10 del mondo. Chi c’era, capisce la forza del paragone.
Durante quelle telecronache Gianni Clerici, uno dei migliori giornalisti di tennis al mondo (non lo dico io, lo diceva il mondo) raccontava spesso una storia delle Major League Baseball americane. Anche il baseball professionistico aveva iniziato a utilizzare mazze realizzate con gli stessi materiali delle nuove racchette da tennis (grafite, kevlar, eccetera). Tuttavia il numero dei fuoricampo era cresciuto così tanto che la MLB, capito che i materiali stavano snaturando il gioco, le aveva vietate. Erano tornati al legno, che usano tutt’ora. Secondo Clerici i nuovi materiali con cui venivano realizzate le racchette stavano rovinando anche il tennis, che avrebbe dovuto imitare il baseball, vietandole.
A me sul momento sembrava un po’ un’esagerazione, ma il tempo – in questo caso galantuomo come lui – mi sembra gli abbia dato ragione. Il tennis è diventato troppo muscolare, diciamo quasi esclusivamente muscolare. La forza ha ucciso la fantasia e, parere personale, il gioco è diventato noioso. La violenza dei colpi lascia poco spazio e tempo alla creatività e le partite mi sembrano tanto, troppo monotone. Non riesco proprio a stare tre o quattro ore a guardarne una. Questo da un bel po’ di tempo. Per quantificare, ho saltato a piè pari l’era della triade Federer - Nadal - Djokovic.
Quindi, da italiano mi fa molto piacere che Sinner vinca e gli auguro moltissimi titoli dello slam. Wimbledon in particolare, perché ritengo che quel torneo abbia un fascino ineguagliabile. Però credo che ne guarderò poco.
Flashback. Io ho visto in diretta tv le due finali di Wimbledon fra McEnroe e Borg, tifando in modo sfegatato per l’americano per via del suo gioco fantasioso e imprevedibile e perché l’altro, va detto, era simpatico come un mal di denti. Sì, sono uno dei fortunati che sono cresciuti con McEnroe e Villeneuve.
Da allora e per alcuni decenni il tennis è stato uno dei miei sport preferiti. Ne ho guardato tantissimo in tv, negli anni in cui il tennis in tv era dominato dalla coppia di commentatori Tommasi-Clerici. Dopo McEnroe, sono stato tifoso di Edberg, di Sampras e di Steffi Graf (quella dell’ultimo grande slam, 1988). In quegli anni i tennisti italiani di spicco erano Camporese e Canè (non so se rendo l’idea). Nonostante tutto, era più facile trovare un socialista onesto che immaginare un tennista italiano nei primi 10 del mondo. Chi c’era, capisce la forza del paragone.
Durante quelle telecronache Gianni Clerici, uno dei migliori giornalisti di tennis al mondo (non lo dico io, lo diceva il mondo) raccontava spesso una storia delle Major League Baseball americane. Anche il baseball professionistico aveva iniziato a utilizzare mazze realizzate con gli stessi materiali delle nuove racchette da tennis (grafite, kevlar, eccetera). Tuttavia il numero dei fuoricampo era cresciuto così tanto che la MLB, capito che i materiali stavano snaturando il gioco, le aveva vietate. Erano tornati al legno, che usano tutt’ora. Secondo Clerici i nuovi materiali con cui venivano realizzate le racchette stavano rovinando anche il tennis, che avrebbe dovuto imitare il baseball, vietandole.
A me sul momento sembrava un po’ un’esagerazione, ma il tempo – in questo caso galantuomo come lui – mi sembra gli abbia dato ragione. Il tennis è diventato troppo muscolare, diciamo quasi esclusivamente muscolare. La forza ha ucciso la fantasia e, parere personale, il gioco è diventato noioso. La violenza dei colpi lascia poco spazio e tempo alla creatività e le partite mi sembrano tanto, troppo monotone. Non riesco proprio a stare tre o quattro ore a guardarne una. Questo da un bel po’ di tempo. Per quantificare, ho saltato a piè pari l’era della triade Federer - Nadal - Djokovic.
Quindi, da italiano mi fa molto piacere che Sinner vinca e gli auguro moltissimi titoli dello slam. Wimbledon in particolare, perché ritengo che quel torneo abbia un fascino ineguagliabile. Però credo che ne guarderò poco.