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Verso le elezioni: e se la soluzione arrivasse dal governo?

02-09-2023 09:25 - Opinioni
Le grandi manovre sono iniziate. In silenzio, ma qualcosa si muove. Nel centrosinistra, qualche prova è stata fatta anche pubblicamente. Il dibattito, organizzato in una delle giornate del Dem festival, tra Pd, Azione e Sinistra italiana, era un modo per capire quali temi potevano unire e quali dividere in vista di una delle possibili unioni elettorali per le prossime amministrative.

A destra, le ammissioni di Andrea Poggianti, rilasciate ieri mattina a Clebs, sugli approcci tentati (inutilmente, per ora), con Azione e quelli, in chiave ottimistica, avuti con Italia viva, ci dicono che i cantieri della politica, a dispetto delle vacanze estive, sono sempre rimasti aperti.

C'è poi la sinistra-sinistra: è impegnata nella raccolta delle firme per il Referendum tutto empolese per dire no all'ingresso in Borsa della Multiutility dei servizi. E' un modo, anche questo, per aggregarsi e per fare la conta delle proprie forze. Un'esperienza che può tornare utile per il cammino verso le urne del 2024.

E poi ci sono le possibili liste civiche: ogni tentativo di aggregazione, in qualsiasi campo, in questo periodo rischia di passare come un tentativo di mettere in piedi una lista per appoggiare questo o quel candidato. L'esperienza della raccolta di firme, attraverso un gruppo social, come Trasparenza per Empoli potrebbe esserlo.

Questa è Empoli, che nella passata tornata elettorale ha avuto un ruolo e un peso determinante per l'esito delle elezioni, al punto da guadagnare tre assessorati e qualche incarico istituzionale e nella società civile, deve fare i conti con una spinta propulsiva che non può essere la stessa.

Nel campo dei moderati in città ci sono praterie da conquistare. C'è chi si auspica la nascita di una lista che non faccia riferimento ad alcun partito e che possa attirare la curiosità, gli interessi e i voti di quell'elettorato che non si riconosce, in toto, in uno schieramento.

Non è escluso che lo stesso Simone Campinoti, la sua tentazione di schierarsi (come candidato sindaco?) per il centrodestra, la realizzi attraverso una lista che non abbia un legame con un partito nonostante la sua dichiarata – e comprovata anche dalla candidatura alle passati regionali – appartenenza a Italia Viva.

Insomma tutto ferve, nel silenzio, nel sottobosco della politica locale, in attesa soprattutto che il Partito Democratico ufficializzi la propria candidatura per il dopo Brenda Barnini. Per qualcuno sembra cosa fatta, per altri una scelta difficile, che non può essere sbagliata. Da questo dipenderanno molte cose: le alleanze, i mondi civili e i distratti cronici, quelli che hanno perso l'abitudine di andare alle urne, che si sapranno “catturare”. Conterà, ovvio, anche il peso che ognuno darà all'operato della giunta che è a fine mandato. Ma la scelta – o meglio, la decisione – avrà il suo impatto. Avversari e possibili alleati sono tutti lì, come se fossero con il fiato sospeso, in attesa di questa scelta.

E se la soluzione arrivasse dal governo nazionale? In questi giorni è tornata a balenare l'idea che si possa fare il terzo mandato. E non solo per i Comuni piccoli. Lo ha r-proposto, in una intervista a un quotidiano, il sindaco di Venezia che intravede – lui - , in questo, una continuità amministrativa che altrimenti le comunità potrebbero non avere. Nella squadra di governo è una battaglia che la Lega porta avanti da tempo. Se riuscisse a far cambiare idea ai propri alleati, prima del giugno prossimo, chissà – ammesso che a lei stia bene - potremmo avere il Barnini-ter.

(sach)


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