Varis Rossi: Alessio ripensaci, sarebbe un bel gesto
30-04-2024 11:08 - Opinioni
Riceviamo e pubblichiamo questa mail ricevuta dall'ex sindaco di Empoli, Varis Rossi
Leoncino da tastiera. Il candidato a Sindaco della nostra città e delle liste che lo sostengono, Alessio Mantellassi, ha minacciato di querela Giovanni Grazzini, pure lui nostro concittadino. Beccandosi fra loro su FB gli avrebbe dato del fascistello. Mi dispiace che in questa competizione si parli, e si possa arrivare ad una querela che da minaccia si potrebbe trasformare in atto giuridico. Il candidato a sindaco la ritiene “l'offesa più grave” che possa ricevere. Adesso usa un NOI, socializzando così una querela che non riguarderebbe solo lui.
Barcollando in “facebucche” mi sono fatto un'idea. Cerco di esprimerla evitando querele che già a minacciarle intimorisce l'accusato di turno che secondo l'ingiuriato va portato davanti al giudice e sanzionato con un tot di euro. La querela in politica, diciamo così, non era di moda. In questi ultimi tempi assistiamo, spesso a personaggi politici e istituzionali che la brandiscono come un randello nei confronti, di chi sta sotto. Oggi si potrebbe dire che un politico, in senso lato, se vuole essere à la page è tentato di usarla contro una bestemmia nei suoi confronti. Una ingiuria, una espressione offensiva contro persone o cose a cui è dovuta riverenza. Non è il caso tuo, scusami se mi permetto questo tono confidenziale, che spero continui. Ma, quando ho saputo della tua scelta mi è apparsa l'immagine di Luciano Canfora che sostenuto dalla mazza sale con la sua testa meravigliosa le scale di un tribunale perché, la Meloni si è sentita ingiuriata quando era ancora solo la Meloni. Nessun accostamento alla nostra Presidente del Consiglio. Stai tranquillo anch'io ritengo sgradevole essere definito “fascistello”. Tu sai che l'ingiuria è stata depenalizzata, il reato resta solo se le maldicenze, le offese e gli insulti vengono proferiti in assenza dell'interessato. Non mi pare il tuo caso, caro Mantellassi. Stavi chattando con Giovanni, con vivacità in un botta e risposta in prima persona. Fosse successo al bar, al massimo, vi sareste mandati a quel paese senza colpo ferire.
Siamo in tempi, ripeto, in cui la querela è brandita con eccesso da chi ha il potere. Fa notizia. In campagna elettorale può essere utile a richiamare solidarietà e sdegno dai sostenitori istituzionali e di partito, da coloro che condividono la proposta che ti hanno fatto. Se Giovanni dovesse subire una sanzione pecuniaria, tu ci fai sapere a chi la daresti. Chi promuove una querela, se persona pubblica, se politico, dichiara sempre di non incassare alcun euro, tu per aumentare il numero dei giovani da accompagnare a Ebensee, a Mauthausen. Caro Presidente del Consiglio comunale una domanda: è impossibile per la casse del Comune scucire risorse per mandare tutti coloro che hanno ascoltato la storia dei nostri vetrai della Taddei, per restare a Empoli, deportati nei campi e nei lager nazisti e fascisti? Dalle apparenze di spesa del Comune non si direbbe. Non marciare ancora su questa strada ritira la minaccia. Sarebbe una buona sfaccettatura fra le tante che il ruolo di Sindaco deve possedere. Un bel gesto.
Una riflessione. Ci corrono molti anni con Giovanni Grazzini. Forse un giovane candidato che si ritiene offeso, non considera Giovanni come un “benefattore di questa città”. Giovanni, da decenni ascolta e promuove azioni e comportamenti che aiutano i cittadini in difficoltà e le loro famiglie. Non può essere copiato, né può essere imitato. Sarebbe difficile farlo. Giovanni è come Enea con sulle spalle il vecchio padre Anchise e ai piedi il piccolo Ascanio. Quante volte si è caricato sulle proprie spalle le difficoltà di centinaia di ragazze e di ragazzi che senza la sua disponibilità, senza la sua associazione AIAS, avrebbero vissuto meno giorni e momenti di contentezza e di socialità vera!
Un benefattore la cui generosità ha travalicato i nostri confini. Per molte volte, nella martoriata Bosnia, è andato, anche insieme ad altri empolesi, portando il nome migliore di Empoli. Ancora oggi il loro aiuto e sostegno, è ricordato da molte famiglie con gratitudine. Tutto questo, e tant'altro, rivendicando la sua vita, la sua storia, la sua formazione, il suo ritenersi un comunista, un Samaritano che nella sua cultura, con sollecitudine, si prende cura di coloro che ha raccattato e aiutato a rialzarsi. A 15 anni di età veniva, ogni giorno, a lavorare in bicicletta da San Miniato Basso in una vetreria di Empoli! Per anni. Colpito da una malattia facile da prendere per i vetrai, per ben tre anni dovette curarsi per poter ritornare libero. Una persona con cultura e sapienza, con professionalità nel suo lavoro, che poteva anche essere cercato da qualche dipendente di Prefettura per capire come muoversi su determinate pratiche.
Non ha mai costruito trappole per altri e mai si è vantato del tanto che da lui la città nostra ha ricevuto. Tu, Mantellassi, gratificato dalle espressioni di solidarietà di persone vicine e di autorità regionali e nazionali, tu hai usato un linguaggio che dà l'impressione, per come conosci il Grazzini, di cogliere una palla al balzo per marciarci sopra. Fascistello nel contesto del vostro chattare vuol dire farla fuori dal vaso. Ma pure tu, preso da ansia da risultato, lo definisci “leoncino da tastiera”. Perché te a differenza di Giovanni puoi parlare, puoi ascoltare la tua voce che abbraccia e attrae consenso e gioia per te. Ma Giovanni, come ben sai, ha qualche piccola difficoltà a parlare e se vuole avere relazioni e confronto con le migliaia di persone che lo stimano e gli vogliono bene deve usare la tastiera. E per favore non definirlo leoncino, magari Leone. Ci sono tanti che si ritengono Uomini e sono, per ora omìni.
Con dovuto rispetto
Non ha mai costruito trappole per altri e mai si è vantato del tanto che da lui la città nostra ha ricevuto. Tu, Mantellassi, gratificato dalle espressioni di solidarietà di persone vicine e di autorità regionali e nazionali, tu hai usato un linguaggio che dà l'impressione, per come conosci il Grazzini, di cogliere una palla al balzo per marciarci sopra. Fascistello nel contesto del vostro chattare vuol dire farla fuori dal vaso. Ma pure tu, preso da ansia da risultato, lo definisci “leoncino da tastiera”. Perché te a differenza di Giovanni puoi parlare, puoi ascoltare la tua voce che abbraccia e attrae consenso e gioia per te. Ma Giovanni, come ben sai, ha qualche piccola difficoltà a parlare e se vuole avere relazioni e confronto con le migliaia di persone che lo stimano e gli vogliono bene deve usare la tastiera. E per favore non definirlo leoncino, magari Leone. Ci sono tanti che si ritengono Uomini e sono, per ora omìni.
Con dovuto rispetto
Varis Rossi