Una serie di eventi per il centenario di don Corso Guicciardini
08-06-2024 08:36 - Cronaca
Sono trascorsi cento anni da quel 12 giugno 1924, giorno in cui nacque don corso Guicciardini. La sua memoria è ancora viva nella città di Firenze e, soprattutto, nella vita di tanti che lo hanno conosciuto ed incontrato, primo fra tutti colui che scrive. Don Corso, lungo lo svolgersi di quasi un secolo, ha attraversato l'esistenza di tante persone, verso le quali è andato incontro, si è fatto vicino, per fermarsi con loro e poi ripartire insieme, per una strada spesso diversa da prima.
Sono soprattutto i poveri ad averlo incontrato, perché proprio per loro aveva predilezione e si era fatto prete. E dire che la sua giovinezza faceva intendere per lui altre prospettive, all'interno di quella illustre nobiltà in cui era nato. Eppure, secondo la più classica delle rocambolesche azioni della grazia divina, ad attrarlo fu una realtà diversa, che si presentò a lui attraverso la grande figura dell'umile pievano di Rifredi, don Giulio Facibeni. A questa scuola il giovane Corso accrebbe il suo “essere per i poveri”, decidendo di dedicarsi totalmente a loro.
Sono soprattutto i poveri ad averlo incontrato, perché proprio per loro aveva predilezione e si era fatto prete. E dire che la sua giovinezza faceva intendere per lui altre prospettive, all'interno di quella illustre nobiltà in cui era nato. Eppure, secondo la più classica delle rocambolesche azioni della grazia divina, ad attrarlo fu una realtà diversa, che si presentò a lui attraverso la grande figura dell'umile pievano di Rifredi, don Giulio Facibeni. A questa scuola il giovane Corso accrebbe il suo “essere per i poveri”, decidendo di dedicarsi totalmente a loro.
Don Corso è stato per dodici anni parroco della chiesa di San Giovanni Evangelista a Empoli fino al 2006, era anche Capo di Guardia Emerito della Misericordia di Empoli. Il Comune lo ha insignito con il Sant'Andrea d'oro, la più alta onorificenza cittadina.
"Chi lo ha conosciuto ed incontrato- racconta Vincenzo Russo presidente della Madonnina del Grappa e cappellano di Sollicciano - ha ricordo di un padre e di un maestro. Questa esperienza appartiene anche a me, che condividendo lunghi anni con lui ho potuto toccare con mano questo suo carisma, che lo rendeva capace di amare ed educare allo stesso tempo. Non a caso alla sua intuizione si deve la nascita nell'Opera, negli anni Settanta, della prima scuola per Educatori, in un tempo in cui non esisteva una formazione per tale profilo professionale, come in seguito si ebbe in ambito universitario. L'urgenza educativa, particolarmente verso i giovani, era avvertita con forza da don Corso, che la sentiva profondamente unita a quella di una paternità desiderosa di farsi carico dei più deboli e poveri. Si educa se si ascolta, si accoglie, si fa la strada insieme: questo è stato lo stile di don Corso, un gigante della fede chi si è fatto sempre piccolo, in quel silenzio nel quale voleva sempre rimanere, perché amare veramente è una cosa seria, da fare e non da esibire.
Nella giornata inaugurale del centenario, sabato 8 giugno, l'Opera Madonnina del Grappa, nella sua Sala Incontri, dedica proprio un convegno al tema educativo, partendo dall'esperienza di quella Scuola e con il prezioso contributo della Pedagogista Prof.ssa Paola Bignardi. La giornata si concluderà poi con la celebrazione della S. Messa in memoria.
A partire da quella data, poi, presso Casa Caciolle, seguiranno una serie di eventi che, attraverso il linguaggio dell'arte e lo stare insieme, racconteranno don Corso, non quale eccezionale uomo del passato ma come quotidiano padre e maestro di vita nel presente".
"Chi lo ha conosciuto ed incontrato- racconta Vincenzo Russo presidente della Madonnina del Grappa e cappellano di Sollicciano - ha ricordo di un padre e di un maestro. Questa esperienza appartiene anche a me, che condividendo lunghi anni con lui ho potuto toccare con mano questo suo carisma, che lo rendeva capace di amare ed educare allo stesso tempo. Non a caso alla sua intuizione si deve la nascita nell'Opera, negli anni Settanta, della prima scuola per Educatori, in un tempo in cui non esisteva una formazione per tale profilo professionale, come in seguito si ebbe in ambito universitario. L'urgenza educativa, particolarmente verso i giovani, era avvertita con forza da don Corso, che la sentiva profondamente unita a quella di una paternità desiderosa di farsi carico dei più deboli e poveri. Si educa se si ascolta, si accoglie, si fa la strada insieme: questo è stato lo stile di don Corso, un gigante della fede chi si è fatto sempre piccolo, in quel silenzio nel quale voleva sempre rimanere, perché amare veramente è una cosa seria, da fare e non da esibire.
Nella giornata inaugurale del centenario, sabato 8 giugno, l'Opera Madonnina del Grappa, nella sua Sala Incontri, dedica proprio un convegno al tema educativo, partendo dall'esperienza di quella Scuola e con il prezioso contributo della Pedagogista Prof.ssa Paola Bignardi. La giornata si concluderà poi con la celebrazione della S. Messa in memoria.
A partire da quella data, poi, presso Casa Caciolle, seguiranno una serie di eventi che, attraverso il linguaggio dell'arte e lo stare insieme, racconteranno don Corso, non quale eccezionale uomo del passato ma come quotidiano padre e maestro di vita nel presente".