08 Settembre 2024
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Un comitato per realizzare un monumento in memoria di Ristori

30-08-2023 20:15 - Cronaca
Quelli di età più avanzata lo ricorderanno con la chitarra in braccio sui gradini della Collegiata di piazza Farinata degli Uberti. Soprattutto nelle sere d'estate degli anni Settanta. Altri lo avranno visto con quel mantello e cappello di feltro da Passatore, con l'organetto fare l'artista di strada. O ancora in cortei e manifestazioni sotto la bandiera rosso-nera della Fai. A Empoli scrivi anarchia e leggi Paolo Becherini, quello che ha scritto “La fiaccola dell'Anarchia, frammenti di vita di un anarchico empolese fra storia territoriale e non solo”. Quello che, ogni giovedì, con la sua bicicletta, è immancabile al mercato settimanale a promuovere le proprie idee, a proporre libri, a promuovere iniziative.

E in questi giorni sta sensibilizzando l'opinione pubblica su un progetto che la Federazione anarchica empolese vuole portare a termine: un monumento per Oreste Ristori. Sta raccogliendo firme, raccoglie anche fondi che dovrebbero servire a rendere omaggio all'anarchico al quale è intitolata la federazione empolese e del quale ricorre l'ottantesimo anniversario della fucilazione.

Per l'occasione è stato formato un comitato. E anche il progetto è andato avanti: la scelta del marmo è avvenuta, un po' di soldi sono stati raccolti per alleviare il peso delle spese, manca la parte burocratica.

L'auspicio del Comitato è che l'inaugurazione possa avvenire il 2 dicembre, giorno dell'anniversario. E' stato preparato anche un facsimile della lapide da mettere ai piedi del monumento. “Più che auspicio è una speranza – spiega Becherini in un post nella pagina social del Comitato – visto che il sindaco ancora non ha risposto alla nostra richiesta. Abbiamo avuto assicurazione verbali che dopo l'estate ci riceveranno e nell'incontro cercheremo di mettere a fuoco il progetto. Probabilmente vedremo Alessio Mantellassi che è presidente del consiglio comunale con la delega alla Memoria”, spiega Paolo Becherini.

Ecco, la memoria: lo slogan che il Comitato ha coniato per questa iniziativa è proprio: “per mantenere viva la memoria e trasmettere l'antifascismo, la giustizia, la Libertà!”.

I promotori del Comitato sono FAI Federazione Anarchica Empolese e della Valdelsa, Centro Studi Libertari Pietro Gori, Archivio Storico Oreste Ristori, Centro Filippo Buonarroti Toscana, ARCI Atea Empoli, Biblioteca Franco Serantini Istituto di Storia Sociale, della Resistenza e dell'età contemporanea della provincia di Pisa, La Lega dei Cavatori, Maurizio Brotini CGIL Toscana, Franco Bertolucci.

Chi era Oreste Ristori?

Un anarchico nato povero, finito più volte in carcere, diventato un abile giornalista e organizzatore di eventi sovversivi, che è finito fucilato al campo di tiro delle Cascine, a Firenze. E che, si racconta, davanti al plotone di esecuzione, si sia imposto per fumare la sua pipa e intonare l'Internazionale.

La sua biografia.

Oreste nasce a San Miniato il 12 agosto del 1874 da Egisto e Massimina Giani. La sua è una famiglia di lavoratori pigionali residente in un'abitazione collettiva molto povera sulle colline del Pino, località nei pressi di San Miniato, nella Valle dell'Arno pisano. Suo padre pascola le pecore nella proprietà fino a quando perde il lavoro e la casa a causa della crisi agricola del 1878. Vittima della disoccupazione, la famiglia si trasferisce a Empoli in cerca di lavoro.

Oreste cresce in un ambiente di povertà, non può neppure frequentare la scuola. La madre esegue lavori con la paglia e alleva animali che vende al mercato di Empoli o a quello di San Miniato.

Oreste accompagna spesso i suoi genitori nei mercati ed è in questo ambiente, nelle cantine vicino ai banchi degli ambulanti che conosce anarchici e militanti politici.

Inizia a frequentare il gruppo anarchico di Empoli, partecipa a manifestazioni. Viene arrestato una prima volta a 18 anni, durante una manifestazione a San Miniato. Finisce in galera altre svariate volte. Le autorità lo etichettano come “un anarchico esaltato, di pessimo carattere, contrario al lavoro capace di qualsiasi azione criminale”.I compagni amarchici lo chiamano Il Beccuto¸ben presto diventa un punto di riferimento del movimento anarchico nazionale.

Nel 1894, viene arrestato e inviato al domicilio coatto. E' accusato dell'incendio della Collettoroia di Stato di Empoli e di aver partecipato a una rivolta Anche a Empoli i principali rappresentanti del movimento anarchico e socialista (Ristori, Petri e Fabiani) vengono arrestati e inviati al domicilio coatto. R. viene accusato dell'incendio della “Collettoria” dello Stato di Empoli e di partecipazione alla rivolta avvenuta, sempre in luglio, a San Miniato.

Viene inviato a Porto Ercole all'inizio del 1895.Ma, pur essendo ritenuta inespugnabile, gli anarchici riscono a fuggire da quella prigione. Viene rintracciato e, stavolta, inviato al domicilio coatto alle isole Tremiti. Anche qui c'è una rivolta e Ristori ritenuto uno dei responsabili viene processato per incitamento alla violenza e spedito a Pantelleria.

Dopo due mesi scrive al sindaco di Empoli e ottiene la libertà e il ritorno alla sua città; è sottoposto alla vigilanza permanente perché, secondo la polizia, insieme agli altri anarchici fiorentini, cerca di formare un gruppo che ha lo scopo di commettere attentati contro le persone e la proprietà privata.

Oreste vive in clandestinità ma viene rintracciato e di nuovo arrestato. Lo mandano a Ventotene. Nuovamente liberato, ritorna a Empoli e dà vita ad un nuovo gruppo anarchico. Siamo nel 1898, il movimento cresce e si succedono varie rivolte per il “caropane”: Oreste sa di essere ancora in pericolo ed espatria clandestinamente in Francia. Si stabilisce a Marsiglia, cambia il proprio nome: grazie a un documento rubato, diventa Gustavo Fulvi. In Francia sfugge a una cattura alla stazione di Marsiglia, ma poi viene sorpreso a Nimes e rimpatriato.

Nuovo domicilio coatto: stavolta a Favignana dove scrive articoli per diversi giornal; viene trasferito a Ponza e, dopo avere partecipato alla pubblicazione de «I Morti», viene confinato nella fortezza di Gavi. Nel marzo del 1900 organizza una manifestazione per ricordare le vittime della Comune di Parigi. Ma è scoperto e trasferito a Ustica.

Quel giovane anarchico ribelle, adesso, con le esperienze maturate e le conoscenze che lo hanno arricchito, è diventato un abile oratore e un giornalista stimato: invia corrispondeze ai giornali anarchici «L'Agitazione» di Ancona, «Il Risveglio», di Ginevra, «Le Libertaire», di Parigi e «L'Avvenire», di Buenos Aires”.

All'inizio del 1901 torna in libertà e rientra a Empoli. Decide di emigrare inArgentina, lì ci sono tanti anarchici.

Sale come clandestino su una nave e raggiunge, nell'agosto del 1902, Buenos Aires, dove viene accolto con gioia e dove, appena arrivato, tiene una conferenza nel Centro di Studi Sociali della Boca. In Argentina si unisce ai compagni dell'“Avvenire”, un gruppo anarchico-comunista. Nel dicembre del 1902, nella provincia di Buenos Aires avviene il primo sciopero generale: Ristori viene arrestato, scappa e raggiunge Montevideo. Torna a Buenos Aires, alla fine di maggio è arrestato mentre partecipa al Congresso della FOA, la Federazione operaia locale. Nuovamente deportato, questa volta sotto la vigilanza, Oreste si getta in mare, nuota per circa 400 metri sotto i colpi delle armi da fuoco della polizia, finché non viene soccorso da una barca di amici anarchici e portato in un luogo sicuro. A Montevideo conosce Mercedes Gomes, che sarà la sua compagna fino alla fine della sua vita. Negli anni 1904 e 1905 diventa il principale propagandista dell'anarchismo di lingua italiana in Brasile raggiungendo le più distanti piantagioni di caffè dove lavorano i lavoratori emigrati italiani.

La diretta conoscenza delle loro condizioni di vita e di lavoro lo spinge a intraprendere una grande campagna di informazione che culmina con la pubblicazione del libro Contro l'emigrazione, con traduzione in francese e in italiano.

Nel 1909 conduce una campagna contro gli abusi dei sacerdoti nei confronti dei minori. Edgard Leuenroth della «Lanterna», Neno Vasco della «Terra Livre», dopo la morte di una bambina in un orfanotrofio, si battono affinché si pervenga alla punizione dei sacerdoti responsabili. La campagna porta alla scoperta di una terribile realtà fatta di abusi sessuali che vengono perpetrati negli orfanotrofi e nelle altre opere assistenziali della Chiesa. Per avere mosso queste accuse, Ristori sconta un anno di prigione come calunniatore. Vari dissapori con alcuni compagni, mai chiariti, inducono Ristori nel 1912 a lasciare «La Battaglia» e a ritirarsi momentaneamente dalla vita politica attiva.

Nel 1917 organizza il furto della cassa della fabbrica americana Johnson di Rio de Janeiro; utilizzando i proventi della rapina si trasferisce, insieme alla sua compagna, di nuovo a Buenos Aires sotto il falso nome di Cesare Montemaggiore. Accolto con grande calore dai compagni argentini, lancia un settimanale anticlericale, «El Burro» (L'Asino).

Nel gennaio del 1919, in Argentina scoppia quella che viene definita “La Settimana Tragica”, la più violenta protesta popolare di cui si abbia notizia, nel corso della quale sono uccisi più di un migliaio di lavoratori e 20.000 vengono arrestati. Bollato come persona non gradita, Ristori è spedito al confino nell'isola di Martin Garcia e da qui deportato dall'Argentina in un vapore con destinazione Genova. Ma a largo della costa uruguaiana, R. si lancia in mare e riesce a raggiungere la riva. Nel corso della fuga, però, si frattura le gambe.

Dopo lo scoppio della Rivoluzione Russa, R. è dell'opinione che essa cammini verso l'anarchismo. Il movimento però è spaccato e si accentua sempre più la distanza tra gli anarchici critici verso la Russia sovietica e quelli che difendono la rivoluzione a tutti i costi fino a giustificare l'uso della dittatura. Nel 1921 ospita a Montevideo una missione della Terza Internazionale per fondare un partito comunista in Brasile, progetto che viene realizzato nel 1922 e in quello stesso anno aderisce al manifesto del “Movimento Comunista” pubblicato in marzo a Rio de Janeiro. Nel 1925, sempre con la propria compagna, ritorna a San Paolo. È un'epoca di forte repressione contro l'anarchismo brasiliano da parte del governo di Bernardes. Ristori, per effetto della frattura alle gambe cammina con difficoltà e si tiene prudentemente lontano dalla militanza. Riprende l'attività di conferenziere, denunciando le politiche ingannatrici dei nuovi politicanti che non servono, altresì, a ledere il sistema di potere.

A giugno del 1936, ritorna in Italia lasciando la sua compagna Mercedes in Brasile. Poco più di un mese dopo essere arrivato, riesce a scappare da Livorno e raggiungere la Spagna dove collabora con le forze antifasciste e libertarie. Da Barcellona, città libera durante la Rivoluzione Spagnola, tenta inutilmente di organizzare l'arrivo della sua compagna. Dalla Spagna verso la fine della guerra raggiunge la Francia, sempre con l'obiettivo di riunirsi a Mercedes. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, il governo francese confina Ristori nel campo di Roland Garros estradandolo successivamente in Italia nel 1940. Appena giunto a Firenze, le autorità italiane lo obbligano a risiedere coattivamente ad Empoli sotto constante vigilanza.

Nel 1943 è uno dei primi a scendere in strada per festeggiare la caduta di Mussolini. Nuovamente arrestato, è rinchiuso alle Murate a Firenze. Nella notte del primo dicembre un gruppo di partigiani uccide il capo del Comando militare Gino Gobbi. Al mattino seguente, Ristori e Gino Manetti, anarchico fiorentino, e tre militanti comunisti, Armando Gualtieri, Luigi Pugi e Orlando Storai, vengono prelevati dalla milizia fascista, condotti al campo di tiro delle Cascine e fucilati per rappresaglia.
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