08 Settembre 2024
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Tribunale, riparta il percorso per la sede a Empoli: i numeri ci sono

17-05-2024 16:48 - Cronaca
«Un tribunale deve essere inclusivo: se non è alla portata di tutti è un tribunale che non funziona»: la frase, di Giampaolo Stefanelli, presidente dell'associazione degli avvocati di Empoli è il pilastro su cui poggia la richiesta di apertura di una sede di tribunale a Empoli, dopo la chiusura della sede distaccata, avvenuta con la riforma Monti del 2012. Ma non solo: servono anche i numeri e le situazioni adeguate, su cui poggia questa richiesta. E che, per quel che riguarda il territorio dell'Empolese-Valdelsa e dei 4 comuni dell'area del Cuoio che rappresentano l'area di competenza del tribunale empolese, sono di gran lunga superiori a quelli di tanti altri tribunali oggi esistenti e funzionanti.

Del tribunale, della necessità di mantenere attivo il percorso avviato, anche in questo momento di cambio delle amministrazioni locali, si è parlato in una conferenza stampa che Alessio Mantellasi, candidato sindaco per il Pd, Azione, Avs, e le liste civiche Questa è Empoli ed Alessio Mantellassi sindaco, ha convocato per sottolineare come questa volontà di portare avanti il progetto, dev'essere ribadita. Lo ha fatto insieme a Giampaolo Stefanelli, al consigliere regionale Enrico Sostegni, alla sindaca uscente di Empoli Brenda Barnini e al senatore della Repubblica Dario Parrini.

Giampaolo Stefanelli ha tracciato il percorso fatto fino a oggi. «Nel 2012 Empoli ha subito insieme ad altre 220 città la chiusura del tribunale distaccato e dell'ufficio del giudice di pace. E' iniziato subito il percorso, insieme alle istituzioni, per ripristinare la situazione. Nel 2020 i primi risultati con l'apertura dell'ufficio del giudice di pace grazie anche all'apporto del Comune di Empoli e degli altri dell'Empolese Valdelsa che si sono accollati i costi di gestione dell'immobile e del personale, messo a disposizione dalle amministrazioni locali. Questo ci ha permesso di dimostrare quanto la sede di giustizia nell'Empolese, faccia la differenza. Quando furono chiusi gli uffici, la riforma si è dimostrata un fallimento. Lo dicono i numeri ma anche la mole di impugnazioni di sentenze fatte fino a oggi: il ricorso alle giurisdizioni superiori è aumentato. Ciò significa che la qualità e la quantità della giustizia è diminuita. Il tribunale grande non funziona meglio di quello piccolo. E l'apertura del tribunale a Empoli, per servire gli 11 comuni dell'Empolese e 4 del Cuoio, scaricherebbe mole di lavoro dai tribunali di Pisa e Firenze, migliorando le prestazioni dei due. Nel 2020 Empoli ha messo a disposizione una sede, sostenendone i costi, e anche Regione Toscana con la mozione del luglio 2020, primo firmatario Enrico Sostegni, ha messo a disposizione risorse per l'efficientamento e l'adeguamento dell'immobile e per i costi di gestione ordinaria, acqua luce, gas e servizio di sorveglianza. Il nostro territorio, grazie a questi atti delle amministrazioni locali, su sollecitazione delle nostre associazioni, ci vede in pole position. Ma ora serve una legge ordinaria a livello centrale. La Regione nell'agosto 2021 ha depositato un disegno di legge che aspetta solo di essere trasformata in legge».

A Roma, in Senato, la questione è seguita attentamente dal senatore del territorio, Dario Parrini. «Questa è una richiesta sacrosanta, supportata da dati oggettivi, una richiesta che se accolta farebbe bene ai territori e ai tribunali di Pisa e di Empoli e non deve, come non sta, dividere le forze politiche e sociali. Merita di essere realizzata perché farebbe bene ai lavoratori, cittadini, aziende, professionisti. Noi abbiamo prodotto una serie di documenti che sono pezze d'appoggio validissime per questa richiesta. Chiediamo una sede di tribunale e non una sezione distaccata, com'era prima del 2012. Questo è il punto di forza della richiesta e ci sono i presupposti per essere presi sul serio. Il Consiglio regionale ha approvato una proposta di legge che è calendarizzata alla commissione giustizia e questo mi dà l'opportunità di illustrare il lavoro che ognuno di noi deve fare nelle prossime settimane. L'obiettivo da raggiungere è comune, non deve essere divisivo. Noi abbiamo fatto l'audizione del consiglio regionale il 16 novembre dello scorso anno. Sono trascorsi sei mesi. In quella circostanza il rappresentante del governo annunciò come imminente la presentazione dello strumento legislativo che serve affinché le nostre considerazioni vengano applicate, un disegno di legge delega che il parlamento approva e che delega il governo ad applicare in un termine da fissare i decreti attuativi per l'attuazione al progetto di revisione della geografia della giustizia. Siamo sicuri che i criteri che saranno fissati, saranno soddisfatti appieno da questa nostra richiesta, ma serve la possibilità di misurarsi con fatti concreti. La strada maestra è questa. Nei giorni scorsi il sottosegretario alla giustizia mi ha confermata che questa è ancora l'intenzione della maggioranza. Mi auguro che tutte le parti sociali economiche, i partiti, facciano unitariamente e compostamente pressione perché non passino altri mesi per la presentazione del ddl».

Anche la Regione ha fatto i suoi passi, fino a oggi. Lo racconta il consigliere Enrico Sostegni. «Questa è una richiesta che nasce dal basso. Grazie all'associazione che ha svolto un lavoro fondamentale, dall'analisi dei dati di questo territorio mettendoli in correlazione con quelli di tutti i tribunali d'Italia. Per dimensioni economiche e di popolazione avrebbe dimensioni maggiori di tanti altri. Ci sono tribunali che non hanno i numeri del nostro territorio. La Regione aveva fatto un atto nella precedente legislatura, nel 2020 abbiamo riproposto il tema approvato all'unanimità. Le mozioni sono solo atti di indirizzo. Ecco perché successivamente, ragionando con l'associazione venne l'idea di fare altro: fu proposto un disegno di legge al Parlamento con il quale chiediamo che si possano ripristinare le sedi soppresse, ma che si possa anche dare sedi di tribunali a territori con certe caratteristiche. Scriviamo anche che ci sarebbe stato un atto convenzionale per la distribuzione dei costi di gestione, da accollare agli enti locali. La norma andò in commissione, ottenne il consenso di tutti subito e fu inviata al Parlamento. Dove, dopo il cambio di maggioranza, su nostra richiesta, ne è stata riprogrammata la discussione».
A mettere l'accento su un altro aspetto importante è Brenda Barnini, sindaca uscente di Empoli. «La prospettiva è credibile nella richiesta perché le amministrazioni uscenti di questo territorio, che hanno una omogeneità politica, hanno consentito la riapertura del Giudice di Pace. Dieci anni fa su questo territorio non c'era niente. Senza questo oggi sarebbe stato più difficile fare la battaglia per il tribunale. L'ufficio sta aperto grazie all'apporto dei Comuni. Lo stesso faremo per il Tribunale: sopperiamo noi, perché ci sta a cuore l'interesse dei cittadini. Negli uffici lavorano dipendenti dei Comuni. In quella sede è stato aperto anche l'ufficio di prossimità con un progetto sottoscritto insieme alla Regione. Sono stati dieci anni che definisco della resilienza: a fronte di una ferita che aveva cancellato tutto, ci siamo organizzati per resistere e mantenere aperto un presidio. Tutte le forze, a maggior ragione chi ha la guida del paese oggi, a fronte di questo percorso, dell'assoluta terzietà della richiesta, non possono avere più alibi per rinviare questa decisione. E penso che nella campagna elettorale per le amministrative, abbia fatto bene Alessio Mantellassi a ribadire che ci siamo sempre impegnati per questa battaglia, continueremo a farlo, con tutti i governi che si sono succeduti. Ma ora serve una fortissima tenuta del territorio, delle amministrazioni e di quell'omogeneità, caratteristiche servite per riaprire l'ufficio del giudice di pace».

L'idea di fare il punto su questo percorso di civiltà e di giustizia è di Alessio Mantellassi che ne fa anche un punto importante del suo programma elettorale. «Questa è una battaglia per tutto il territorio, che tiene insieme tante categorie: gli avvocati, le industrie, i commercialisti e altre realtà, rafforza la possibilità al territorio di questo servizio e nell'utilizzo quotidiano della giustizia, il tema della vicinanza e della prossimità della giustizia è un vantaggio che agevola la vita di chi fa impresa e non solo sul territorio e poi lo rende più competitivo. Ma rappresenta una battaglia per rendere la giustizia dopo la riforma del 2012, per riavvicinare la giustizia ai cittadini e quindi l'idea di rafforzare questi servizi per tutta l'Empolese Valdelsa. Deve essere un tema che riguarda anche chi si candida a fare il sindaco, pur se poi non è una cosa che decide il sindaco. E' una battaglia da fare. Dopo aver annunciato la candidatura mi sono confrontato con l'Associazione ed ho accolto la produzione di documenti che sostengono e danno forza a questa richiesta: dati e numeri che la rendono non una richiesta campanilistica ma che è figlia della necessità di rafforzare i servizi sul territorio. Numeri e dati che dicono che questa richiesta è fondata. Questo lavoro è un patrimonio per tutti: chi sarà sindaco dovrà considerarli un'assett importante per sostenere questa battaglia. Voglio ribadire il pieno sostegno a questo percorso, la porterò avanti non da solo ma nel solco del lavoro fatto da Brenda Barnini in questi anni, con Regione e governo, con l'associazione del tribunale e con l'Associazione degli avvocati. Dovremo fare rete anche con gli altri sindaci dell'Empolese Valdelsa e non solo. Con le nuove amministrazioni che nasceranno dopo il 10 giugno, questo percorso va ripreso. Il sindaco di Empoli sia il primo a ricomporre questa rete, a richiamare tutti i soggetti intorno al tavolo, a riprendere il cammino. Deve essere una battaglia di territorio, con una visione di territorio e non campanilistica. Senza polemiche, non è un tema divisivo. Chi se la sente, di qualsiasi parte politica esso sia, di dare una mano, ben venga».
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