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Tpe: "I sindaci facciano pressione su Alia per avere il piano industriale". Raccolta firme contro la quotazione, il punto

24-10-2023 14:27 - Politica
Il referendum contro la decisione di quotare in Borsa la Multiutility si potrà fare solo nel 2025. Lo ha comunicato, nei giorni scorsi, l'amministrazione comunale: una indizione nel 2024, anno in cui si voterà per le amministrative, non è possibile per regolamento.

La raccolta delle firme, per chiedere il referendum va avanti. E il Comitato Trasparenza per Empoli, ha colto l'occasione, per fare il punto sulla situazione.

“Siamo a metà del percorso – racconta Marco Cardone, che insieme con Gianni Casalini e Claudio Matteucci ha convocato una conferenza stampa – e siamo anche oltre la metà del traguardo delle firme che occorrono. Ma vogliamo spiegare ai cittadini, perché si è arrivati a questa situazione. Perché il referendum si potrà fare solo nel 2025”.

La raccolta delle firme. “Abbiamo cominciato – spiega Cardone – alla fine della prima settimana di agosto, quindi, siamo a metà del tempo che ci è consentito, per regolamento, per la raccolta, cioè 120 giorni. Pur non avendo dati certi su quante firme abbiamo raccolto fino a oggi, sappiamo di essere ben oltre la metà. E quindi abbiamo buoni motivi per dire che raggiungeremo il traguardo dei 3500 e, probabilmente, andremo anche oltre”.

Il regolamento comunale prevede 120 giorni di tempo: ne sono stati spesi sessanta. Il termine ultimo per la consegna in Comune delle firme è il 27 dicembre”.

“A dire il vero c'era una sola possibilità per poter riuscire a indire il referendum entro il 2023: dovevamo completare la raccolta entro il 16 di settembre, cioè poco più di un mese dopo aver cominciato le operazioni con i nostri banchini” dicono i rappresentanti di Trasparenza per Empoli.

Il percorso per il regolamento. E qui entra in gioco l'iter che ha portato all'approvazione, in consiglio comunale, del Regolamento. “ Il 19 dicembre del 2022 Buongiorno Empoli e il Movimento Cinquestelle presentarono la mozione per chiedere che il regolamento fosse approvato nel giro di un mese. In realtà siamo arrivati all'approvazione in consiglio il 28 luglio del 2023 e, alla pubblicazione all'albo pretorio del Comune, che poi è l'atto ufficiale per renderlo operativo, avvenuta undici giorni dopo, l'otto agosto”.

I ritardi, secondo Tpe sono dovuti ai lavori delle commissioni che sono andati a rilento: ne sono servite quattro prima di far approdare la questione in consiglio comunale. “Vogliamo fare un po' di chiarezza anche su questo – spiega Cardone – La commissione è presieduta da Picchielli della Lega e il vicepresidente è Leonardo Masi. Loro due più volte hanno chiesto la convocazione della commissione, ma essendo la materia trattata di natura giuridica, c'era la necessità di avere, nelle riunioni, la presenza della segretaria comunale. E le riunioni sono state dettate dalla disponibilità della stessa”.

C'è poi la questione della pubblicità della raccolta firme. “L'amministrazione si era impegnata a fare pubblicità a questa raccolta – spiegano i responsabili di Tpe – Ma al momento ci risulta che l'unico comunicato sull'argomento che ha fatto è quello per chiarire che, a questi punti, se il referendum ci sarà, si potrà fare solo nel 2025. Abbiamo anche fatto richiesta di informazione, su quale diffusione abbia dato il Comune alla nostra raccolta firme, ci è stato risposto che loro hanno provveduto a pubblicizzare sull'albo pretorio il regolamento. E che il 31 di agosto hanno pubblicato un banner sul sito istituzionale che informava dell'avvio della raccolta delle firme”.

Uno spiraglio di ottimismo. “Quel che c'è di positivo – spiega Cardone – è che se nel 2024 ci sono le elezioni amministrative , nel 2025 c'è il rinnovo del consiglio regionale. Questo dovrebbe garantirci da sorprese: di quotazione in Borsa non dovrebbe parlarsene fino ad allora. E' una speranza che ci arriva anche da un confronto che abbiamo avuto con la segreteria del Partito Democratico di Prato”.

E questo tempo, ovviamente, non sarà utilizzato solo per contrastare la decisione. “Questo tempo ci permette di analizzare meglio la questione: manca un piano industriale di Alia che ci permetta di capire qual è l'entità dei finanziamenti da raccogliere. E' un lavoro che stiamo facendo con altri ambiti, come l'acqua e i rifiuti, facilitati dal fatto che, almeno per l'ambito idrico, c'è un piano industriale chiaro. Per quel che riguarda i rifiuti, invece, c'è il nodo del piano regionale. Ma la pausa serva anche ad Alia per preparare il materiale da rendere pubblico, per la gestione che avrà da qui in avanti. E che la renda disponibile anche ai cittadini, alle Associazioni. Abbiamo il diritto di conoscere e di sapere. Alia già non si considera più una società soggetta al controllo pubblico, grazie al fatto che, in virtù dell'emissione di bond sul mercato irlandese, assoggetta i suoi comportamenti alle aziende quotate. E quindi se chiediamo della documentazione, potrebbe anche rifiutarsi di rispondere. Per questo chiediamo ai sindaci che facciano pressione sull'azienda affinché renda pubblico il piano industriale: Alia faccia un passo indietro per aprire, verso tutto e con trasparenza, per avviare un percorso di confronto. Ma, vedete, Alia ha un Consiglio di amministrazione fatto di figure che hanno grandi esperienze per le quotazioni in borsa. Noi chiediamo di poter analizzare il percorso con persone che abbiano competenze specifiche anche alternative alla quotazione”.

Sulla governance di Alia, Tpe avanza anche un'altra perplessità. “ L'ottica di Alia è quella di sfruttare la quotazione per inserirsi in un mercato più ampio di quello territoriale, per avere la possibilità di espandere il proprio business anche oltre la Toscana”.
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