Tagli del Governo, l'allarme del Pd: sindaci costretti a ridurre spese, manutenzioni e servizi
13-07-2024 11:36 - Politica
Il Partito democratico dell'Empolese Valdelsa serra le fila attorno ai suoi sindaci e lancia l'allarme sui tagli del Governo che colpiscono inesorabilmente i Comuni.
«Ritorna una stagione che pensavamo fosse definitivamente superata, quella dei tagli del Governo al sistema degli Enti locali per fare cassa -afferma Giuseppe Torchia, delegato agli enti locali per la segreteria di federazione Pd-. Il taglio dei trasferimenti ai Comuni da parte di Meloni, costerà agli 11 Comuni dell'Empolese Valdelsa oltre 3 milioni di euro e costringerà i sindaci a tagliare servizi essenziali o a ridurre i sostegni a favore delle famiglie più bisognose. Le risorse sottratte incideranno esclusivamente sulla parte corrente e pertanto saranno parecchio dolorose per bilanci che non hanno più margini di tale spesa perché saturata dalle dinamiche inflattive degli ultimi due anni. Inevitabilmente finiranno per incidere sulle manutenzioni, sulla spesa di personale e sui servizi in genere, in particolare su quelli scolastici. Ma la cosa più paradossale è il criterio adottato: i tagli incidono in misura maggiore in quei Comuni che hanno investito di più sulle opportunità offerte dal PNRR. In pratica il Governo penalizza gli enti che sono riusciti a mettere a terra le risorse trasformandole in progetti. Infine, posticipare questa decisione a dopo le elezioni, nella speranza di far passare inosservato un taglio così significativo, rivela il cinismo di un governo più preoccupato della propria sopravvivenza che dei cittadini e del territorio».
Torchia, a nome della segreteria, fa notare anche alcuni criteri discutibili del decreto tagli, basati su un principio concettualmente sbagliato: vengono penalizzati i Comuni virtuosi, ovvero quegli enti che hanno investito di più nella progettazione legata al PNRR e che ora rischiano di non riuscire a rispettare gli impegni presi. Quindi si è davanti a un caso emblematico: chi è stato più bravo a reperire risorse avrà un taglio maggiore per i prossimi anni.
«Oltre al danno c'è anche la beffa: infatti la norma, tiene fuori gli enti in dissesto finanziario, quelli in predissesto e caso strano quelli che abbiano sottoscritto particolari accordi previsti dall'articolo 1, comma 572, della L. 234/2021, e di cui all'articolo 43, comma 2, del D.L. 50/2022. Se può avere un senso escludere le prime due categorie, sulla terza categoria i dubbi sono tanti, perché si tratta di accordi politici la cui disciplina istitutiva non prevedeva in alcun modo questo tipo di beneficio, in aggiunta a quelli espressamente menzionati (contributi straordinari, maggiori poteri fiscali ecc, a fronte di precisi impegni in termini di risanamento). Tanto per fare un esempio il Comune di Palermo, governato dal centrodestra, si è risparmiato un taglio annuo di circa 2,5 milioni annui. Si tratta di una scelta abbastanza stravagante, che evidenzia una disparità di trattamento fra gli enti esentati e tutti gli altri» conclude Torchia
«Ritorna una stagione che pensavamo fosse definitivamente superata, quella dei tagli del Governo al sistema degli Enti locali per fare cassa -afferma Giuseppe Torchia, delegato agli enti locali per la segreteria di federazione Pd-. Il taglio dei trasferimenti ai Comuni da parte di Meloni, costerà agli 11 Comuni dell'Empolese Valdelsa oltre 3 milioni di euro e costringerà i sindaci a tagliare servizi essenziali o a ridurre i sostegni a favore delle famiglie più bisognose. Le risorse sottratte incideranno esclusivamente sulla parte corrente e pertanto saranno parecchio dolorose per bilanci che non hanno più margini di tale spesa perché saturata dalle dinamiche inflattive degli ultimi due anni. Inevitabilmente finiranno per incidere sulle manutenzioni, sulla spesa di personale e sui servizi in genere, in particolare su quelli scolastici. Ma la cosa più paradossale è il criterio adottato: i tagli incidono in misura maggiore in quei Comuni che hanno investito di più sulle opportunità offerte dal PNRR. In pratica il Governo penalizza gli enti che sono riusciti a mettere a terra le risorse trasformandole in progetti. Infine, posticipare questa decisione a dopo le elezioni, nella speranza di far passare inosservato un taglio così significativo, rivela il cinismo di un governo più preoccupato della propria sopravvivenza che dei cittadini e del territorio».
Torchia, a nome della segreteria, fa notare anche alcuni criteri discutibili del decreto tagli, basati su un principio concettualmente sbagliato: vengono penalizzati i Comuni virtuosi, ovvero quegli enti che hanno investito di più nella progettazione legata al PNRR e che ora rischiano di non riuscire a rispettare gli impegni presi. Quindi si è davanti a un caso emblematico: chi è stato più bravo a reperire risorse avrà un taglio maggiore per i prossimi anni.
«Oltre al danno c'è anche la beffa: infatti la norma, tiene fuori gli enti in dissesto finanziario, quelli in predissesto e caso strano quelli che abbiano sottoscritto particolari accordi previsti dall'articolo 1, comma 572, della L. 234/2021, e di cui all'articolo 43, comma 2, del D.L. 50/2022. Se può avere un senso escludere le prime due categorie, sulla terza categoria i dubbi sono tanti, perché si tratta di accordi politici la cui disciplina istitutiva non prevedeva in alcun modo questo tipo di beneficio, in aggiunta a quelli espressamente menzionati (contributi straordinari, maggiori poteri fiscali ecc, a fronte di precisi impegni in termini di risanamento). Tanto per fare un esempio il Comune di Palermo, governato dal centrodestra, si è risparmiato un taglio annuo di circa 2,5 milioni annui. Si tratta di una scelta abbastanza stravagante, che evidenzia una disparità di trattamento fra gli enti esentati e tutti gli altri» conclude Torchia