Stadio, le due letture del post dell'ex vicesindaco
27-07-2024 22:00 - Opinioni
di Pietro Spina
Un pensiero che ha generato immediatamente diverse reazioni. Ma è anche un pensiero che ha una doppia lettura: dipende dall’onestà intellettuale di chi lo legge; dal pre-giudizio che ognuno di noi ha nei confronti del progetto che da poche settimane l’Empoli ha presentato e che, come nelle più classiche delle cose, ci ha trasformato tutti in architetti, esperti di finanza e della nuova filosofia del calcio nei confronti degli impianti.
La prima lettura che possiamo dare al post di Mori è quella che vale anche per il teatro: sono state fatte le analisi dei costi di gestione? Una volta costruito, il nuovo stadio, con i negozi, con il supermercato, con l’auditorium, con – probabilmente –un albergo al posto dell’attuale Sussidiario (ma qui potrebbe sorgere anche un parco), siamo in grado di sostenere economicamente l’opera? Insomma, non sarà una possibile cattedrale nel deserto?
L’altra lettura è molto più fine, più nascosta. Ma lampante: siano gli esperti, dice Mori, a prendere le decisioni. E’ giusto, come già sta facendo il sindaco Alessio Mantellassi ad avviare un percorso di ascolto per capire cosa ne pensa la gente. Raccogliere le opinioni degli esercenti (quei 23 negozi previsti nella pancia della tribuna che impatto avranno sull’area di Serravalle e sulle attuali attività esistenti? E il supermercato?), dei cittadini che possono avere perplessità sulla viabilità, sull’impatto della maggiore presenza nell’area, anche in virtù di un possibile e probabile utilizzo dell’impianto che vada oltre la partita settimanale dell’Empoli calcio. Ma alla fine, dice Mori, quel che conta saranno i numeri.
E allora vediamoli, almeno per il momento, i numeri che ruotano intorno al progetto del nuovo Castellani.
A fare un calcolo delle ricadute che il progetto potrebbe avere sul territorio chi ha pensato la Open Economics, una società che effettua analisi approfondite delle strutture economiche e dei contest di business, applicando metodologie avanzate di valutazione degli effetti di politiche e investimenti e sviluppando soluzione complesse di finanza sostenibile.
Lo studio di OpenEconomics riguarda gli investimenti che ruotano intorno ai progetti di rifacimenti di 14 stadi in tutta Italia, misurando l’impatto dei cantieri sull’economia italiana.
La spesa per i 14 stadi in fase di realizzazione o di progettazione si aggira intorno ai 2,9 miliardi di euro. In questa cifra sono compresi i 45 milioni di euro che servono per rifare il trucco al Carlo Castellani.
Lo studio di Open Economics ha prodotto questi risultati: a livello nazionale sarà di 4,8 miliardi di euro il Pil prodotto; si avranno 10 mila occupati stabili, cioè addetti ai cantieri durante la lavorazione; il reddito delle famiglie, grazie a questi cantiei sarà complessivamente di 4,5 miliardi di euro e le entrate fiscali ammonteranno a 2,1 miliardi.
Se prendiamo in considerazione l’opera che l’Empoli calcio ha progettato e che adesso si trova al vaglio dell’amministrazione comunale, il pil che il cantiere del Castellani produrrà si aggira intorno ai 74 milioni di euro. E 32 milioni di euro potrebbero essere le nuove entrate fiscali nel corso degli anni che servono per realizzare il nuovo impianto. Che, secondo il crono programma presentato dalla società di calcio, sarebbe di cieca trenta mesi spalmati su tre stagioni calcistiche per evitare disagi e spostamenti alla squadra di calcio.
Insomma, le analisi che dovranno essere fatte intorno al nuovo stadio non potranno prescindere dai numeri. Anche quelli, in termini di occupazione, di reddito prodotto , ma ahimé di ricadute negatve sull’area che potrebbero avere i venti e passa esercizi commerciali che l’Empoli ha ipotizzato negli spazi sotto la tribuna.
Il “la” arriva da un post che Franco Mori, ex vicesindaco e assessore ai lavori pubblici del Comune di Empoli negli anni dal 2014 al 2019, ma amministratore comunale anche negli anni precedenti, sotto la guida di Luciana Cappelli, ha affidato nei giorni scorsi ai social.
«Ne stiamo parlando anche troppo e i più alla luce di qualche disegnino. Nel progetto di finanza conta la verifica tecnico economica del piano industriale (costi, ricavi, gestione e conseguenti tempi di rientro). Bene comunque ascoltare tutti per poi decidere. Mi riferisco naturalmente allo stadio di Empoli», è testo del post di Mori.
«Ne stiamo parlando anche troppo e i più alla luce di qualche disegnino. Nel progetto di finanza conta la verifica tecnico economica del piano industriale (costi, ricavi, gestione e conseguenti tempi di rientro). Bene comunque ascoltare tutti per poi decidere. Mi riferisco naturalmente allo stadio di Empoli», è testo del post di Mori.
Un pensiero che ha generato immediatamente diverse reazioni. Ma è anche un pensiero che ha una doppia lettura: dipende dall’onestà intellettuale di chi lo legge; dal pre-giudizio che ognuno di noi ha nei confronti del progetto che da poche settimane l’Empoli ha presentato e che, come nelle più classiche delle cose, ci ha trasformato tutti in architetti, esperti di finanza e della nuova filosofia del calcio nei confronti degli impianti.
La prima lettura che possiamo dare al post di Mori è quella che vale anche per il teatro: sono state fatte le analisi dei costi di gestione? Una volta costruito, il nuovo stadio, con i negozi, con il supermercato, con l’auditorium, con – probabilmente –un albergo al posto dell’attuale Sussidiario (ma qui potrebbe sorgere anche un parco), siamo in grado di sostenere economicamente l’opera? Insomma, non sarà una possibile cattedrale nel deserto?
L’altra lettura è molto più fine, più nascosta. Ma lampante: siano gli esperti, dice Mori, a prendere le decisioni. E’ giusto, come già sta facendo il sindaco Alessio Mantellassi ad avviare un percorso di ascolto per capire cosa ne pensa la gente. Raccogliere le opinioni degli esercenti (quei 23 negozi previsti nella pancia della tribuna che impatto avranno sull’area di Serravalle e sulle attuali attività esistenti? E il supermercato?), dei cittadini che possono avere perplessità sulla viabilità, sull’impatto della maggiore presenza nell’area, anche in virtù di un possibile e probabile utilizzo dell’impianto che vada oltre la partita settimanale dell’Empoli calcio. Ma alla fine, dice Mori, quel che conta saranno i numeri.
E allora vediamoli, almeno per il momento, i numeri che ruotano intorno al progetto del nuovo Castellani.
A fare un calcolo delle ricadute che il progetto potrebbe avere sul territorio chi ha pensato la Open Economics, una società che effettua analisi approfondite delle strutture economiche e dei contest di business, applicando metodologie avanzate di valutazione degli effetti di politiche e investimenti e sviluppando soluzione complesse di finanza sostenibile.
Lo studio di OpenEconomics riguarda gli investimenti che ruotano intorno ai progetti di rifacimenti di 14 stadi in tutta Italia, misurando l’impatto dei cantieri sull’economia italiana.
La spesa per i 14 stadi in fase di realizzazione o di progettazione si aggira intorno ai 2,9 miliardi di euro. In questa cifra sono compresi i 45 milioni di euro che servono per rifare il trucco al Carlo Castellani.
Lo studio di Open Economics ha prodotto questi risultati: a livello nazionale sarà di 4,8 miliardi di euro il Pil prodotto; si avranno 10 mila occupati stabili, cioè addetti ai cantieri durante la lavorazione; il reddito delle famiglie, grazie a questi cantiei sarà complessivamente di 4,5 miliardi di euro e le entrate fiscali ammonteranno a 2,1 miliardi.
Se prendiamo in considerazione l’opera che l’Empoli calcio ha progettato e che adesso si trova al vaglio dell’amministrazione comunale, il pil che il cantiere del Castellani produrrà si aggira intorno ai 74 milioni di euro. E 32 milioni di euro potrebbero essere le nuove entrate fiscali nel corso degli anni che servono per realizzare il nuovo impianto. Che, secondo il crono programma presentato dalla società di calcio, sarebbe di cieca trenta mesi spalmati su tre stagioni calcistiche per evitare disagi e spostamenti alla squadra di calcio.
Insomma, le analisi che dovranno essere fatte intorno al nuovo stadio non potranno prescindere dai numeri. Anche quelli, in termini di occupazione, di reddito prodotto , ma ahimé di ricadute negatve sull’area che potrebbero avere i venti e passa esercizi commerciali che l’Empoli ha ipotizzato negli spazi sotto la tribuna.