Sicurezza, la ricetta di Azione: un coordinamento delle forze
03-04-2024 11:09 - Politica
«Dei dieci punti che ha presentato il candidato sindaco per il centrosinistra Alessio Mantellassi sulla sicurezza, terremo accesa la nostra attenzione soprattutto sul quarto. Lavoreremo per questo: per il coordinamento delle forze di polizia in città. Cercheremo di instaurare un “patto” con gli altri Comuni del nostro circondario e con la Prefettura, per mettere in chiaro “chi fa cosa” nei prossimi tre anni, per utilizzare al meglio le forze che sono sul territorio. Cercheremo un maggiore coordinamento anche con le Ferrovie dello Stato per avere l’ausilio della sicurezza aziendale, attiva sul capoluogo ma meno nelle località della provincia. E la stessa collaborazione dobbiamo continuare a metterla in atto con le associazioni di volontariato che tanto fanno in città».
E’ il pensiero di Azione-Empoli sul tema della sicurezza. Lo illustra Franco Pescali, esponente del partito di Calenda, ex pilota di elicotteri e “flight safety manager” presso la polizia di Stato, nel convegno che “Empoli in azione” e Azione Under30 Empolese Valdelsa hanno organizzato al Dopolavoro Ferroviario di Empoli, proprio per parlare delle strategie che applicheranno nel caso di vittoria alle elezioni, dove Azione, insieme al Pd e a Sinistra Italiana-Verdi, oltre ad alcune liste civiche che ancora non sono state rese pubbliche, appoggia la candidatura di Alessio Mantellassi.
Il convegno aveva come titolo proprio “Riflettori sulla città: sicurezza, luoghi e persone”. E, coordinati da Luca Ferrara, segretario empolese di Azione, sono intervenuti Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto e consulente della commissione antimafia e Renato Scalia, consigliere della Fondazione Caponnetto ed ex membro della Direzione investigativa antimafia e della Digos. Partendo dalla cresciuta percezione di insicurezza dei cittadini, gli ospiti della serata sono stati chiamati a illustrare la situazione della nostra zona ma anche a dispensare alcuni consigli su come la tendenza possa e debba essere invertita.
Il quadro – attuale e dei prossimi anni – emerso dalle parole dei due qualificatissimi ospiti, risulta piuttosto preoccupante.
INFILTRAZIONI MALAVITOSE. «In Toscana sono presenti tutte le mafie – è l’esordio di Salvatore Caleri – a Firenze come in provincia. C’è la mafia siciliana, la ndrangheta calabrese, presente soprattutto a Livorno, per via del porto e dello spaccio della droga, c’è presenza di camorra, anche in questa zona. Abbiamo la certezza di presenza di mafia pugliese e anche laziale».
Ed è lo stesso anche per le mafie straniere. «Quella cinese – prosegue Calleri – è presente da decenni. Nel pratese ma anche nell’Empolese. Ricordate quel cinese, esperto di arti marziali che in centro a Empoli reagì a una rapina uccidendo due dei rapinatori e ferendone uno? Era il 2001. I banditi arrivarono da Milano, erano componenti della famosa Triade. I cinesi agiscono così… E poi quella albanese. E’ presentissima: in questo periodo, a Firenze, acquistano tanti locali. C’è la black mafia, quella nigeriana. E’ la più colta: nasce dalle confraternite universitarie. Si appoggiano alla manovalanza di altre nazioni africane per lo spaccio: è quel che succede alle Cascine, alla Fortezza e alla stazione di Firenze. Ma anche qui a Empoli, nei dintorni di piazza don Minzoni. Hanno addirittura un look preciso: capelli platinati, berrettino. Una specie di divisa».
Per non parlare dei rifiuti speciali: Calleri sottolinea che i primi allarmi sono stati lanciati nel 2016. Solo anni dopo si è scoperto del keu.
LE COLPE. A mettere a fuoco i motivi che hanno generato questa situazione è Renato Scalia.«Nel 2005 mancavano 700 agenti- spiega – Colpa del turn-over. Ma non solo: a gennaio a Empoli sono arrivati sei agenti in più al locale commissariato. Ma mancano gli alloggi. La soluzione è assumere, ma anche dotare le città delle strutture che accolgano questi agenti».
LE STRATEGIE DA ADOTTARE: DAL GOVERNO. Dalla visione complessiva del Paese e della Regione, grazie all’invito di Luca Ferrara («quali modalità dobbiamo perseguire per migliorare la situazione della sicurezza?») si passa al territorio. «Occorre agire su più livelli – spiega Calleri – Il governo può agire cambiando la legge Cartabia, facendo norme più restrittive sull’uso delle armi, invertire la tendenza di riduzione degli organici di polizia: per attuare tutto questo servono almeno sette anni. A livello locale occorre rinnovare il Patto della sicurezza, ad esempio con il ricorso alle forze di intervento rapido. Penso agli agenti a cavallo utilizzati per combattere lo spaccio alle Cerbaie: arrivano da ogni parte d’Italia.Per un periodo limitato, questo, lo prevede la legge».
LE STRATEGIE DA ADOTTARE: SUL TERRITORIO. E ancora, una serie di strategie da mettere in atto a livello comunale: coinvolgere le associazioni di categoria, il controllo di vicinato, l’utilizzo delle associazioni delle forze in congedo, occuparsi dei minori non accompagnati e poi esercitare le funzioni che il Tuel, il testo unico degli enti locali, dà al sindaco. «Lo spiegano i primi due comma dell’articolo 54 – spiega Calleri - Il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende all'emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica; allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria; alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone preventivamente il prefetto. Il sindaco, nell'esercizio delle funzioni di cui al comma 1, concorre ad assicurare anche la cooperazione della polizia locale con le Forze di polizia statali, nell'ambito delle direttive di coordinamento impartite dal Ministro dell'interno - Autorità nazionale di pubblica sicurezza».
UNA COMUNITA’ CHE CAMBIA. «Dobbiamo considerare – conclude Franco Pescali – quel che accadrà alla nostra società: abbiamo fatto un’analisi demografica della popolazione di Empoli. Tra dieci anni sarà una città di anziani, che saranno soli, spesso non autonomi. I giovani saranno pochi, quelli che ci saranno, arriveranno da altrove. Ogni anno, in media, nascono duecento bambini in città, la maggior parte da genitori stranieri. Le morti sono il doppio. Calerà anche la popolazione complessiva. Se in questo momento c’è una crescita è dovuta al fatto che molti residenti a Firenze, si spostano in provincia. Una popolazione così è anche più sensibile, più esposta ai reati. La soluzione sarebbe avere più operatori. Ma tenete presente che i 2200 poliziotti che saranno interessati dalle prossime assunzioni, saranno dislocati in cento province italiane. E poi, non possiamo dimenticare che nei prossimi anni saremo interessati dal G7, dal Giubileo e dalle Olimpiadi: gli sforzi saranno tutti indirizzati là, E per le piccole città ci sarà davvero poco. O niente».
E’ il pensiero di Azione-Empoli sul tema della sicurezza. Lo illustra Franco Pescali, esponente del partito di Calenda, ex pilota di elicotteri e “flight safety manager” presso la polizia di Stato, nel convegno che “Empoli in azione” e Azione Under30 Empolese Valdelsa hanno organizzato al Dopolavoro Ferroviario di Empoli, proprio per parlare delle strategie che applicheranno nel caso di vittoria alle elezioni, dove Azione, insieme al Pd e a Sinistra Italiana-Verdi, oltre ad alcune liste civiche che ancora non sono state rese pubbliche, appoggia la candidatura di Alessio Mantellassi.
Il convegno aveva come titolo proprio “Riflettori sulla città: sicurezza, luoghi e persone”. E, coordinati da Luca Ferrara, segretario empolese di Azione, sono intervenuti Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto e consulente della commissione antimafia e Renato Scalia, consigliere della Fondazione Caponnetto ed ex membro della Direzione investigativa antimafia e della Digos. Partendo dalla cresciuta percezione di insicurezza dei cittadini, gli ospiti della serata sono stati chiamati a illustrare la situazione della nostra zona ma anche a dispensare alcuni consigli su come la tendenza possa e debba essere invertita.
Il quadro – attuale e dei prossimi anni – emerso dalle parole dei due qualificatissimi ospiti, risulta piuttosto preoccupante.
INFILTRAZIONI MALAVITOSE. «In Toscana sono presenti tutte le mafie – è l’esordio di Salvatore Caleri – a Firenze come in provincia. C’è la mafia siciliana, la ndrangheta calabrese, presente soprattutto a Livorno, per via del porto e dello spaccio della droga, c’è presenza di camorra, anche in questa zona. Abbiamo la certezza di presenza di mafia pugliese e anche laziale».
Ed è lo stesso anche per le mafie straniere. «Quella cinese – prosegue Calleri – è presente da decenni. Nel pratese ma anche nell’Empolese. Ricordate quel cinese, esperto di arti marziali che in centro a Empoli reagì a una rapina uccidendo due dei rapinatori e ferendone uno? Era il 2001. I banditi arrivarono da Milano, erano componenti della famosa Triade. I cinesi agiscono così… E poi quella albanese. E’ presentissima: in questo periodo, a Firenze, acquistano tanti locali. C’è la black mafia, quella nigeriana. E’ la più colta: nasce dalle confraternite universitarie. Si appoggiano alla manovalanza di altre nazioni africane per lo spaccio: è quel che succede alle Cascine, alla Fortezza e alla stazione di Firenze. Ma anche qui a Empoli, nei dintorni di piazza don Minzoni. Hanno addirittura un look preciso: capelli platinati, berrettino. Una specie di divisa».
Per non parlare dei rifiuti speciali: Calleri sottolinea che i primi allarmi sono stati lanciati nel 2016. Solo anni dopo si è scoperto del keu.
LE COLPE. A mettere a fuoco i motivi che hanno generato questa situazione è Renato Scalia.«Nel 2005 mancavano 700 agenti- spiega – Colpa del turn-over. Ma non solo: a gennaio a Empoli sono arrivati sei agenti in più al locale commissariato. Ma mancano gli alloggi. La soluzione è assumere, ma anche dotare le città delle strutture che accolgano questi agenti».
LE STRATEGIE DA ADOTTARE: DAL GOVERNO. Dalla visione complessiva del Paese e della Regione, grazie all’invito di Luca Ferrara («quali modalità dobbiamo perseguire per migliorare la situazione della sicurezza?») si passa al territorio. «Occorre agire su più livelli – spiega Calleri – Il governo può agire cambiando la legge Cartabia, facendo norme più restrittive sull’uso delle armi, invertire la tendenza di riduzione degli organici di polizia: per attuare tutto questo servono almeno sette anni. A livello locale occorre rinnovare il Patto della sicurezza, ad esempio con il ricorso alle forze di intervento rapido. Penso agli agenti a cavallo utilizzati per combattere lo spaccio alle Cerbaie: arrivano da ogni parte d’Italia.Per un periodo limitato, questo, lo prevede la legge».
LE STRATEGIE DA ADOTTARE: SUL TERRITORIO. E ancora, una serie di strategie da mettere in atto a livello comunale: coinvolgere le associazioni di categoria, il controllo di vicinato, l’utilizzo delle associazioni delle forze in congedo, occuparsi dei minori non accompagnati e poi esercitare le funzioni che il Tuel, il testo unico degli enti locali, dà al sindaco. «Lo spiegano i primi due comma dell’articolo 54 – spiega Calleri - Il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende all'emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica; allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria; alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone preventivamente il prefetto. Il sindaco, nell'esercizio delle funzioni di cui al comma 1, concorre ad assicurare anche la cooperazione della polizia locale con le Forze di polizia statali, nell'ambito delle direttive di coordinamento impartite dal Ministro dell'interno - Autorità nazionale di pubblica sicurezza».
UNA COMUNITA’ CHE CAMBIA. «Dobbiamo considerare – conclude Franco Pescali – quel che accadrà alla nostra società: abbiamo fatto un’analisi demografica della popolazione di Empoli. Tra dieci anni sarà una città di anziani, che saranno soli, spesso non autonomi. I giovani saranno pochi, quelli che ci saranno, arriveranno da altrove. Ogni anno, in media, nascono duecento bambini in città, la maggior parte da genitori stranieri. Le morti sono il doppio. Calerà anche la popolazione complessiva. Se in questo momento c’è una crescita è dovuta al fatto che molti residenti a Firenze, si spostano in provincia. Una popolazione così è anche più sensibile, più esposta ai reati. La soluzione sarebbe avere più operatori. Ma tenete presente che i 2200 poliziotti che saranno interessati dalle prossime assunzioni, saranno dislocati in cento province italiane. E poi, non possiamo dimenticare che nei prossimi anni saremo interessati dal G7, dal Giubileo e dalle Olimpiadi: gli sforzi saranno tutti indirizzati là, E per le piccole città ci sarà davvero poco. O niente».