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Se condividere è un fatto quotidiano: ecco la prima cohousing sociale

18-06-2023 09:14 - Cronaca
La filosofia che sta alla base del progetto è tutta racchiusa in un paio di cartelli che sono stati accuratamente preparati per l’occasione. Scritti a mano, con pennarelli colorati e con la grafia dei bambini che da ora in poi animeranno quello spazio. Spontanei, come lo è il messaggio che portano: Condividere vale il doppio. O Insieme siamo una forza. Li hanno attaccati e fatti trovare alle autorità, i condomini della nuova struttura che, ufficialmente adesso, grazie al progetto di rigenerazione Hope, ospita quegli spazi che prima sono stati carcere, poi sede degli uffici amministrativi dell’azienda sanitaria. E poi ancora Sert, gli ambulatori del servizio di tossicodipendenze. Oggi si chiama Freedom, quasi a celebrare una nuova libertà, ed è il primo esperimento di condominio solidale. Di cohousing. Primo progetto di cohousing sociale per Empoli e per la Toscana. Dentro quel condominio così speciale ha trovato spazio anche un altro progetto, la Smart Home: una casa che attraverso l’utilizzo della domotica più all’avanguardia, permette autonoia e indipendenza alle persone con disabilità. Una smart home concessa all’associazione “Vogliamo prendere il treno”. Quell’edificio e quegli spazi che non venivano utilizzati da diverso tempo, sono diventati 14 alloggi del condominio sociale e la smart home, oltre a tre locali che sono destinati alla Società della Salute dell’Empolese-Valdelsa. “Questo è il frutto di un lungo viaggio, iniziato nel 2015 - ricorda la sindaca Brenda Barnini - Era il 2015 quando decidemmo di partecipare a questo percorso di riqualificazione che interessa il centro storico della città. In questo contesto, gli edifici più importanti dal punto di vista urbanistico e delle funzioni sono questo edificio di piazza 24 Luglio e l’ospedale vecchio di via Paladini, in fase di cantiere. All’epoca avevamo un edificio ormai abbandonato, stanze che avevano avuto tantissime vite, l’ultima con funzioni socio sanitarie. C’erano problemi strutturali che lo rendevano inagibile. Quando iniziammo il percorso di progettazione partimmo dall’analisi dei bisogni della città, convinti che i progetti hanno un valore nel momento in cui si intrecciano con la vita vera della comunità e con i bisogni espressi dalla comunità. E in quel percorso fatto con l’assessora Poggi, che voglio ringraziare perché ognuno ha portato un pezzo di questo testimone, e con Gabriele Danesi, iniziammo a ragionare sulle funzioni abitative: incrociando i dati demografici della nostra popolazione con la mancanza di determinate risposte venne da sé la suggestione che questi spazi potessero diventare cohousing. Questo progetto è stato quindi finanziato, a quel punto c’era da dargli gambe. Lì sono iniziate due traiettorie, di responsabilità del settore Lavori pubblici che ha seguito il cantiere e di costruzione del contenuto: c’era solo una suggestione. Fasi seguite con scrupolo dai nostri uffici che ringrazio insieme a tutti coloro che hanno contribuito a questo progetto. Il raggruppamento Freedom e l’assessora Torrini sono il motivo per cui ce l’abbiamo fatta: ci hanno messo tenacia, forza, volontà di superare tutti gli ostacoli. Giorno dopo giorno, abbiamo aggiustato il tiro, a volte rimesso in discussione idee: volevamo rispondere a qualcosa di nuovo. La 'colla'? L’obiettivo di combattere la solitudine, oltre il bisogno. A un certo punto c’è stato un bellissimo incrocio con Vorrei Prendere il Treno: con Carlo Tempesti e Iacopo Melio, ci eravamo visti per realizzare un appartamento abilitante, qualche ipotesi, qualche proposta. Poi ci siamo detti: Freedom è il luogo giusto ed ecco che è cresciuto un altro ramo di questo albero. Alla fine in questo luogo, si è messo insieme tutto quello che di nuovo e funzionale e necessario ci deve essere in città nei prossimi anni, anche forti del ‘tassello’ della Sds e l’innesto del PNRR, con tre appartamenti che hanno l’obiettivo di prendere in carico gli anziani. Nel 2015, eravamo molto volenterosi di rimettere vita e funzioni in contenitori urbani vuoti ma molto meno consapevoli di oggi che questo tipo di sfide servono a connotare il presente e il futuro delle città: mi impegnerò affinché quello che è Freedom il più possibile sia conosciuto dai privati che costruiscono abitazioni, perché questo possa diventare realmente modello dell’abitare dell’oggi e del domani. C’è bisogno di questo. La grande sfida è diffondere questo modello”.



"È una bella giornata per tutta la comunità di Empoli, non solo per le persone che potranno vivere nel condominio solidale ed esserne parte attiva, con le proprie diverse esperienze, bisogni e prospettive - spiega l'assessora regionale alle Politiche sociali e abitative, Serena Spinelli - Questo progetto dimostra che la dimensione abitativa può essere la base per costruire nuove e più forti relazioni di comunità, migliorando la qualità della convivenza. Grazie al Comune di Empoli, per aver voluto sperimentare un progetto innovativo, alle associazioni e agli enti del terzo settore coinvolti e a tutti coloro che hanno lavorato per arrivare a questo risultato. Un esempio di come questa sinergia riesca ad attivare al meglio le risorse presenti nelle nostre comunità".



"Con questa operazione si recupera un patrimonio che va a disposizione di persone con fragilità e, al contempo, si investe sulla loro autonomia - commenta il vicepresidente della Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa, Simone Giglioli - Si tratta di una delle principali forme di inclusione sociale ed è giusto che le istituzioni, insieme a molte associazioni, favoriscano lo sviluppo di progetti per persone più svantaggiate".



“La costruzione di tutto il percorso che ha portato alla realizzazione del cohousing Freedom - affermano Gabriele Danesi, coordinatore dell'ATI ‘Freedom condividere l’abitare’ e referente dell'associazione Auser Abitare Solidale, assieme a Marco Peruzzi, Cristina Dragonetti, Monica Matteoli, Cristian Pardossi, e Nicola Tani rappresentanti rispettivamente di Casae Cooperativa sociale per l'abitare, Cooperativa sociale Sintesi Minerva, Cooperativa sociale La Pietra d'Angolo, Sociolab impresa sociale e Auser Filo d'Argento Empoli, partner dell'ATI - è il frutto di un processo ancora in corso e caratterizzato da più livelli di innovazione, partendo dalla coprogettazione iniziale tra il Comune di Empoli e le varie ETS che compongono l'attuale gestore dei 10 alloggi destinati al cohousing, sino alle modalità di scelta dei residenti. L'avviso, che abbiamo elaborato ex novo, conteneva infatti dei criteri di valutazione che dessero pari rilevanza alle condizioni economico reddituali dei candidati, e al loro profilo personale, alla capacità di vivere e costruire al meglio un contesto di relazioni positive e comunque sfidanti. Le 45 domande pervenute sono state valutate da un'apposita commissione composta da rappresentanti dell'ATI e da una referente del Comune, partendo prima dalla verifica della presenza dei requisiti minimi (reddito, residenza), per poi passare a un'analisi più sociale e soggettiva del profilo dei singoli candidati. Tale analisi ha previsto anche un colloquio personale e tre incontri collettivi che potremmo definire la fase zero della costruzione di comunità, momento essenziale per individuare i definitivi 10 nuclei assegnatari. A oggi - precisano i rappresentanti del gestore sociale che si occuperà del managing immobiliare (riscossione affitti, piccole manutenzioni) e di favorire dinamiche solidali, partecipazione e benessere complessivo dei cohouser - vivono a Freedom 22 persone. L’età media degli abitanti di Freedom è di 29 anni. Infatti il 62% dei futuri abitanti ha meno di 35 anni e questa percentuale include 6 bambini sotto i 12 anni, anzi 7, perché nei giorni scorsi Freedom ha avuto il suo primo fiocco rosa.Un buon auspicio per il lavoro che ci aspetta nelle prossime settimane, tutto concentrato sulla seconda fase di costruzione della Comunità dei residenti che coinvolgerà anche l'ospite dell'altro bel progetto abitativo promosso dall'associazione Vorrei Prendere il Treno!”.



“Il progetto Smart Home - evidenzia il presidente dell'associazione, Carlo Tempesti - è un progetto pilota ed è stato banco di prova per la nostra associazione. Ha richiesto tempo e dedizione, ma finalmente oggi siamo giunti alla sua conclusione. Vorrei Prendere il Treno ETS è impegnata su tutto il territorio nazionale ma avviare questa sperimentazione a Empoli, in sinergia con soggetti pubblici regionali e locali e con l’ausilio delle competenze messe a disposizione dalle ditte artigianali locali che vi hanno lavorato, è stato molto significativo per noi. Vogliamo essere pionieri in questo settore e questo appartamento ci ha permesso di creare un progetto che potrà essere esportato anche nel resto della Toscana e oltre. In questo appartamento gli ospiti potranno trascorrere in autonomia un periodo della vita utilizzando e testando dispositivi e accorgimenti idonei ad annullare, in parte o totalmente, le limitazioni che le persone con disabilità usualmente incontrano negli appartamenti pensati secondo logiche progettuali comuni. Di questo beneficeranno tutti, i diretti interessati che potranno essere autonomi e indipendenti come chiunque altro ma anche le loro famiglie che potranno essere più libere. La libertà per una persona con disabilità si dice abbia un costo molto alto e noi abbiamo voluto dimostrare che invece è possibile abbattere anche questa barriera, con la speranza che in futuro possa essere d’esempio ad altri, creando un precedente positivo che può diventare uno standard nelle regole dell’edilizia. E’ un lavoro culturale da incentivare e coltivare insieme alle istituzioni e a tutte le persone che sostengono la nostra associazione. Un particolare ringraziamento alla Sindaca del Comune di Empoli Brenda Barnini, alla Dirigente Asl dott.ssa Rossella Boldrini e al direttore della SDS dott. Franco Doni per aver creduto fin dall’inizio nel progetto di Iacopo".



"La strategia di rigenerazione urbana del Comune di Empoli nasce diversi anni fa con la precisa volontà di recuperare importanti 'volumi' del centro città dismessi o non completamente utilizzati, per restituire ai cittadini una qualità dell’abitare e del vivere migliore, riducendo il degrado sociale e ambientale - spiega l'ingegner Roberta Scardigli, dirigente del settore Lavori pubblici - Per fare questo ci siamo concentrati sulla ristrutturazione e la riqualificazione di tre importanti immobili di proprietà comunale, quello di piazza XXIV Luglio che inauguriamo oggi, l'ex complesso San Giuseppe e la biblioteca comunale, al fine di attuare concreti interventi di rigenerazione urbana attraverso l'individuazione di specifiche funzioni sociali e sanitarie, abitative e di coesione, da allocare all'interno di questi edifici. E' una grande emozione per me vedere gli alloggi abitati con la presenza di bambini e osservare piazza XXIV Luglio, il primo intervento realizzato, di nuovo viva e frequentata".



“Quella che oggi inauguriamo è una bella esperienza, un’esperienza importante - ci tiene a spiegare Sandra Bertini, dirigente settore Servizi alla persona - Freedom voleva essere progetto di garanzia di percorso autonomo. Fin dalla scelta del nome abbiamo voluto esprimere un concetto di autonomia dentro l’appartenenza. Abbiamo scelto, durante il percorso, di confrontarci con il Terzo Settore, una e scelta azzeccata, che ci ha aiutato dove non abbiamo esperienza, Siamo andati a bando, selezionato i partner e poi avviato la fase di coprogettazione con la rete. Una ricchezza. Poi spazio alla convenzione e di nuovo a un bando per individuare i cohouser, con caratteristiche specifiche. L’amministrazione veniva da altre esperienze di coprogettazione ma questa è stata differente anche per il quadro normativo, oltre che per le dinamiche che ha racchiuso in sé”.





IL PROGETTO - L'edificio di piazza XXIV Luglio si colloca nel centro storico di Empoli, tra via dei Neri e una serie di spazi aperti riqualificati nell'ambito del progetto di rigenerazione urbana HOPE (Home of People and Equality). HOPE, avviato dall’amministrazione nel 2016 e in corso di attuazione, interessa gli spazi aperti di un importante settore del centro storico e alcuni edifici strategici di proprietà comunale: oltre all'ex Sert, riguarda il complesso del San Giuseppe in via Paladini, che comprende l’ex ospedale cittadino e l’ex Convitto infermieri. L'edificio di piazza XXIV Luglio è stato in primo luogo riqualificato mediante un importante intervento di adeguamento strutturale, che ha ricostruito per intero le fondazioni perimetrali e interne. Si è poi intervenuti sull'efficienza energetica della struttura al fine di raggiungere alte performance nel comfort ambientale e ridotti costi di esercizio. Pur non trattandosi di un bene vincolato, sono stati mantenuti tutti i valori storici dell'edificio che, nonostante i numerosi interventi avvenuti nel Dopoguerra, si sono mantenuti pressoché inalterati rispetto all'edificio ottocentesco originale, come la facciata su piazza XXIV Luglio o alcune strutture voltate interne. L'investimento complessivo finale dell'opera è stato di oltre 2,8 milioni di euro, dei quali 2,2 milioni per l'intervento edilizio, finanziati nell'ambito del POR-FESR 2014-2020 con un importo di oltre 1,8 milioni di euro. L'intervento ha previsto la conversione dell'immobile, già utilizzato come SerT, in polo socio-sanitario e assistenziale secondo i nuovi modelli di servizi per la collettività erogati sul territorio, realizzando al piano terra una Casa della comunità e ai due piani superiori il condominio solidale che ospita anche la Smart Home. La sfida è stata quella di creare nuove forme di assistenzialità, residenzialità e socialità urbana, in grado di riportare dentro il perimetro del centro storico una serie di funzioni pubbliche così da favorire la promozione e l’inclusione sociale in linea con le strategie di sviluppo urbano sostenibile, promosse dalla Regione Toscana con i Progetti di Innovazione Urbana. La Casa di comunità, che aprirà le porte nelle prossime settimane, intesa come struttura della medicina del territorio e centro di ascolto per i più giovani, oltre a offrire un servizio di assistenza socio-sanitaria integrato ai residenti del centro storico, è concepita come un presidio medico e infermieristico, in grado di rispondere in modo flessibile alle diverse esigenze, così da diventare un punto di riferimento per tutta la comunità locale. Il Condominio solidale, invece, conta quattordici appartamenti complessivi dei quali dieci gestiti dall'ATI Freedom, uno (Smart Home) concesso all'associazione Vorrei Prendere il Treno ETS e tre della Società della Salute Empolese Valdelsa. Il progetto nasce per dare risposta alle criticità abitative sia delle categorie deboli consolidate, in particolare gli anziani soli, sia di quelle a rischio di nuove forme di fragilità e povertà, principalmente temporanea, quali giovani coppie, donne vittime di violenza, madri con figli, padri separati, potenziando al tempo stesso l'integrazione culturale.



FREEDOM - Rappresenta un nuovo modo di concepire la casa e di rispondere al multiforme fenomeno della povertà abitativa, ponendosi come prima esperienza di coprogettazione su un tema totalmente nuovo nel panorama toscano, ossia quello del cohousing in un immobile pubblico, ma con un gestore del privato sociale. L'elemento nuovo è che gli ambizioni processi di rigenerazione urbana del progetto HOPE, promosso dal Comune di Empoli, si intersecano in Freedom – che di HOPE è parte integrante - con un altro tipo di rigenerazione, quella delle relazioni umane tra i residenti e tra essi e la città. La composizione architettonica della palazzina posta in piazza XXIV luglio con la compresenza di alloggi privati – dai mono ai trilocali – e di spazi comuni è pensata in effetti per favorire una dimensione relazionale positiva tra gli abitanti, che da semplici residenti di uno stesso condominio possono divenire una comunità collaborante. Una comunità capace non solo di pensare e gestire attività e servizi per il benessere e il buon abitare dentro Freedom, ma anche di creare occasioni di riqualificazione e rivitalizzazione del contesto urbano di prossimità.



SMART HOME - Un appartamento domotico e accessibile alle persone con disabilità. La Smart Home è un appartamento realizzato su progetto dell'associazione Vorrei Prendere il Treno ETS, cofinanziato dalla Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa, con le risorse del PNRR. Su idea di Iacopo Melio, al tempo presidente della onlus, il 20 gennaio 2020 venne sottoscritto un protocollo tra la il CRA della Regione Toscana, la SDS, la ASL Toscana Centro, finalizzato alla realizzazione di un luogo dove sperimentare la vita indipendente per le persone con disabilità. Grazie al Comune di Empoli che ha messo a disposizione un locale in ristrutturazione nel 2021, oggi il progetto si è concretizzato ed è diventato realtà. L’appartamento che ospita questa sperimentazione, ristrutturato nell’ambito del grande progetto ‘HOPE’, è al primo piano dell’edificio in piazza XXIV Luglio 1. Il locale di 73 mq con soggiorno-cucina e due camere, accessibile per mezzo di uno spazioso ascensore e rampa d’accesso all’edificio, è uno spazio dove la persona con disabilità motoria o sensoriale, per un periodo di tempo concordato con l'associazione Vorrei Prendere il Treno, può sperimentare cosa significhi vivere in completa autonomia, in un contesto totalmente inclusivo e accessibile, dove la tecnologia più evoluta garantisce la conquista di ampi spazi di libertà. Le funzioni necessarie alla conduzione dell’appartamento possono essere comandate e regolate tramite un App installata sul cellulare che con comandi, sia digitali che vocali, permette di gestire tutte le operazioni quotidiane come accendere le luci, aprire le finestre, chiedere soccorso e tanto altro. Tutti i locali, come cucina, bagno e camera da letto, sono stati progettati e arredati per consentire la massima autonomia, la massima accessibilità e il massimo comfort.

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