Rosy Bindi: l’acqua in borsa? Si vantano pure…..
14-09-2023 17:11 - Opinioni
Non sono soggetti che si muovono seguendo qualche logica personale, non sono signor no che spiegano il mondo sentendosi forte dell’iscrizione ad un social, non sono persone che, quando aprono bocca, lo fanno a caso. Sono Rosy Bindi e Vannino Chiti, due figure di spicco della recente storia ai livelli più alti del partito democratico, due persone che, quando dicono qualcosa, meritano sempre di essere ascoltate. E, sul palco di villa Arrivabene a Firenze dove si sono ritrovate assieme al professor Tomaso Montanari per parlare dei temi dell’ultimo libro di Chiti ‘Dare un’anima alla sinistra’, i due ex parlamentari toscani hanno toccato nel loro ragionamento anche il tema che agita la politica toscana in questa fase pre-elettorale: l’acqua in borsa.
Inizia Rosy Bindi. “Il fatto che la Toscana si vanti di essere stata la prima regione che ha privatizzato l’acqua è una cosa che mi sta qui”. Non serve nemmeno spiegare il gesto che fa per dare ancora più forza al concetto espresso con le sue parole. Come nel suo stile, la ex presidente della commissione antimafia non ha usato giri di parole andando dritta al punto. “Questa è una medaglietta che puntualmente qualcuno si vuol appendere al petto perché noi siamo stati i primi. Un nostro amico sindaco ci diceva: una volta il comune mi dava l’acqua gratis, oggi mi da i concerti e l’acqua me la fa pagare in maniera salata. Non ce l’ho con i concerti – aggiunge sorridendo– però, forse, nelle priorità dei beni comuni l’acqua è un po’ più importante, anche perché dimostra una certa visione”.
Un concetto ripreso con chiarezza anche da Vannino Chiti: “Quotare l’acqua in borsa con la multiutility? Non ci siamo, non ci siamo. Perché non c’è solo un valore simbolico, e comunque contano anche i simboli, ma si mettono i beni fondamentali nelle mani del profitto e, se si fa così, la logica del mercato diventa logica della società. Ed allora è finita”.
Inizia Rosy Bindi. “Il fatto che la Toscana si vanti di essere stata la prima regione che ha privatizzato l’acqua è una cosa che mi sta qui”. Non serve nemmeno spiegare il gesto che fa per dare ancora più forza al concetto espresso con le sue parole. Come nel suo stile, la ex presidente della commissione antimafia non ha usato giri di parole andando dritta al punto. “Questa è una medaglietta che puntualmente qualcuno si vuol appendere al petto perché noi siamo stati i primi. Un nostro amico sindaco ci diceva: una volta il comune mi dava l’acqua gratis, oggi mi da i concerti e l’acqua me la fa pagare in maniera salata. Non ce l’ho con i concerti – aggiunge sorridendo– però, forse, nelle priorità dei beni comuni l’acqua è un po’ più importante, anche perché dimostra una certa visione”.
Un concetto ripreso con chiarezza anche da Vannino Chiti: “Quotare l’acqua in borsa con la multiutility? Non ci siamo, non ci siamo. Perché non c’è solo un valore simbolico, e comunque contano anche i simboli, ma si mettono i beni fondamentali nelle mani del profitto e, se si fa così, la logica del mercato diventa logica della società. Ed allora è finita”.
Marco Mainardi