08 Settembre 2024
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Raddoppio Empoli-Granaiolo, il Comitato: Il Comune riprenda il tavolo di confronto

08-11-2023 21:48 - Le interviste di Clebs.it
L'allarme – e anche la rabbia - sono scattate dopo aver letto l'annuncio dell'esito di gara pubblicata sul quotidiano La Repubblica del 6 novembre scorso: il 27 ottobre è stata assegnata l'esecuzione del progetto esecutivo per i lavori sia del raddoppio ferroviario che della viabilità conseguente alla chiusura dei passaggi a livello per il raddoppio della linea Ferroviaria tra Granaiolo ed Empoli, sulla linea per Siena.

Allarme e rabbia che hanno portato il Comitato “Per un altro raddoppio” sul piede di guerra: «Dobbiamo riprendere subito il tavolo di confronto con l'amministrazione comunale – è il senso di un post pubblicato sull'apposita pagina social del Comitato – altrimenti le nostre tesi non saranno prese in considerazione».

E danno anche un ultimatum: «Se non saremo convocati dall'amministrazione comunale nei prossimi 15 giorni studieremo delle forme di protesta per far sentire le nostre ragioni».

A fare il punto della situazione ci pensa Paolo Gaccione, uno dei membri del Comitato che ha proposto e richiesto un percorso alternativo. E che, per questo motivo, ha fatto anche ricorso al Tar, il tribunale amministrativo regionale.
«A questo punto – spiega Gaccione – ci sono 180 giorni di tempo per accogliere il progetto esecutivo. Ma tutto questo potrebbe avvenire anche prima. Insomma non c'è più tempo da perdere, se gli amministratori vogliono realmente ascoltare e accogliere le nostre richieste».

Qualche incontro, però, nei mesi scorsi, con il Comune di Empoli c'è stato.

«Sì, un paio di volte il tavolo di confronto è stato fatto. Fu la sindaca stessa, in uno degli incontri che la giunta ha fatto in questi anni, a Fontanella, a dirci che lei non era favorevole a un percorso alternativo, come proponevamo noi. Ma che avrebbe fatto tutto quel che le era possibile per mitigare i disagi che si sarebbero presentati sia durante l'esecuzione dei lavori, sia dopo».

Poi si sono interrotti questi incontri.


«Ci fu detto che li avremmo ripresi dopo le decisioni del Tar. Ma il tribunale amministrativo, a settembre, ha deciso di rinviare la sentenza a febbraio. E noi non possiamo attendere fino a quel momento. Rischiamo di non essere più in tempo per far sentire la nostra voce, le nostre richieste».

Ma quali sono le proposte che fate?

«Abbiamo presentato 29 punti e vorremmo far presenti anche le cose più banali per ridurre disagi e pericoli. Ma c'è un tema importante come quello legato all'eliminazione dei passaggi a livello, della realizzazione dei sottopassi e dei muri di sostegno. E' fondamentale, riguarda il rischio idrico perché noi, come centro abitato, siamo ai piedi di Monterappoli. A questo proposito, visto che agli incontri erano presenti anche dei tecnici, ci fu prospettata la realizzazione di una diga a monte, per eliminare il problema. Abbiamo chiesto di vederne il progetto, non ci è mai stato mostrato».

E' stata la vostra decisione di presentare il ricorso al Tar che ha fatto interrompere il dialogo?


«Non abbiamo versioni ufficiali, ma pare, da quel che ci hanno detto, che essendo una buona parte dei membri che siedono a quel tavolo, anche ricorrenti, ci sarebbe stato un conflitto di interessi. Che quel confronto non poteva andare avanti. Un'altra versione di questa interruzione riguarderebbe il fatto che, nel nostro ricorso c'è un richiamo diretto all'amministrazione comunale di Empoli che, quel progetto, in qualche modo, l'ha accolto, non l'ha contrastato».

Beh, questo però, la sindaca Brenda Barnini ve lo ha detto chiaramente: non è favorevole a un percorso alternativo, come chiedete voi del Comitato.

«Una situazione simile si è presentata anche in altri comuni d'Italia. E l'atteggiamento dei primi cittadini è stato differente. Per il raddoppio della Pescara Roma, si è addirittura costituito un comitato di sindaci contro il progetto. Chieti, che è Comune capofila ed è amministrato da un sindaco del Pd, ha aderito al comitato dei cittadini. Un altro paese, San Giovanni a Teatino, con un sindaco di destra, ha lottato per avere un percorso alternativo. Se lo hanno fatto, si vede che era possibile farlo».
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