Raccontare il passato, per capire la Empoli di oggi
29-09-2023 08:32 - Libridine
di Stefano Romagnoli
Spesso, quando scriviamo di storia, si pensa che ci riferiamo a società che non esistono più, a mondi di cui è giusto tenere memoria perché non ne ritroviamo più traccia nella nostra vita quotidiana.
In realtà, questa convinzione non è del tutto vera. Ancora oggi, lo sviluppo della economia, delle convinzioni politiche, del paesaggio presentano segni precisi delle epoche passate.
Questo vale anche per Empoli e la sua storia sociale. Il periodo che va dal 1880 al 1914 evidenzia i primi segni delle novità che caratterizzeranno il periodo dopo la prima guerra mondiale e che porteranno al regime fascista. Queste tracce saranno poi ancora riscontrabili nello sviluppo economico e sociale che investirà l'empolese nel secondo dopoguerra e che lo porterà a sperimentare quella forma sociale particolare che è stato chiamato “distretto industriale” e che ancora oggi vede una fortissima presenza di piccole imprese. Fra la fine dell'800 e l'inizio del 900, infatti, emergono in questa terra forze e tendenze che creano piccole crepe in una società sostanzialmente statica da circa un secolo. Si sviluppa un primo nucleo di industrie (fiammiferi e vetrerie), seppur in forme molto particolari con il ricorso al lavoro a domicilio e femminile, cresce un ceto “borghese” che si allea con la tradizionale proprietà fondiaria per la gestione delle comunità locali, si sviluppa un primo movimento socialista che dà espressione ai senza voce e che assumerà la guida di Empoli per tutto il secondo dopoguerra. E nonostante ciò, il sistema sociale familiare di fatto non si altera, la stratificazione del potere si perpetua, la mobilità fisica e sociale è quasi inesistente.
In questo periodo si attivano condizioni che nel tempo segneranno le condizioni basilari per una diversa e articolata società della nostra città: sono le novità legate alla mobilità (dalla ferrovia alle prime automobili), al diffondersi di nuove forme di assistenza e sanità (i primi medici condotti, lo sviluppo delle organizzazioni di volontariato, lo sviluppo dell'ospedale), alle nuove forme di socialità (sindacali, sportive, culturali). Soprattutto si assiste alla prima grande alfabetizzazione, certamente funzionale alle nuove esigenze dell'economia, che porta la capacità di leggere e scrivere ad oltre i due terzi della popolazione.
Racconteremo dei lavori scomparsi, delle lotte per il miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro, della continua lotta per la salute, della spasmodica ricerca di acqua potabile.
Descriveremo i comportamenti sociali, dal rapporto con il potere (dal padrone al sacerdote), al rapporto fra i sessi, alla violenza che attraversava la vita quotidiana.
Lo faremo attraverso le voci dell'epoca, dando spazio ai racconti, alle denunce, ai documenti raccolti negli archivi dei comuni della zona empolese e nei giornali dell'epoca. Un piccolo assaggio del 1893:
Oh se è destin che mille e mille soffrano mentre sol uno gode,
s'è ver che il cielo, il cielo promesso ai miseri, i miseri non ode
Non pieci o pianti, ma bestemmie orribili, io vo' scagliar con voi
O deriletti , o sconsolati, o innumere stuol d'ignoranti eroi
In realtà, questa convinzione non è del tutto vera. Ancora oggi, lo sviluppo della economia, delle convinzioni politiche, del paesaggio presentano segni precisi delle epoche passate.
Questo vale anche per Empoli e la sua storia sociale. Il periodo che va dal 1880 al 1914 evidenzia i primi segni delle novità che caratterizzeranno il periodo dopo la prima guerra mondiale e che porteranno al regime fascista. Queste tracce saranno poi ancora riscontrabili nello sviluppo economico e sociale che investirà l'empolese nel secondo dopoguerra e che lo porterà a sperimentare quella forma sociale particolare che è stato chiamato “distretto industriale” e che ancora oggi vede una fortissima presenza di piccole imprese. Fra la fine dell'800 e l'inizio del 900, infatti, emergono in questa terra forze e tendenze che creano piccole crepe in una società sostanzialmente statica da circa un secolo. Si sviluppa un primo nucleo di industrie (fiammiferi e vetrerie), seppur in forme molto particolari con il ricorso al lavoro a domicilio e femminile, cresce un ceto “borghese” che si allea con la tradizionale proprietà fondiaria per la gestione delle comunità locali, si sviluppa un primo movimento socialista che dà espressione ai senza voce e che assumerà la guida di Empoli per tutto il secondo dopoguerra. E nonostante ciò, il sistema sociale familiare di fatto non si altera, la stratificazione del potere si perpetua, la mobilità fisica e sociale è quasi inesistente.
In questo periodo si attivano condizioni che nel tempo segneranno le condizioni basilari per una diversa e articolata società della nostra città: sono le novità legate alla mobilità (dalla ferrovia alle prime automobili), al diffondersi di nuove forme di assistenza e sanità (i primi medici condotti, lo sviluppo delle organizzazioni di volontariato, lo sviluppo dell'ospedale), alle nuove forme di socialità (sindacali, sportive, culturali). Soprattutto si assiste alla prima grande alfabetizzazione, certamente funzionale alle nuove esigenze dell'economia, che porta la capacità di leggere e scrivere ad oltre i due terzi della popolazione.
Racconteremo dei lavori scomparsi, delle lotte per il miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro, della continua lotta per la salute, della spasmodica ricerca di acqua potabile.
Descriveremo i comportamenti sociali, dal rapporto con il potere (dal padrone al sacerdote), al rapporto fra i sessi, alla violenza che attraversava la vita quotidiana.
Lo faremo attraverso le voci dell'epoca, dando spazio ai racconti, alle denunce, ai documenti raccolti negli archivi dei comuni della zona empolese e nei giornali dell'epoca. Un piccolo assaggio del 1893:
Oh se è destin che mille e mille soffrano mentre sol uno gode,
s'è ver che il cielo, il cielo promesso ai miseri, i miseri non ode
Non pieci o pianti, ma bestemmie orribili, io vo' scagliar con voi
O deriletti , o sconsolati, o innumere stuol d'ignoranti eroi