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Quando la politica empolese si occupava anche dei temi internazionali

17-12-2023 17:35 - Opinioni
di Tiberio Tanzini

Scrivo volentieri questa nota polemica con spirito costruttivo rivolto al futuro sindaco o sindaca, chiunque sarà.

La sala delle adunanze della Misericordia di Empoli ha ospitato per un confronto organizzato dal comitato ‘Empoli per la pace’ Marco Tarquinio, grande giornalista ed ex direttore del quotidiano Avvenire. Un incontro partecipato di livello politico davvero elevato su tutte le guerre nel mondo complessivamente intese. Inevitabilmente si è parlato molto del massacro in corso a Gaza e del lungo conflitto che dal 1947 insanguina tutta la Palestina, delle sue origini e cause, nonché della guerra in Ucraina iniziata nel 2014 da un colpo di stato filo-occidentale e che ha avuto una esplosione con l’invasione russa nel 2022, ma avendo presente tutta la complessità delle 184 guerre in corso nel mondo.

Abbiamo notato anche l’assenza delle istituzioni locali, non solo in questa occasione, ma anche nei cinque incontri precedenti organizzati dal comitato Empoli per la Pace con Dinelli, Gallo, La Valle, Bradanini e quello sul massacro in corso a Gaza del 28 ottobre con l’attivista palestinese Mazin Qumsiyeh. Questa ripetuta circostanza, questa costante assenza dell’istituzione comunale sulla guerra mondiale a pezzi in corso, mi ha sollecitato la memoria personale.

Nel 1999 alle elezioni amministrative accettai la candidatura indipendente “di servizio” nella lista di Rifondazione Comunista che era stata estromessa dalla alleanza di centrosinistra, esclusivamente per sostenere come potevo l’unico partito parlamentare che era stato coerentemente contrario all’intervento armato con la attiva partecipazione del governo D‘Alema in Serbia e Kosovo. Del tutto imprevedibilmente mi trovai ad essere eletto consigliere comunale d’opposizione per 5 anni alla giunta del sindaco Vittorio Bugli. Facemmo con il compagno Bicchielli e il partito di Rifondazione Comunista un’opposizione ferma e costruttiva sui temi locali, come tutte le opposizioni a sinistra che da allora si sono consolidate ad Empoli, tuttavia apprezzai come Vittorio Bugli si mosse con intelligenza e lungimiranza sul terreno delle grandi questioni internazionali della pace e della guerra, consapevole che Empoli non sta su un altro pianeta ma su questa terra: furono gli anni del premio Pozzale e poi del Leone D’oro a Gino Strada, della partecipazione del comune al G8 di Genova nel 2001, della partecipazione alle mobilitazioni pacifiste europee del 2003 contro la guerra di disintegrazione dell’Iraq ad opera della NATO.

Successivamente abbiamo assistito ad un progressivo decadimento dell’attenzione dell’amministrazione e dei sindaci sulle grandi questioni internazionali e della pace che condizionano in misura principale le politiche nazionali e locali e le vite delle cittadine e dei cittadini. E’ progressivamente passata l’idea, falsamente pragmatica, che non sia bene per un Comune uscire fuori dai limiti delle specifiche competenze comunali.

In questi sei incontri organizzati dal comitato Empoli per la Pace, abbiamo avuto sempre ospiti di grande livello e tra questi anche Raniero La Valle grande e noto giornalista RAI degli anni ’60 e ’80, che nel 1972 vinse il Premio Pozzale con il suo “Dalla parte di Abele”. Avevo appena 18 anni ma ricordo la sua premiazione con emozione poiché eravamo davanti ad un grande giornalista, intellettuale e scrittore, poi divenuto anche un autentico politico per 4 legislature. Molto prima che La Valle venisse ad Empoli ebbi modo di parlare con il presidente del consiglio comunale Alessio Mantellassi, attuale candidato sindaco del PD, per raccontare questa nostra intenzione di invitare questa grande figura. La nostra idea originaria era che La Valle fosse invitato dal comune con tutta la risonanza che merita una grande, lucida personalità di 92 anni di età. Certo le sue posizioni pacifiste non sono quelle ufficiali del PD su Ucraina e ora su Israele, sono opposte. Lui appartiene a quella grande corrente di pensiero cattolico che è nata da concilio Vaticano II, dal Cardinal Lercaro di Bologna e ne è l’unico testimone diretto vivente. Tarquinio ne è un prosecutore, ma chi fa politica non può mai avere paura del confronto con personalità di questo livello. Il sindaco Bugli, col quale mi onoro di essermi scontrato più volte in consiglio comunale 20 anni fa, certo non si sarebbe fatto scappare un’opportunità di confronto così importante, non l’avrebbe lasciata, giustamente ad un comitato di persone.
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