Poggianti e le scelte ambientali: io, prima vittima del gassificatore.
06-04-2024 17:00 - Politica
«Sono la prima vittima politica del gassificatore». Così, con una battuta, Andrea Poggianti avvia l'illustrazione del suo programma, per quel che riguarda l'ecologia, l'ambiente e i rifiuti. Lo fa, com'è sua abitudine, con trasparenza e senza mezzi termini, con qualche affondo dialettico, nella serata organizzata per parlare del libro del giornalista-opinionista empolese Fabio Dragoni “Non si può morire al verde”.
«Il primo oggetto organico bruciato dal gassificatore sono stato io, perché politicamente la mia candidatura a sindaco nel centrodestra non è stata unitaria perché ci sono state altre logiche e altre interessi che hanno guidato la scelta su un altro candidato. Il quale potrebbe, sottolineo potrebbe, avere dei conflitti di interesse con un potenziale gassificatore al Terrafino. Nella mia professione di avvocato si dice che un fatto è un indizio, il secondo una circostanza, il terzo una prova: quando un candidato sindaco fa termocoppie, sensori per gli alti forni delle vetrerie, è sostenuto nella propria campagna da imprenditori che hanno interessi legati nel gassificatore, quando lo sostiene un ex consigliere regionale che ha un'azienda che certifica rifiuti, mi si spieghi se la mia palese avversione al gassificatore, non era d'ostacolo a una certa lobby di interessi. Parliamo di ambiente e di libertà: siamo a ribadire che il principio cardine e basilare è la libertà; di decidere del nostro futuro, della nostra terra, della nostra Empoli. Di dire in modo chiaro, anche da un retaggio culturale di centrodestra, che poi si è aperto anche a un civismo intorno al mio nome, che se una misura è contraria al benessere dei cittadini, contraria alla città, dobbiamo avere la forza di dire no. Se un impianto sperimentale, forse in misura minore era stato realizzato in Giappone, avrebbe determinato la violazione della cosiddetta Legge Seveso, sulle distanze dai centri abitati e dalla zona industriale, se quell'atto che il Pd ha fatto a fine dicembre, di trasformare i terreni da interesse primario naturalistico-agricolo a interesse industriale, dobbiamo fare alcune serie riflessioni. L'impianto avrebbe portato 400 camion di rifiuti plastici al giorno, con la Fi.pi.li che sappiamo non essere un'arteria stradale perfetta. Avrebbe avuto bisogno di molta acqua, ci avrebbe costretto ad apportare modifiche al depuratore di Pagnana. Probabilmente non ci rendiamo conto della portata della partita che poneva Empoli al centro dello scacchiere regionale, pronta per logiche di interessi di Palazzo, pronta per essere, coi suoi cittadini, cavia sperimentale di determinate operazioni commerciali».
E allora come si affrontala questione dello smaltimento? «Con un serio programma di transizione ecologica, con un piano dei rifiuti. Innanzitutto con decisioni che devono essere assunte dalla Regione di concertazione con il territorio. Come si può, pensare di realizzare un impianto simile in un territorio come il nostro, densamente popolato? Forse perché siamo ancora una riserva politica. Pronti a dire sempre sì ».
Andrea Poggianti affronta anche altri temi legati alla questione dei rifiuti. «Un piano serve – spiega – dei termovalorizzatori adeguati servono, come quelli che sono stati realizzati a Copenaghen, con una tecnologia rodata, conosciuta non sperimentale o improvvisata. Ma non a Empoli, non in un territorio densamente popolato ma in un territorio dove i centri abitati siano distanti e dove c'è la possibilità di attuare la cosiddetta economia circolare. Qualcuno mi spieghi perché a Empoli, dove con la differenziata che raggiunge l'84% di riciclato, siamo allo stesso tempo la città che ha tolto le centraline dell'aria. La più vicina l'abbiamo a Santa Croce».
E va oltre, con le domande retoriche che mettono a nudo alcuni difetti – dal suo punto di vista – dell'opera portata avanti dall'amministrazione comunale «Qualcuno mi spieghi dove sta quest'anima ecologica di Empoli, dove si incentiva a Empoli l'auto elettrica, il car sharing, i mezzi pubblici che neppure li adegui; dall'altra però, mi impedisci di circolare liberamente in Empoli con l'Euro 5, inserisci le zone 30 che aumentano la pericolosità negli attraversamenti e, in alcuni zone mi impedisci di potermi muovere, rendendole meno appetibili dal punto di vista commerciale e immobiliare. Un esempio? Il centro storico. Non ha parcheggi. Nel nostro programma c'è un sano e serio piano di realizzazioni di parcheggi: lo faremo con la realizzazione di un parcheggio sotterraneo in piazza Gramsci, che serva da ricovero dei mezzi per i residenti e che aiuti ad aumentare il valore delle case del centro storico. Se offro più parcheggi nel centro storico, lo rendo più vivo, ha un valore immobiliare più alto, sarà vissuto da altre tipologie di persone. Oggi Empoli ha un alto tasso, in centro, di concentrazione di popolazione immigrata clandestina, dobbiamo effettuare un serio controllo delle residenze, incrociandolo con le utenze: ci sono contratti di affitto intestati a una persona e poi ci risiedono in quindici. Basta controllare consumi dell'acqua e dei rifiuti per verificare questo. Portando questa miglioria per immobili, per la città, aumenta il valore della città e della libertà: di movimento e di impresa».
Quali le soluzioni? «Dobbiamo partire, come dicevo, dal presupposto di libertà: è normale, secondo voi, che io debba tenere a casa, obbligatoriamente l'organico dal lunedì al venerdì? Che io, tramite la tariffa corrispettiva, vada a pagare il 30 per cento in più per un servizio identico che mi costringe, anche in violazione a una direttiva europea, a occuparmi dello spazio in casa e in più sopportare maleodorante all'interno dell'immobile, solo per mantenere un carrozzone, come Alia Spa? La libertà di conferimento si traduce non solo in una ostilità al porta a porta, ma alla volontà di realizzare delle isole ecologiche, che servono non solo ad abbattere le tariffe, perché diminuiscono i costi di servizio, ma si restituisce al cittadino la libertà di conferire quando ritiene opportuno, libertà di effettuare una raccolta differenziata senza imposizioni e senza occupazione della proprietà privata. E riguardo alla libertà di movimento, abbiamo assistito a una politica del Pd su determinati interventi contrari a parole, nei fatti a una libertà di movimento. Piste ciclabili folli, penso a quella di Serravalle che ha ridotto la carreggiata, invertito i posti auto alla zona verde, esponendo a pericoli quelli che si immettono dalle laterali, non ha previsto zone di scambio per gli autobus e in più si arriva vicini al parco e la pista, che è a destra, mette a grande rischio i ciclisti. Questa è una follia ideologica: come lo sono la mancanza di nuovi parcheggi, come lo è il fatto di aver speso 220mila euro per demolire il parcheggio a due piani in via XI Febbraio, che era costato altrettanto. Noi vogliamo ribaltare questo paradigma: invertiremo l'ordine, prima i cittadino, prima la libertà del cittadino, prima la libertà d'impresa del cittadino. Nel nostro programma abbiamo una vera proposta per mettere in sicurezza il territorio, quella idrogeologica. Un grosso investimento, anche tramite il recupero dei terreni abbandonati, evitando un ambientalismo spicciolo, piantumazioni anche di olivi, alberi a frutto, per metterci al riparo da catastrofi ambientali. Crediamo in un nuovo piano di protezione civile, non lo faremo solo a parole, come l'attuale amministrazione che si era dimenticata negli anni di fare manutenzione alle due cataratte che hanno determinato l'allagamento del novembre 2019. Le due cataratte di piazza Matteotti e zona Avane, di competenza comunale».
Ultimo capitolo, ancora sul gassificatore. «Posi un quesito ai proponenti del progetto: i cittadini avranno una compensazione ambientale e economica? Da uomo di centrodestra ho visto con favore alcune tecnologie innovative, ma occorre riscontrare la documentazione. Per il gassificatore del Terrafino, questa, non è mai arrivata. Non c'è stato mai un percorso di vera trasparenza ma una chiara posizione supina del Partito democratico, attento a parlare di ecologia ma che in maniera cieca ha detto sì, senza né vedere le carte, né portarle in consiglio comunale, né nei percorsi partecipativi che ci sono stati. In commissione consiliare feci una domanda: mettiamo che questo sia il progetto migliore del mondo, ci sono delle compensazioni? Vantaggi per la zona industriale? L'energia ai cittadini di Empoli si riduce? C'è un risparmio, un azzeramento della bolletta per la zona del Terrafino? Mi fu risposto: l'intenzione è quella. Come dire: stiamo lavorando con voi. Per ora l'unico risultato è che la bolletta con la tariffa corrispettiva è aumentata. E allora, anche questo va invertito: serve trasparenza coi cittadini, occorre valutare i progetti senza pregiudizi ideologici. Dire “no” a tutto non fa parte della nostra storia. Ma occorre dare vantaggi e libertà ai cittadini, non ai soliti noti».
«Il primo oggetto organico bruciato dal gassificatore sono stato io, perché politicamente la mia candidatura a sindaco nel centrodestra non è stata unitaria perché ci sono state altre logiche e altre interessi che hanno guidato la scelta su un altro candidato. Il quale potrebbe, sottolineo potrebbe, avere dei conflitti di interesse con un potenziale gassificatore al Terrafino. Nella mia professione di avvocato si dice che un fatto è un indizio, il secondo una circostanza, il terzo una prova: quando un candidato sindaco fa termocoppie, sensori per gli alti forni delle vetrerie, è sostenuto nella propria campagna da imprenditori che hanno interessi legati nel gassificatore, quando lo sostiene un ex consigliere regionale che ha un'azienda che certifica rifiuti, mi si spieghi se la mia palese avversione al gassificatore, non era d'ostacolo a una certa lobby di interessi. Parliamo di ambiente e di libertà: siamo a ribadire che il principio cardine e basilare è la libertà; di decidere del nostro futuro, della nostra terra, della nostra Empoli. Di dire in modo chiaro, anche da un retaggio culturale di centrodestra, che poi si è aperto anche a un civismo intorno al mio nome, che se una misura è contraria al benessere dei cittadini, contraria alla città, dobbiamo avere la forza di dire no. Se un impianto sperimentale, forse in misura minore era stato realizzato in Giappone, avrebbe determinato la violazione della cosiddetta Legge Seveso, sulle distanze dai centri abitati e dalla zona industriale, se quell'atto che il Pd ha fatto a fine dicembre, di trasformare i terreni da interesse primario naturalistico-agricolo a interesse industriale, dobbiamo fare alcune serie riflessioni. L'impianto avrebbe portato 400 camion di rifiuti plastici al giorno, con la Fi.pi.li che sappiamo non essere un'arteria stradale perfetta. Avrebbe avuto bisogno di molta acqua, ci avrebbe costretto ad apportare modifiche al depuratore di Pagnana. Probabilmente non ci rendiamo conto della portata della partita che poneva Empoli al centro dello scacchiere regionale, pronta per logiche di interessi di Palazzo, pronta per essere, coi suoi cittadini, cavia sperimentale di determinate operazioni commerciali».
E allora come si affrontala questione dello smaltimento? «Con un serio programma di transizione ecologica, con un piano dei rifiuti. Innanzitutto con decisioni che devono essere assunte dalla Regione di concertazione con il territorio. Come si può, pensare di realizzare un impianto simile in un territorio come il nostro, densamente popolato? Forse perché siamo ancora una riserva politica. Pronti a dire sempre sì ».
Andrea Poggianti affronta anche altri temi legati alla questione dei rifiuti. «Un piano serve – spiega – dei termovalorizzatori adeguati servono, come quelli che sono stati realizzati a Copenaghen, con una tecnologia rodata, conosciuta non sperimentale o improvvisata. Ma non a Empoli, non in un territorio densamente popolato ma in un territorio dove i centri abitati siano distanti e dove c'è la possibilità di attuare la cosiddetta economia circolare. Qualcuno mi spieghi perché a Empoli, dove con la differenziata che raggiunge l'84% di riciclato, siamo allo stesso tempo la città che ha tolto le centraline dell'aria. La più vicina l'abbiamo a Santa Croce».
E va oltre, con le domande retoriche che mettono a nudo alcuni difetti – dal suo punto di vista – dell'opera portata avanti dall'amministrazione comunale «Qualcuno mi spieghi dove sta quest'anima ecologica di Empoli, dove si incentiva a Empoli l'auto elettrica, il car sharing, i mezzi pubblici che neppure li adegui; dall'altra però, mi impedisci di circolare liberamente in Empoli con l'Euro 5, inserisci le zone 30 che aumentano la pericolosità negli attraversamenti e, in alcuni zone mi impedisci di potermi muovere, rendendole meno appetibili dal punto di vista commerciale e immobiliare. Un esempio? Il centro storico. Non ha parcheggi. Nel nostro programma c'è un sano e serio piano di realizzazioni di parcheggi: lo faremo con la realizzazione di un parcheggio sotterraneo in piazza Gramsci, che serva da ricovero dei mezzi per i residenti e che aiuti ad aumentare il valore delle case del centro storico. Se offro più parcheggi nel centro storico, lo rendo più vivo, ha un valore immobiliare più alto, sarà vissuto da altre tipologie di persone. Oggi Empoli ha un alto tasso, in centro, di concentrazione di popolazione immigrata clandestina, dobbiamo effettuare un serio controllo delle residenze, incrociandolo con le utenze: ci sono contratti di affitto intestati a una persona e poi ci risiedono in quindici. Basta controllare consumi dell'acqua e dei rifiuti per verificare questo. Portando questa miglioria per immobili, per la città, aumenta il valore della città e della libertà: di movimento e di impresa».
Quali le soluzioni? «Dobbiamo partire, come dicevo, dal presupposto di libertà: è normale, secondo voi, che io debba tenere a casa, obbligatoriamente l'organico dal lunedì al venerdì? Che io, tramite la tariffa corrispettiva, vada a pagare il 30 per cento in più per un servizio identico che mi costringe, anche in violazione a una direttiva europea, a occuparmi dello spazio in casa e in più sopportare maleodorante all'interno dell'immobile, solo per mantenere un carrozzone, come Alia Spa? La libertà di conferimento si traduce non solo in una ostilità al porta a porta, ma alla volontà di realizzare delle isole ecologiche, che servono non solo ad abbattere le tariffe, perché diminuiscono i costi di servizio, ma si restituisce al cittadino la libertà di conferire quando ritiene opportuno, libertà di effettuare una raccolta differenziata senza imposizioni e senza occupazione della proprietà privata. E riguardo alla libertà di movimento, abbiamo assistito a una politica del Pd su determinati interventi contrari a parole, nei fatti a una libertà di movimento. Piste ciclabili folli, penso a quella di Serravalle che ha ridotto la carreggiata, invertito i posti auto alla zona verde, esponendo a pericoli quelli che si immettono dalle laterali, non ha previsto zone di scambio per gli autobus e in più si arriva vicini al parco e la pista, che è a destra, mette a grande rischio i ciclisti. Questa è una follia ideologica: come lo sono la mancanza di nuovi parcheggi, come lo è il fatto di aver speso 220mila euro per demolire il parcheggio a due piani in via XI Febbraio, che era costato altrettanto. Noi vogliamo ribaltare questo paradigma: invertiremo l'ordine, prima i cittadino, prima la libertà del cittadino, prima la libertà d'impresa del cittadino. Nel nostro programma abbiamo una vera proposta per mettere in sicurezza il territorio, quella idrogeologica. Un grosso investimento, anche tramite il recupero dei terreni abbandonati, evitando un ambientalismo spicciolo, piantumazioni anche di olivi, alberi a frutto, per metterci al riparo da catastrofi ambientali. Crediamo in un nuovo piano di protezione civile, non lo faremo solo a parole, come l'attuale amministrazione che si era dimenticata negli anni di fare manutenzione alle due cataratte che hanno determinato l'allagamento del novembre 2019. Le due cataratte di piazza Matteotti e zona Avane, di competenza comunale».
Ultimo capitolo, ancora sul gassificatore. «Posi un quesito ai proponenti del progetto: i cittadini avranno una compensazione ambientale e economica? Da uomo di centrodestra ho visto con favore alcune tecnologie innovative, ma occorre riscontrare la documentazione. Per il gassificatore del Terrafino, questa, non è mai arrivata. Non c'è stato mai un percorso di vera trasparenza ma una chiara posizione supina del Partito democratico, attento a parlare di ecologia ma che in maniera cieca ha detto sì, senza né vedere le carte, né portarle in consiglio comunale, né nei percorsi partecipativi che ci sono stati. In commissione consiliare feci una domanda: mettiamo che questo sia il progetto migliore del mondo, ci sono delle compensazioni? Vantaggi per la zona industriale? L'energia ai cittadini di Empoli si riduce? C'è un risparmio, un azzeramento della bolletta per la zona del Terrafino? Mi fu risposto: l'intenzione è quella. Come dire: stiamo lavorando con voi. Per ora l'unico risultato è che la bolletta con la tariffa corrispettiva è aumentata. E allora, anche questo va invertito: serve trasparenza coi cittadini, occorre valutare i progetti senza pregiudizi ideologici. Dire “no” a tutto non fa parte della nostra storia. Ma occorre dare vantaggi e libertà ai cittadini, non ai soliti noti».