Pini (Iv): no caro Matteo, il terzo polo si deve fare
24-07-2024 16:09 - Opinioni
La consueta e-news di Matteo Renzi, leader di Italia viva, fornisce lo spunto ad Andrea Pini, membro della segreteria provinciale di Firenze, con delega per Empolese Valdelsa, per commentare quanto scritto dal politico fiorentino. Parole che agitano un po' le acque al centro dello schieramento politico:
Il vero punto di discussione è il paragrafo “Il centrosinistra..”. Qui Matteo dice “Oggi la mia tesi è molto semplice: il fallimento del Terzo polo ha spalancato le porte al bipolarismo.“ e la sostanzia con “Ma parliamoci chiaro: se il Terzo polo non ha trovato il suo spazio alle Europee, figuriamoci cosa accadrà alle politiche”. Insomma, questo Terzo polo “non s'ha da fare, né domani ne mai!” (Manzoni) e quindi andiamo con il centro sinistra.
Anche la mia tesi è semplice: la mancanza di un terzo polo, non il fallimento, ha permesso il bipolarismo. E' fallito il tentativo di creare un terzo polo con Azione, sia per le persone (Calenda ha tutte le responsabilità) che per le modalità. Era (ed è) necessario approfondire i punti di convergenza per la definizione di una piattaforma civile prima e di un programma politico poi, prima ancora di definire nuovi simboli e nuovi leader, che ci devono essere, ma alla fine di un percorso. E questo non è stato fatto né alle politiche, ne alle europee, anzi abbiamo fatto il contrario.
Senza dimenticare che il partito Italia Viva non è mai esistito, tutti lo sappiamo e non riusciamo a cambiarlo. Purtroppo hanno ragione alcuni osservatori, siamo sempre stati un fan club di Matteo, al quale io sono contento di far parte, visto che seguo Renzi dalla prima all'ultima Leopolda e che ho sempre sostenuto ogni sua battaglia politica. Ma stavolta no.
La visione del miglior politico italiano, oggi mi sembra soccombente rispetto alla strategia utilitaristica. Matteo dice “E io sono diverso. Ho sempre proposto sentieri stretti, non autostrade. “, eppure stavolta sembra abbia paura di seguire il difficile e lungo cammino vero il partito di centro democratico liberale che ci ha prospettato al congresso. Eppure con un piccolo partito è riuscito a condizionare la politica del nostro paese. Mentre oggi “bisogna scegliere: o di qua o di là.”, altrimenti non si conta. Avrà ragione oppure si sbaglia visto che alle politiche il 61% dei seggi è con proporzionale, e se ricordate lo stesso Matteo ci disse che con il 10% saremmo stati determinanti. Il 10% non sarebbe basato, ma il 12/13% si! E che dire del fatto che quasi la metà degli elettori non partecipa al voto?
Siccome, a mio avviso, l'Italia ha bisogno di un centro forte per bilanciare le politiche estreme dei due poli, dobbiamo lavorare per costruire una forza politica liberale, popolare e riformista, che sarà diversa vecchi contenitori (IV, Azione, LibDem, ALI, +Europa e forse altri). Vi ricordo che su certi temi (garantismo, sostegno Ucraina, pace vera in Palestina, esercito europeo, patrimoniale, jobsact, assistenzialismo, tasse, energia) il centrosinistra sembra molto distante da noi.
Matteo fa la mossa del cavallo, io quella dell'asino e sono testardo: per me un terzo polo si può e deve fare, con un terzo nome e con i modi e i tempi giusti. Matteo mette la palla al centro, io cerco di fare un passaggio. Matteo ha la vista lunga, ma stavolta sembra guardi nello specchietto retrovisore.
Il vero punto di discussione è il paragrafo “Il centrosinistra..”. Qui Matteo dice “Oggi la mia tesi è molto semplice: il fallimento del Terzo polo ha spalancato le porte al bipolarismo.“ e la sostanzia con “Ma parliamoci chiaro: se il Terzo polo non ha trovato il suo spazio alle Europee, figuriamoci cosa accadrà alle politiche”. Insomma, questo Terzo polo “non s'ha da fare, né domani ne mai!” (Manzoni) e quindi andiamo con il centro sinistra.
Anche la mia tesi è semplice: la mancanza di un terzo polo, non il fallimento, ha permesso il bipolarismo. E' fallito il tentativo di creare un terzo polo con Azione, sia per le persone (Calenda ha tutte le responsabilità) che per le modalità. Era (ed è) necessario approfondire i punti di convergenza per la definizione di una piattaforma civile prima e di un programma politico poi, prima ancora di definire nuovi simboli e nuovi leader, che ci devono essere, ma alla fine di un percorso. E questo non è stato fatto né alle politiche, ne alle europee, anzi abbiamo fatto il contrario.
Senza dimenticare che il partito Italia Viva non è mai esistito, tutti lo sappiamo e non riusciamo a cambiarlo. Purtroppo hanno ragione alcuni osservatori, siamo sempre stati un fan club di Matteo, al quale io sono contento di far parte, visto che seguo Renzi dalla prima all'ultima Leopolda e che ho sempre sostenuto ogni sua battaglia politica. Ma stavolta no.
La visione del miglior politico italiano, oggi mi sembra soccombente rispetto alla strategia utilitaristica. Matteo dice “E io sono diverso. Ho sempre proposto sentieri stretti, non autostrade. “, eppure stavolta sembra abbia paura di seguire il difficile e lungo cammino vero il partito di centro democratico liberale che ci ha prospettato al congresso. Eppure con un piccolo partito è riuscito a condizionare la politica del nostro paese. Mentre oggi “bisogna scegliere: o di qua o di là.”, altrimenti non si conta. Avrà ragione oppure si sbaglia visto che alle politiche il 61% dei seggi è con proporzionale, e se ricordate lo stesso Matteo ci disse che con il 10% saremmo stati determinanti. Il 10% non sarebbe basato, ma il 12/13% si! E che dire del fatto che quasi la metà degli elettori non partecipa al voto?
Siccome, a mio avviso, l'Italia ha bisogno di un centro forte per bilanciare le politiche estreme dei due poli, dobbiamo lavorare per costruire una forza politica liberale, popolare e riformista, che sarà diversa vecchi contenitori (IV, Azione, LibDem, ALI, +Europa e forse altri). Vi ricordo che su certi temi (garantismo, sostegno Ucraina, pace vera in Palestina, esercito europeo, patrimoniale, jobsact, assistenzialismo, tasse, energia) il centrosinistra sembra molto distante da noi.
Matteo fa la mossa del cavallo, io quella dell'asino e sono testardo: per me un terzo polo si può e deve fare, con un terzo nome e con i modi e i tempi giusti. Matteo mette la palla al centro, io cerco di fare un passaggio. Matteo ha la vista lunga, ma stavolta sembra guardi nello specchietto retrovisore.
Andrea Pini