No all'acqua in Borsa? Bene ma ora vogliamo i fatti
07-08-2024 15:16 - Politica
Con un post Facebook, arriva la risposta della parte sinistra dello schieramento politico al no all'acqua in borsa annunciato dal Pd
Anche una parte del PD (quella schleiniana), con un intervento del segretario regionale, ha chiesto di non quotare in borsa la multiutility. La CGIL plaude questa scelta sperando che anche chi aveva proposto la finanziarizzazione dell'azienda Alia-multiutility, ovvero i sindaci di Firenze, Prato e Empoli, seguiti dal PD fiorentino, ci ripensino; ma in realtà questa parte tergiversa dicendo "vedremo".
Il nostro territorio è forse quello che più si è battuto contro la quotazione in borsa, arrivando a raccogliere a Empoli più di 4000 firme per il referendum. Non fraintendeteci, apprezziamo la presa di posizione del PD Regionale ma ora, alle parole, devono seguire i fatti: le delibere di costruzione e quotazione della Multiutility votate dai Consigli Comunali dell'Empolese Valdelsa devono variare, togliendo, appunto, l'ipotesi della quotazione.
Non possiamo però fermarci solo all'aspetto del reperimento delle risorse per gli investimenti e chiediamo di andare oltre, riaprendo una discussione sulla natura privatistica dell'azienda.
Alia-multiutility continua, grazie ai cittadini che pagano le tariffe, a fare utili così come farebbe una qualsiasi azienda privata. Per noi invece questa società deve tornare ad essere un'azienda che, per conto dei Comuni, gestisce un servizio pubblico e deve farlo a con il servizio ambientalmente e socialmente migliore possibile. Occorre che i servizi pubblici essenziali tornino ad essere, appunto, al servizio della cittadinanza e del territorio e non del profitto che deriva da aumenti esagerati delle tariffe. Come ci ricorda il consigliere fiorentino Dmitri Palagi, nelle discussioni nei consigli comunali avvenute a fine 2022, i sindaci, compresi quelli dell’Empolese Valedelsa, hanno presentato e votato la costruzione di Alia-multiutility come una società da finanziarizzare ad ogni costo. Una società che nega ai rappresentanti dei cittadini l’accesso al piano economico finanziario, una società che gestisce il servizio come fosse cosa loro, cosa privata. Per dimostrare che la volontà politica è cambiata, la rinuncia alla quotazione in borsa è soltanto un piccolo passo verso la strada, non semplice ma necessaria, per far tornare i cittadini come aventi diritto dei servizi e non come utenti paganti sui quali fare lauti guadagni.
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