Nasce la Stazione di Posta, il nuovo centro per chi vive in strada. Un progetto atteso da anni
17-04-2025 22:00 -
di Emilio Chiorazzo
Un luogo dove trovare riparo, un pasto caldo, ascolto, e magari anche la forza di ripartire. La “Stazione di Posta” – che sta finalmente per vedere la luce a Empoli – non è soltanto una struttura per persone senza fissa dimora: è il segno concreto di una comunità che sceglie di non lasciare indietro nessuno. Siamo alla fase dei preparativi. I lavori stanno partendo in questi giorni negli immobili dell'area della chiesa di San Giovanni Evangelista, conosciuta come Madonnina del Grappa, tra via Puccini, via Masini e via Busoni. Si tratta di un complesso che già ospita servizi importanti della stessa parrocchia come una mensa dove la sera vengono serviti pasti, un campo di pallavolo per i giovani ed altri servizi che ne fanno un importante punto di riferimento per la nostra città. L'immobile con ingresso su via Puccini e di proprietà dell'Opera Madonnina del Grappa ospita il dormitorio gestito dalla Misericordia e, al piano terra, stanze dove vengono distribuiti da volontari indumenti e dove vengono tenute altre iniziative sociali tipo corsi di italiano per stranieri. Ora tutto questo sarà ampliato, riorganizzato e potenziato sotto un unico progetto integrato, moderno e strutturato. Un modello unico, al momento, per l'Italia.
L'idea di creare una Stazione di Posta a Empoli non è recente. Affonda le sue radici almeno tre anni fa, quando la Misericordia di Empoli, da sempre in prima linea nell'assistenza ai più deboli, mise a disposizione la propria esperienza e i propri spazi per intercettare i fondi messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Al tempo, si ipotizzò di realizzare la nuova struttura di accoglienza all'interno del suggestivo ex convento dei Cappuccini, lungo la via Salaiola: un luogo simbolico, ampio, immerso nella quiete. Ma una trattativa lunga e complessa, unita a costi elevati di ristrutturazione e difficoltà burocratiche, hanno purtroppo fatto naufragare quella prima ipotesi.
Nel frattempo, la Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa, che guida il progetto insieme al Comune di Empoli, non è rimasta ferma: ha dato vita ad altri progetti in parallelo, come “Housing First”, già operativo nei locali dell'ex scuola di Martignana, e ha lavorato per non perdere i fondi PNRR stanziati per la “Stazione di Posta”, pari a 500.000 euro.
Una perdita dei finanziamenti, infatti, avrebbe avuto conseguenze gravi: non solo Empoli avrebbe perso l'opportunità di dare vita a un servizio essenziale, ma avrebbe messo a rischio anche i fondi già utilizzati per progetti gemelli realizzati in altri comuni del territorio, come Certaldo e Santa Croce.
Così, tramontata l'ipotesi dell'ex convento, è stato individuato il complesso della Madonnina del Grappa come nuova sede ideale. Dopo mesi di confronto e di trattative, è arrivata l'intesa definitiva, e ora i lavori sono pronti a partire.
Quando sarà operativo, il nuovo centro non sarà soltanto un rifugio per la notte. Sarà un hub completo di servizi: dalla mensa popolare all'emporio solidale che ora si trovano nei locali della Misericordia in via XI febbraio, dallo sportello di ascolto all'accompagnamento sanitario e sociale, fino alla distribuzione di beni essenziali.
Un luogo, insomma, dove le persone senza fissa dimora potranno trovare molto più di un letto e un pasto: troveranno relazioni, orientamento, cura, e – per chi lo desidera – un'opportunità concreta per uscire dalla marginalità.
“La Stazione di Posta – spiegavano dalla Società della Salute – rappresenta una nuova frontiera dell'assistenza pubblica: non più solo emergenza, ma prevenzione e reinserimento. Vogliamo costruire percorsi personalizzati, capaci di rispondere alle storie di vita delle persone e di restituire dignità a chi, per mille ragioni, ha perso tutto”.
Alla base del progetto c'è un gioco di squadra tra istituzioni e volontariato. Comune di Empoli, SdS, Regione Toscana, Misericordia e le realtà del terzo settore stanno lavorando insieme, convinti che la fragilità non sia una colpa, ma una condizione da accogliere e accompagnare.
Il modello empolese punta a diventare un riferimento per tutto il territorio. Un progetto-pilota da cui ripartire per affrontare in modo nuovo un tema che, spesso, resta nascosto sotto il velo dell'indifferenza.
A confermare l'importanza e la visione strategica della nuova “Stazione di Posta” è Francesco Pagliai, governatore della Misericordia di Empoli, realtà storica da sempre in prima linea nell'assistenza alle persone più fragili della città.
«Non abbiamo ancora formalizzato tutto – spiega – ma l'intenzione è quella di partire a breve. Il progetto è frutto di un lungo lavoro di confronto, e rappresenta una scelta importante: portare i servizi nel cuore della città, e non alla sua periferia. Una decisione dettata da ragioni pratiche, ma soprattutto da un principio di inclusione. Chi si trova in difficoltà non va allontanato, va accompagnato nel tessuto vivo della comunità».
La nuova sede scelta, quella della parrocchia della Madonnina del Grappa, è un luogo già ricco di significato e di attività sociali: «Siamo riusciti a individuare un punto strategico. Lì potremo concentrare in un unico polo la mensa serale, l'emporio solidale, il dormitorio, lo sportello di ascolto e altri servizi fondamentali. Ci saranno spazi anche per la Caritas, per le attività sociali della parrocchia, e perfino per un piccolo asilo. È una visione integrata dell'accoglienza, in cui la Misericordia e la parrocchia lavorano fianco a fianco».
Il rapporto con la parrocchia, infatti, è profondo e consolidato: «Con San Giovanni Evangelista c'è un legame fortissimo. Tanti volontari della Misericordia provengono da lì. In sostanza, siamo già parte di una rete operativa che ha a cuore le stesse persone e gli stessi valori».
Pagliai ricorda anche il lungo iter che ha portato alla scelta attuale, dopo che il primo progetto – quello sull'ex convento dei Cappuccini – era stato accantonato: «L'idea originaria era suggestiva, ma irrealizzabile nei tempi e nei costi richiesti. I vincoli architettonici e le difficoltà burocratiche rendevano impossibile adattare quella struttura alle esigenze del PNRR. A un certo punto ci siamo resi conto che rischiavamo di perdere i fondi. È stato allora che abbiamo colto l'opportunità offerta dalla parrocchia della Madonnina del Grappa. È nato così un progetto nuovo, solido, sostenibile».
Un progetto che coinvolge numerosi attori: «Oltre alla Misericordia e al Comune, ci sono la Regione Toscana, la Società della Salute, la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. È uno dei primi progetti in Italia che riesce a tenere insieme davvero tutte le componenti: istituzioni, volontariato, comunità religiosa, terzo settore. E ognuno ha messo qualcosa: risorse, tempo, idee, ascolto».
I tempi sono strettissimi: «Dovremo concludere entro marzo 2026 – dice Pagliai – e sarà un percorso in salita. Ma abbiamo lavorato troppo per fermarci adesso. È un progetto a cui teniamo tutti, perché non si tratta solo di un edificio: è un messaggio, un modo nuovo di pensare l'accoglienza».
E conclude con un pensiero che vale come una promessa: «La Stazione di Posta non sarà solo un posto dove dormire. Sarà un luogo dove sentirsi guardati, accolti, dove si può trovare la forza di ripartire. Anche solo per un giorno. Per qualcuno, può fare tutta la differenza del mondo».