“Vista la criticità del momento – prosegue - forse andava proposto qualcosa di più concreto. Due flash su tutti: il reparto moda ormai fermo dal 2023 ( - 40% di produzione, dati CNA Federmoda) e i centri storici dove negli ultimi dieci anni ha chiuso 1 su 10 ( dati InfoCamere). Ad Empoli siamo andati in controtendenza, ma questo non è una garanzia per sempre: immaginare un certo tipo di sviluppo è il miglior modo per costruirlo in tempo”.
Una critica che diventa una sollecitazione per Mantellassi. “Spero che questi temi saranno in cima alla sua agenda. Non abbiamo bisogno di discontinuità, su quello c'è già chi ha costruito la propria campagna dei "no". Empoli ha bisogno di buongoverno, equilibrio ed ascolto. E sono certo che lui potrà garantirli”. Un post nel quale non manca di ripercorrere un tratto della campagna elettorale (“ho stimolato il gruppo Empoli in Azione ad entrare in coalizione per appoggiare la sua candidatura, nonostante ci fosse stato qualche dubbio all'interno, perché trovavo una linea di coerenza e continuità con il lavoro di questi 10 anni”) e non nega il problema affluenza.
“Non siamo immuni alla disaffezione verso la politica. Ma mai come adesso serve una chiamata collettiva per Empoli che vogliamo. Il 50% degli empolesi non ha votato la volta scorsa e presumibilmente tanti che hanno votato candidati diversi da quelli che sono ballottaggio, non si sentiranno ingaggiati nella scelta. E invece, oggi si sfidano due stili di sviluppo e di governo, che interessano tutti gli empolesi, non solo gli elettori del PD Empolese-Valdelsa e della sinistra”. “Io non ho dubbi su cosa serve ad Empoli – conclude - domenica appoggerò ancora Alessio Mantellassi”.