Multiutility, senza la Borsa ecco le strade da percorrere
20-09-2024 21:25 - Opinioni
di Pietro Spina
Una cosa è certa: sarà uno dei temi sui quali si svilupperà la campagna elettorale per le prossime Regionali. Forse il tema. Perché ancor prima di entrare nel clima delle elezioni, già divide: Multiutility sì-Multiutility no. Borsa sì-Borsa no.
Divide soprattutto a sinistra dove le opinioni su come reperire i fondi per gli investimenti sono , spesso divergenti.
Si è già espresso il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che sembra aver sposato l'idea del segretario regionale del Partito Democratico Emiliano Fossi che ritiene non necessaria la quotazione in Borsa. E la stessa segretaria nazionale, Elly Schlein, in una sua recente visita in Toscana, si è detta contraria alla quotazione.
Nei giorni scorsi anche l'ex sindaco di Firenze Dario Nardella, oggi eurodeputato, ha fatto intendere che ci sono strade alternative e, il sindaco di Empoli Alessio Mantellassi, in una recente intervista ha sottolineato come “la quotazione sia ormai un argomento ampiamente superato”.
Adesso è arrivata anche la posizione ufficiale, scaturita da una assemblea, della Federazione del Partito Democratico dell'Empolese-Valdelsa: la quotazione in Borsa deve essere superata. Occorre percorrere altre strade.
Fin qui la politica. Ma resta un fatto: fino a oggi alle parole non ha fatto seguito ancora alcuna azione ufficiale e – come hanno spesso ricordato le opposizioni di sinistra durante la campagna elettorale delle amministrative – il Comune di Empoli ha, in vigore, una delibera nella quale, il tema del reperimento dei capitali, è svolto attraverso la quotazione in Borsa. Delibera che, più volte è stata chiesta di ritirare, ma che ancora non è stata ritirata.
Il dibattito si infittisce, anche in vista dell'assemblea dei soci di Alia che è prevista per il 23 e 24 settembre. Cioè per la prossima settimana.
Un'altra data importante, per Alia, scatta alla fine di novembre quando dovrà presentare l'aggiornamento del piano industriale, vale a dire i progetti che l'azienda intende realizzare, i soldi che occorrono per realizzarli e la loro copertura, cioè dove saranno reperiti.
In questi mesi Alia ha avuto un confronto con i Comuni soci per raccogliere le loro esigenze (cosa occorre per i loro territori) che poi verranno inseriti, come progetti, nella lista degli investimenti che dovranno essere fatti nei prossimi anni.
Sul reperimento dei soldi che servono per realizzarli, è in corso il dibattito. La quotazione in borsa, come abbiamo detto, divide soprattutto in ottica elettorale. Così dev'essere letto il cambio di rotta che è stato fatto da alcuni sindaci in questi ultimi mesi.
Una proposta alternativa arriva da Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli, che suggerisce un azionariato popolare, da far sottoscrivere ai propri cittadini. Macelloni conosce bene questo sistema che nel comune da lui amministrato ha sortito negli anni notevoli positivi risultati.
Ma le opinioni di addetti ai lavori, esperti, economisti e politici, sono molteplici e differenti.
In una recente intervista rilasciata al Corriere Fiorentino, il docente universitario Gaetano Aiello ha tracciato, da esperto, le possibili soluzioni.
Partendo proprio dalla quotazione in Borsa che, a dire il vero, il docente universitario non demonizza.
“L'importante è mantenere l'influenza del soggetto pubblico. Governa chi ha la maggioranza e se la maggioranza è nelle mani dei Comuni, non c'è da avere preoccupazioni”, è la sua opinione.
Per Aiello, poi, c'è anche una quotazione “etica”: esistono investitori non speculativi come le fondazioni bancarie e i fondi pensioni, per evitare i rischi che molti prospettano nel caso di quotazione in Borsa.
Ma ci sono anche altre soluzioni.
Quella suggerita dal sindaco di Peccioli, per Aiello, per essere attuata deve passare attraverso un aumento di capitale che devono fare i Comuni soci che poi dovranno chiedere ai propri cittadini di acquistare le azioni.
L'aumento di capitale deve rispondere ad alcuni requisiti: i Comuni dovranno sottoscrivere per intero l'aumento deliberato, altrimenti si espongono lo stesso all'ingresso di investitori esterni. E il dubbio che avanza Aiello è che probabilmente non disporrebbero dei capitali che occorrono per far fronte agli ingenti investimenti.
C'è poi il prestito obbligazionario, da far sottoscrivere ai cittadini. Ma anche in questo caso, la parte difficile è convincere i sottoscrittori della bontà di queste obbligazioni, visto che le cronache degli ultimi tempi, hanno raccontato di tante obbligazioni … tossiche.
Per Aiello, qualunque sia la strada che si vuole intraprendere è essenziale che si abbia un'ottica di medio-lungo periodo, perché in caso contrario, senza i fondi necessari, i rischi sono due: o si fanno pochi investimenti o si aumentano le bollette degli utenti.
Poi c'è la politica. Il centrodestra non sta a guardare, punta a conquistare la Toscana e sembra aver già scelto il suo candidato. Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, seppure aperto a possibili primarie di coalizione, ha accolto l'invito che arriva dal suo partito di essere lui il leader da contrapporre al bis di Eugenio Giani. E sulla Multiutility, il sindaco di Pistoia (unico del fronte di opposizione, con il suo Comune, tra i soci di Alia), non si è fatto pregare per dire la sua: allargare a più Comuni toscani la platea dei soci della Multiutility con gli obiettivi di migliorare i servizi, abbattere le tariffe e trovare più risorse. Ma, avverte Tomasi, la gestione non può essere in balia della guerra interna del partito Democratico. Tomasi nel suo disegno ideale della multiutility pensa a una holding che garantisca il 51 per cento alla parte pubblica . E la Borsa? Per il sindaco di Pistoia è una ipotesi da non escludere. Le alternative alla quotazione stanno nel piano industriale, da rivedere per le opere da fare.
E di questo si parlerà a novembre, quando il piano industriale sarà reso noto.
Divide soprattutto a sinistra dove le opinioni su come reperire i fondi per gli investimenti sono , spesso divergenti.
Si è già espresso il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che sembra aver sposato l'idea del segretario regionale del Partito Democratico Emiliano Fossi che ritiene non necessaria la quotazione in Borsa. E la stessa segretaria nazionale, Elly Schlein, in una sua recente visita in Toscana, si è detta contraria alla quotazione.
Nei giorni scorsi anche l'ex sindaco di Firenze Dario Nardella, oggi eurodeputato, ha fatto intendere che ci sono strade alternative e, il sindaco di Empoli Alessio Mantellassi, in una recente intervista ha sottolineato come “la quotazione sia ormai un argomento ampiamente superato”.
Adesso è arrivata anche la posizione ufficiale, scaturita da una assemblea, della Federazione del Partito Democratico dell'Empolese-Valdelsa: la quotazione in Borsa deve essere superata. Occorre percorrere altre strade.
Fin qui la politica. Ma resta un fatto: fino a oggi alle parole non ha fatto seguito ancora alcuna azione ufficiale e – come hanno spesso ricordato le opposizioni di sinistra durante la campagna elettorale delle amministrative – il Comune di Empoli ha, in vigore, una delibera nella quale, il tema del reperimento dei capitali, è svolto attraverso la quotazione in Borsa. Delibera che, più volte è stata chiesta di ritirare, ma che ancora non è stata ritirata.
Il dibattito si infittisce, anche in vista dell'assemblea dei soci di Alia che è prevista per il 23 e 24 settembre. Cioè per la prossima settimana.
Un'altra data importante, per Alia, scatta alla fine di novembre quando dovrà presentare l'aggiornamento del piano industriale, vale a dire i progetti che l'azienda intende realizzare, i soldi che occorrono per realizzarli e la loro copertura, cioè dove saranno reperiti.
In questi mesi Alia ha avuto un confronto con i Comuni soci per raccogliere le loro esigenze (cosa occorre per i loro territori) che poi verranno inseriti, come progetti, nella lista degli investimenti che dovranno essere fatti nei prossimi anni.
Sul reperimento dei soldi che servono per realizzarli, è in corso il dibattito. La quotazione in borsa, come abbiamo detto, divide soprattutto in ottica elettorale. Così dev'essere letto il cambio di rotta che è stato fatto da alcuni sindaci in questi ultimi mesi.
Una proposta alternativa arriva da Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli, che suggerisce un azionariato popolare, da far sottoscrivere ai propri cittadini. Macelloni conosce bene questo sistema che nel comune da lui amministrato ha sortito negli anni notevoli positivi risultati.
Ma le opinioni di addetti ai lavori, esperti, economisti e politici, sono molteplici e differenti.
In una recente intervista rilasciata al Corriere Fiorentino, il docente universitario Gaetano Aiello ha tracciato, da esperto, le possibili soluzioni.
Partendo proprio dalla quotazione in Borsa che, a dire il vero, il docente universitario non demonizza.
“L'importante è mantenere l'influenza del soggetto pubblico. Governa chi ha la maggioranza e se la maggioranza è nelle mani dei Comuni, non c'è da avere preoccupazioni”, è la sua opinione.
Per Aiello, poi, c'è anche una quotazione “etica”: esistono investitori non speculativi come le fondazioni bancarie e i fondi pensioni, per evitare i rischi che molti prospettano nel caso di quotazione in Borsa.
Ma ci sono anche altre soluzioni.
Quella suggerita dal sindaco di Peccioli, per Aiello, per essere attuata deve passare attraverso un aumento di capitale che devono fare i Comuni soci che poi dovranno chiedere ai propri cittadini di acquistare le azioni.
L'aumento di capitale deve rispondere ad alcuni requisiti: i Comuni dovranno sottoscrivere per intero l'aumento deliberato, altrimenti si espongono lo stesso all'ingresso di investitori esterni. E il dubbio che avanza Aiello è che probabilmente non disporrebbero dei capitali che occorrono per far fronte agli ingenti investimenti.
C'è poi il prestito obbligazionario, da far sottoscrivere ai cittadini. Ma anche in questo caso, la parte difficile è convincere i sottoscrittori della bontà di queste obbligazioni, visto che le cronache degli ultimi tempi, hanno raccontato di tante obbligazioni … tossiche.
Per Aiello, qualunque sia la strada che si vuole intraprendere è essenziale che si abbia un'ottica di medio-lungo periodo, perché in caso contrario, senza i fondi necessari, i rischi sono due: o si fanno pochi investimenti o si aumentano le bollette degli utenti.
Poi c'è la politica. Il centrodestra non sta a guardare, punta a conquistare la Toscana e sembra aver già scelto il suo candidato. Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, seppure aperto a possibili primarie di coalizione, ha accolto l'invito che arriva dal suo partito di essere lui il leader da contrapporre al bis di Eugenio Giani. E sulla Multiutility, il sindaco di Pistoia (unico del fronte di opposizione, con il suo Comune, tra i soci di Alia), non si è fatto pregare per dire la sua: allargare a più Comuni toscani la platea dei soci della Multiutility con gli obiettivi di migliorare i servizi, abbattere le tariffe e trovare più risorse. Ma, avverte Tomasi, la gestione non può essere in balia della guerra interna del partito Democratico. Tomasi nel suo disegno ideale della multiutility pensa a una holding che garantisca il 51 per cento alla parte pubblica . E la Borsa? Per il sindaco di Pistoia è una ipotesi da non escludere. Le alternative alla quotazione stanno nel piano industriale, da rivedere per le opere da fare.
E di questo si parlerà a novembre, quando il piano industriale sarà reso noto.