Montereggi, via a nuovi scavi per portare alla luce una fiorente civiltà etrusca
05-07-2024 15:33 - Cronaca
di Emilio Chiorazzo
Quando i romani si insediarono in quest'area, Montereggi doveva essere stata già una fiorente civiltà etrusca, sviluppatosi intorno al corso dell'Arno, collegata con la sua economia all'interno della Toscana ma anche al Mediterraneo. Ne sono una testimonianza alcuni reperti ceramici provenienti dalla regione greca dell'Attica trovati sul posto. Quel sito è il segno della civiltà etrusca che, insediata sulle rive del Tirreno, cerca un collegamento, attraverso l'interno, di uno sbocco sul versante Adriatico. E per questo rende ancor più importante, strategicamente, quel che si ipotizza trovarsi sotto la collina al cui apice sono iniziati gli scavi che hanno già prodotto i primi risultati.
L'ipotesi, che emerge dagli studi fatti sulla collina che sovrasta Capraia e Limite e dai reperti archeologici affiorati fino a oggi, è che in quell'area, nello spazio di pochi chilometri, ci sia un agglomerato urbano, con tanto di abitazioni, con luoghi di culto e con una necropoli e un porto fluviale. Oltre a una villa Romana che sta a testimoniare l'evoluzione e la stratificazione delle civiltà nei secoli a cavallo della nascita di Cristo.
A Montereggi, dopo alcune campagne di scavi che risalgono agli anni Ottanta del secolo scorso, si ricomincia a cercare le tracce del passato. Questo grazie al proprietario dell'area e del complesso di villa Bibbiani, George McCarroll Rapier III, che ha acquistato l'area nel 2019 e grazie alla concessione di Soprintendenza e Ministero a favore della Florida State University tramite il Montereggi Project.
Dalla metà di giugno otto studenti, dottorandi in ricerca, dell'università americana stanno lavorando assieme a un gruppo di professionisti dell'impresa archeologica Archeorete sotto la guida del direttore scientifico Andrea De Giorgi e del direttore degli scavi, la dottoressa Agnese Pittari, titolare di Archeorete. Gli studenti, ospitati a Villa Bibbiani, lavoreranno agli scavi per tutto il periodo estivo; i professionisti di Archeorete, invece, proseguiranno studi e scavi per tutto l'anno e, continueranno a interagire a distanza con gli studenti americani, per approfondire gli studi e le scoperte che affioreranno nei tre anni iniziali del progetto. Quelle fatte in queste prime settimane di scavi – alcune monete e reperti di ceramica oltre a materiale utilizzato per la realizzazione degli edifici - sono stati mostrati ieri in una sorta di inaugurazione di questa nuova campagna di ricerca archeologica, alla quale oltre ai protagonisti del progetto, hanno partecipato anche il sindaco di Capraia e Limite, Alessandro Giunti, con alcuni membri della sua giunta e il senatore Dario Parrini.
“Questo insediamento comincia nell'era etrusca e offre un quadro esplicito della cultura e delle fasi storico culturali che si sono alternate in questo sito e che illustrano la ricchezza patrimoniale archeologica: questo sito ci offre grandi esempi di soluzioni domestiche e architettoniche ma ci offre la possibilità di collocare questo sito nel contesto dell'area, della Toscana e dell'intera Italia”. Così il professor De Giorgi racconta l'esperienza che sta vivendo insieme ai giovani ricercatori universitari. “Ci stanno lavorando i miei studenti di studi classici e lavoriamo in tandem con il gruppo di Pittari, una sinergia di forze italiane e statunitensi che ci permettono di creare una forza notevole di tradizioni e di studi che convergono e ci offrono la possibilità di dare nuove interpretazioni al sito di Montereggi, ma soprattutto abbiamo a possibilità di formare, sul campo, una futura classe di studiosi ed esperti che utilizzano Montereggi per poter crescere e per poter accedere a tecnologie all'avanguardia”.
Per fare i primi sopralluoghi, infatti, sono stati utilizzati strumenti tecnologici, moderni, sofisticati e costosi. “Siamo entrati qui con artiglieria pesante – spiega De Giorgi - con droni, magnetonomi, e una serie di strumenti che ci permettono di studiare le evidenze materiali del sito, di capire di più del territorio, per poter inserire Montereggi in un contesto più ampio, che unisce l'Arno, la Regione, l'intero Paese. Questo sito era inserito in questo percorso e ospitava una comunità che si è evoluta nel corso dei secoli. Si parte dagli etruschi e si arriva al tardo medioevo, coprendo l'intero raggio storico culturale della Toscana. Studieremo nei prossimi anni l'evoluzione di questo insediamento, di questa popolazione”.
Agnese Pittari, direttore degli scavi per la Florida States University e titolare di Archeorete,spiega he il team di studiosi non si occuperà solo degli scavi “ma ci occuperemo anche del restauro delle strutture che emergeranno perché l'idea è quella di una futura valorizzazione e di apertura al pubblico di questo luogo. Abbiamo iniziato dalla parte che riteniamo più antica. Un edificio del quinto secolo avanti Cristo, periodo etrusco arcaico. E' un edificio monumentale sul quale stiamo approfondendo gli studi, dobbiamo ampliare la parte di scavi, l'intenzione è di scavare l'intera collina perché riteniamo che possano esserci insediamenti anche nelle stratificazioni inferiori. La speranza è di trovare un intera città con tutte le parti: aree di culto, abitazioni, luoghi comuni, oggetti quotidiani. E che sia anche ben conservata”.
Il padrone di casa, George McCarroll Rapier III sottolinea che, al momento “abbiamo scavato solo per una piccolissima parte di queste strutture e la maggior parte di questa collina poteva essere stata popolata e sviluppata. Vogliamo riportare alla luce questa civiltà. Il motivo è cercare di scoprire com'era la vita a quell'epoca in Toscana, perché era anteriore alla civiltà iitalica, e quindi importante per ricostruire gli inizi della civilizzazione".
“Siamo felici di questa ripresa degli scavi per la valorizzazione del nostro territorio – è l'opinione del sindaco di Capraia e Limite Alessandro Giunti - che ne conferma le ricchezze e che grazie alla serietà di persone come mister Rapier e dal team di esperti che stanno lavorando e alla sovrintendenza che ha capito l'importanza di questo sito, valorizzerà ancora di più questo territorio. Rapier ha dato la disponibilità a renderlo fruibile a tutti”.
“Il fatto che il sito archeologico di Montereggi possa vivere e possa essere visto da tutti è una notizia bellissima per la culture – sottolinea il senatore Dario Parrini -. E' di grandissima importanza e sono felice che si sia instaurato tra la proprietà e il ministero della cultura un rapporto ricco di scelte rapide che sono importanti perché spesso la burocrazia diventa un ostacolo. Sottolineo che il mecenatismo che ha messo in campo il dottor Rapier è un grandissimo esempio di operazione illuminata che un privato fa al servizio della cultura. C'è da augurarsi che esempi del genere, di cui il nostro Paese ha molto bisogno, non restino isolati”.
L'ipotesi, che emerge dagli studi fatti sulla collina che sovrasta Capraia e Limite e dai reperti archeologici affiorati fino a oggi, è che in quell'area, nello spazio di pochi chilometri, ci sia un agglomerato urbano, con tanto di abitazioni, con luoghi di culto e con una necropoli e un porto fluviale. Oltre a una villa Romana che sta a testimoniare l'evoluzione e la stratificazione delle civiltà nei secoli a cavallo della nascita di Cristo.
A Montereggi, dopo alcune campagne di scavi che risalgono agli anni Ottanta del secolo scorso, si ricomincia a cercare le tracce del passato. Questo grazie al proprietario dell'area e del complesso di villa Bibbiani, George McCarroll Rapier III, che ha acquistato l'area nel 2019 e grazie alla concessione di Soprintendenza e Ministero a favore della Florida State University tramite il Montereggi Project.
Dalla metà di giugno otto studenti, dottorandi in ricerca, dell'università americana stanno lavorando assieme a un gruppo di professionisti dell'impresa archeologica Archeorete sotto la guida del direttore scientifico Andrea De Giorgi e del direttore degli scavi, la dottoressa Agnese Pittari, titolare di Archeorete. Gli studenti, ospitati a Villa Bibbiani, lavoreranno agli scavi per tutto il periodo estivo; i professionisti di Archeorete, invece, proseguiranno studi e scavi per tutto l'anno e, continueranno a interagire a distanza con gli studenti americani, per approfondire gli studi e le scoperte che affioreranno nei tre anni iniziali del progetto. Quelle fatte in queste prime settimane di scavi – alcune monete e reperti di ceramica oltre a materiale utilizzato per la realizzazione degli edifici - sono stati mostrati ieri in una sorta di inaugurazione di questa nuova campagna di ricerca archeologica, alla quale oltre ai protagonisti del progetto, hanno partecipato anche il sindaco di Capraia e Limite, Alessandro Giunti, con alcuni membri della sua giunta e il senatore Dario Parrini.
“Questo insediamento comincia nell'era etrusca e offre un quadro esplicito della cultura e delle fasi storico culturali che si sono alternate in questo sito e che illustrano la ricchezza patrimoniale archeologica: questo sito ci offre grandi esempi di soluzioni domestiche e architettoniche ma ci offre la possibilità di collocare questo sito nel contesto dell'area, della Toscana e dell'intera Italia”. Così il professor De Giorgi racconta l'esperienza che sta vivendo insieme ai giovani ricercatori universitari. “Ci stanno lavorando i miei studenti di studi classici e lavoriamo in tandem con il gruppo di Pittari, una sinergia di forze italiane e statunitensi che ci permettono di creare una forza notevole di tradizioni e di studi che convergono e ci offrono la possibilità di dare nuove interpretazioni al sito di Montereggi, ma soprattutto abbiamo a possibilità di formare, sul campo, una futura classe di studiosi ed esperti che utilizzano Montereggi per poter crescere e per poter accedere a tecnologie all'avanguardia”.
Per fare i primi sopralluoghi, infatti, sono stati utilizzati strumenti tecnologici, moderni, sofisticati e costosi. “Siamo entrati qui con artiglieria pesante – spiega De Giorgi - con droni, magnetonomi, e una serie di strumenti che ci permettono di studiare le evidenze materiali del sito, di capire di più del territorio, per poter inserire Montereggi in un contesto più ampio, che unisce l'Arno, la Regione, l'intero Paese. Questo sito era inserito in questo percorso e ospitava una comunità che si è evoluta nel corso dei secoli. Si parte dagli etruschi e si arriva al tardo medioevo, coprendo l'intero raggio storico culturale della Toscana. Studieremo nei prossimi anni l'evoluzione di questo insediamento, di questa popolazione”.
Agnese Pittari, direttore degli scavi per la Florida States University e titolare di Archeorete,spiega he il team di studiosi non si occuperà solo degli scavi “ma ci occuperemo anche del restauro delle strutture che emergeranno perché l'idea è quella di una futura valorizzazione e di apertura al pubblico di questo luogo. Abbiamo iniziato dalla parte che riteniamo più antica. Un edificio del quinto secolo avanti Cristo, periodo etrusco arcaico. E' un edificio monumentale sul quale stiamo approfondendo gli studi, dobbiamo ampliare la parte di scavi, l'intenzione è di scavare l'intera collina perché riteniamo che possano esserci insediamenti anche nelle stratificazioni inferiori. La speranza è di trovare un intera città con tutte le parti: aree di culto, abitazioni, luoghi comuni, oggetti quotidiani. E che sia anche ben conservata”.
Il padrone di casa, George McCarroll Rapier III sottolinea che, al momento “abbiamo scavato solo per una piccolissima parte di queste strutture e la maggior parte di questa collina poteva essere stata popolata e sviluppata. Vogliamo riportare alla luce questa civiltà. Il motivo è cercare di scoprire com'era la vita a quell'epoca in Toscana, perché era anteriore alla civiltà iitalica, e quindi importante per ricostruire gli inizi della civilizzazione".
“Siamo felici di questa ripresa degli scavi per la valorizzazione del nostro territorio – è l'opinione del sindaco di Capraia e Limite Alessandro Giunti - che ne conferma le ricchezze e che grazie alla serietà di persone come mister Rapier e dal team di esperti che stanno lavorando e alla sovrintendenza che ha capito l'importanza di questo sito, valorizzerà ancora di più questo territorio. Rapier ha dato la disponibilità a renderlo fruibile a tutti”.
“Il fatto che il sito archeologico di Montereggi possa vivere e possa essere visto da tutti è una notizia bellissima per la culture – sottolinea il senatore Dario Parrini -. E' di grandissima importanza e sono felice che si sia instaurato tra la proprietà e il ministero della cultura un rapporto ricco di scelte rapide che sono importanti perché spesso la burocrazia diventa un ostacolo. Sottolineo che il mecenatismo che ha messo in campo il dottor Rapier è un grandissimo esempio di operazione illuminata che un privato fa al servizio della cultura. C'è da augurarsi che esempi del genere, di cui il nostro Paese ha molto bisogno, non restino isolati”.
I DATI IN SINTESI
Il progetto “Montereggi Project” è stato presentato stamani alla presenza dell'imprenditore George McCarroll Rapier III, del direttore scientifico prof. Andrea De Giorgi, del direttore di scavo dott.ssa Agnese Pittari, del sindaco di Capraia e Limite Alessandro Giunti, del senatore della Repubblica Dario Parrini e dell'Amministratore delegato di Villa Bibbiani Stefano Nigi. La possibilità di investigare il sito di Montereggi è stata attivata da una concessione del Ministero della Cultura alla Florida State University attraverso la presentazione del progetto “Montereggi Project”, di indagine scientifica e sistematica del contesto culturale: ripresa degli scavi precedenti, sistemazione dei dati, documentazione dell'estensione delle unità abitative, valutazione delle connessioni fluviali, realizzazione di analisi scientifiche di paleobotanica e geologia ma anche indagini spaziali e geofisiche per un completo restauro al fine di rendere accessibile il sito.
La campagna di scavo. George McCarroll Rapier III, presidente della statunitense WellMed Medical Management, si è attivato con il Ministero della Cultura e la Soprintendenza con la volontà di intraprendere scavi nell'area, sottoposta a vincolo, al fine di restituirla alla collettività e tutelare il patrimonio archeologico.
Il team. Il team di professionisti. In questo momento otto studenti, dottorandi in ricerca, della Florida State University e otto archeologi dell'Impresa archeologica Archeorete stanno eseguendo le investigazioni dell'area sotto la guida del direttore scientifico prof. Andrea De Giorgi e del direttore di scavo dottoressa Agnese Pittari.
I tempi. Un team italiano e americano, 6 settimane di lavoro all'interno dell'insediamento per gli studenti americani, mentre i professionisti italiani proseguiranno lo scavo tutto l'anno, per una ricerca storica che spazia dal periodo etrusco e romano fino al medioevo, riprendendo così le prime esplorazioni dirette dalla Soprintendenza e che risalgono agli anni '80. La concessione alla Florida State University ha una durata di tre anni, fino al 2026, ma già il prossimo anno sarà possibile mostrare il sito archeologico in una nuova dimensione di visita, unitamente ad una sistematica presentazione delle collezioni archeologiche.