Masi a colori: “sento che è la volta buona”
28-03-2024 11:53 - Politica
La prima scommessa vinta è la grande sala del cinema Excelsior piena di persone, quella più importante lo attende il prossimo 9 giugno con la corsa alla poltrona di sindaco. Leonardo Masi ha lanciato ufficialmente la sfida che correrà sostenuto dalla sua Buongiorno Empoli, dal Movimento cinque stelle e da Siamo Empoli, lista civica che torna sulla scena dopo tanti anni. Lo farà con facce conosciute e tanti giovani poggiando su quei valori che sono da sempre il tratto distintivo della sua area politica che, nel decennio Barnini, è sempre rimasta posizionata all'opposizione senza muoversi di un millimetro.
Ad aprire le danze sotto il logo ideato per la sua campagna elettorale (un petalo al centro, un ingranaggio a simboleggiare il lavoro e l'arancione, il colore della partecipazione) Andrea Tagliaferri uno che, a Campi Bisenzio, ha percorso la stessa strada politica di Masi arrivando vincente al traguardo. Unità, identità e coraggio i tre temi suggeriti dal primo cittadino campigiano mentre l'onorevole pentastellato Andrea Quartini ha iniziato, non casualmente, dal grande tema della pace in Ucraina, a Gaza ed in ogni angolo del mondo dove a parlare sono le armi seminatrici di morte e distruzione. La povertà, la sanità pubblica e un'agenda sociale che guardi alle tante, troppe famiglie in difficoltà i temi che il medico valdelsano ha scritto nell'agenda Masi, lasciando poi la parola a Jacopo Maccari, fresco consigliere pentastellato e probabile capolista il 9 giugno che, nel suo intervento, ha ribadito i valori fondanti del Movimento a cui appartiene da anni e che ora rappresenta anche a livello istituzionale. La meravigliosa voce di Maila Fulignati, moglie di Masi, ha fatto da piacevolissima parentesi prima di tornare alla politica con tre giovani che saranno in lista con Siamo Empoli: Marta Giacomelli, Enea Passardi e Asia Taddei.
A quel punto ecco l'ideale passaggio del testimone. Sul palco sale Beatrice Cioni, candidata sindaco nel 2019, da dieci anni in consiglio comunale, la persona che ha politicamente accompagnato Masi nell'ultima legislatura. “Sono a fine corsa – ha esordito – pronta a fare un passo indietro dopo dieci anni di opposizione in consiglio”, un percorso definito “faticosissimo” ma fatto sempre “con passione e nell'interesse della città”. Non ha usato giri di parole, nel suo intervento, non esitando a dire che “questa giunta in scadenza di mandato ha fatto scelte che condizioneranno la vita della città per tanti anni”, scelte etichettate come “un piatto avvelenato”. I temi sono la multiutility, il piano strutturale, il Ferruccio, l'acquisto del palazzo comunale nonostante la disponibilità del vecchio ospedale come veniva annunciato. L'assist per Leonardo Masi che, dopo l'abbraccio di rito, sale sul palco e si prende la scena.
Emozionato come logico che sia, Masi esordisce dicendo di sentire che “è la volta buona” e presentando la sua squadra: “siamo una coalizione fatta di persone che guardano questa città con gli occhi di chi sta dalla parte degli ultimi” e ribadendo il tratto che ha dato alla sua campagna elettorale, quello del colore che rivitalizzi una città ingrigita, legata al sistema di potere del Pd. “Cambiamento, partecipazione, trasparenza” le cose che servono, oltre ad inclusione (“sulla sicurezza il partito democratico insegue la destra”) e partecipazione. “Non dovremo fare il pellegrinaggio nelle frazioni perché ci andiamo da cinque anni e non spenderemo 36mila euro per una dire cosa abbiamo fatto perché le persone lo avranno fatto con noi”. L'attacco alla Taric, ad Alia, alla multiutility ed alla quotazione in borsa dell'acqua sono il preludio a proposte per supportare e migliorare il porta a porta come “micro isole ecologiche e raccolte condominiali”. Sulla telenovela stadio parole nette (“mantenere la proprietà pubblica di un impianto che serva solo per il calcio perché Empoli non ha bisogno di altri centri commerciali”) e sul nuovo teatro: “avendo già La Perla perché costruirne uno nuovo e così oneroso, architettonicamente una brutta copia del Maggio?”.
La parola passa infine alla cittadinanza col questionario che gli empolesi troveranno nella cassetta postale oltre che online e che servirà a costruire il programma. Io vengo dalla luce di Caparezza la colonna sonora del finale. “Non sono solo – ha chiuso – non sono il candidato di uno schieramento ma uno di voi che con voi è cresciuto, ha lottato ed imparato da tutti voi con Empoli nel cuore ed il riflesso dei mille colori che finalmente ravviveranno questa nostra splendida ed unica città”.
Ad aprire le danze sotto il logo ideato per la sua campagna elettorale (un petalo al centro, un ingranaggio a simboleggiare il lavoro e l'arancione, il colore della partecipazione) Andrea Tagliaferri uno che, a Campi Bisenzio, ha percorso la stessa strada politica di Masi arrivando vincente al traguardo. Unità, identità e coraggio i tre temi suggeriti dal primo cittadino campigiano mentre l'onorevole pentastellato Andrea Quartini ha iniziato, non casualmente, dal grande tema della pace in Ucraina, a Gaza ed in ogni angolo del mondo dove a parlare sono le armi seminatrici di morte e distruzione. La povertà, la sanità pubblica e un'agenda sociale che guardi alle tante, troppe famiglie in difficoltà i temi che il medico valdelsano ha scritto nell'agenda Masi, lasciando poi la parola a Jacopo Maccari, fresco consigliere pentastellato e probabile capolista il 9 giugno che, nel suo intervento, ha ribadito i valori fondanti del Movimento a cui appartiene da anni e che ora rappresenta anche a livello istituzionale. La meravigliosa voce di Maila Fulignati, moglie di Masi, ha fatto da piacevolissima parentesi prima di tornare alla politica con tre giovani che saranno in lista con Siamo Empoli: Marta Giacomelli, Enea Passardi e Asia Taddei.
A quel punto ecco l'ideale passaggio del testimone. Sul palco sale Beatrice Cioni, candidata sindaco nel 2019, da dieci anni in consiglio comunale, la persona che ha politicamente accompagnato Masi nell'ultima legislatura. “Sono a fine corsa – ha esordito – pronta a fare un passo indietro dopo dieci anni di opposizione in consiglio”, un percorso definito “faticosissimo” ma fatto sempre “con passione e nell'interesse della città”. Non ha usato giri di parole, nel suo intervento, non esitando a dire che “questa giunta in scadenza di mandato ha fatto scelte che condizioneranno la vita della città per tanti anni”, scelte etichettate come “un piatto avvelenato”. I temi sono la multiutility, il piano strutturale, il Ferruccio, l'acquisto del palazzo comunale nonostante la disponibilità del vecchio ospedale come veniva annunciato. L'assist per Leonardo Masi che, dopo l'abbraccio di rito, sale sul palco e si prende la scena.
Emozionato come logico che sia, Masi esordisce dicendo di sentire che “è la volta buona” e presentando la sua squadra: “siamo una coalizione fatta di persone che guardano questa città con gli occhi di chi sta dalla parte degli ultimi” e ribadendo il tratto che ha dato alla sua campagna elettorale, quello del colore che rivitalizzi una città ingrigita, legata al sistema di potere del Pd. “Cambiamento, partecipazione, trasparenza” le cose che servono, oltre ad inclusione (“sulla sicurezza il partito democratico insegue la destra”) e partecipazione. “Non dovremo fare il pellegrinaggio nelle frazioni perché ci andiamo da cinque anni e non spenderemo 36mila euro per una dire cosa abbiamo fatto perché le persone lo avranno fatto con noi”. L'attacco alla Taric, ad Alia, alla multiutility ed alla quotazione in borsa dell'acqua sono il preludio a proposte per supportare e migliorare il porta a porta come “micro isole ecologiche e raccolte condominiali”. Sulla telenovela stadio parole nette (“mantenere la proprietà pubblica di un impianto che serva solo per il calcio perché Empoli non ha bisogno di altri centri commerciali”) e sul nuovo teatro: “avendo già La Perla perché costruirne uno nuovo e così oneroso, architettonicamente una brutta copia del Maggio?”.
La parola passa infine alla cittadinanza col questionario che gli empolesi troveranno nella cassetta postale oltre che online e che servirà a costruire il programma. Io vengo dalla luce di Caparezza la colonna sonora del finale. “Non sono solo – ha chiuso – non sono il candidato di uno schieramento ma uno di voi che con voi è cresciuto, ha lottato ed imparato da tutti voi con Empoli nel cuore ed il riflesso dei mille colori che finalmente ravviveranno questa nostra splendida ed unica città”.
Marco Mainardi