Lelio Rossi, in mostra a Pulica le ceramiche create durante il lockdown
01-11-2023 11:00 - Le interviste di Clebs.it
di Federico Pavese
Lelio Rossi è conosciuto da sempre come uno dei ceramisti di ceramica artistica più apprezzati a Montelupo ma anche in tutta Italia e anche all'estero. Come nasce la tua passione per l'arte ceramica? Quale fu la scintilla che innescò la tua arte?
Avevo cinque o sei anni, ora non ricordo benissimo. Ricordo però che mi ammalai di tonsillite. Ero malato a letto e mio babbo, una sera, di ritorno da lavoro, mi portò una scatola di pastelli e un album da disegno. Non avevo quasi mai dipinto qualcosa prima. Riprodussi in maniera molto credibile il quadro di Sant'Antonio che mio padre mi aveva appeso sulla parete davanti al letto, in quanto devoto da sempre del Santo.Mio padre vide il dipinto, si stupì e chiese in casa se l'avessi fatto davvero io, un bambino di cinque o sei anni malato, a letto, con la tonsillite. Ricevuto conferma dalla mamma, prese il foglio d'album dipinto e lo fece vedere a un notabile del paese che lo fece pubblicare sul giornalino Il balilla, un giornaletto per bambini dell'epoca. Eccola la mia scintilla!
Incontro Lelio Rossi a casa sua, in via Rovai, in quel condominio che da sempre i montelupini chiamano il grattacielo e che continua ad essere probabilmente il palazzo più alto della cittadina della ceramica, nonostante che la ricerca di modernità nelle nuove costruzioni abitative non sia certo mancata negli ultimi anni.
Con Lelio ci conosciamo ormai da quasi trenta anni, il suo appartamento, ormai privo di quella presenza femminile che era la sua cara Anna, la sua dolce tre quarti, come l'ha sempre definita lui, è un archivio di storia locale. Anna non c'è più da qualche anno, Lelio l'ha curata e custodita fino alla fine dei suoi giorni. E proprio nei giorni della pandemia che Lelio, nei ritagli di tempo libero dall'assistenza alla cara moglie, andava nel suo garage di via Rovai e creava, dipingeva opere che andranno in visione negli spazi della parrocchia di San Donato a Livizzano, a Pulica, da sabato 4 novembre alle 17.00, quando sarà inaugurata la mostra L'arte in Lockdown, in contemporanea a un'altra significativa inaugurazione, quella dello storico presepe animato che Lelio e suo fratello Alfredo curano da decine di anni.
Lelio, classe 1934, nato a Pola, quando, ci ricorda orgogliosamente lo stesso Lelio, Pola era ancora italiana, il prossimo 10 febbraio compirà 90 anni. Una vita infinita, fatta di un'infinità di cose da raccontare. E quindi, con una piccola intervista, raccontiamo un po' di Lelio anche se tutto, con un curriculum come quello che Lelio mi mostra, onestamente non si può.
Con Lelio ci conosciamo ormai da quasi trenta anni, il suo appartamento, ormai privo di quella presenza femminile che era la sua cara Anna, la sua dolce tre quarti, come l'ha sempre definita lui, è un archivio di storia locale. Anna non c'è più da qualche anno, Lelio l'ha curata e custodita fino alla fine dei suoi giorni. E proprio nei giorni della pandemia che Lelio, nei ritagli di tempo libero dall'assistenza alla cara moglie, andava nel suo garage di via Rovai e creava, dipingeva opere che andranno in visione negli spazi della parrocchia di San Donato a Livizzano, a Pulica, da sabato 4 novembre alle 17.00, quando sarà inaugurata la mostra L'arte in Lockdown, in contemporanea a un'altra significativa inaugurazione, quella dello storico presepe animato che Lelio e suo fratello Alfredo curano da decine di anni.
Lelio, classe 1934, nato a Pola, quando, ci ricorda orgogliosamente lo stesso Lelio, Pola era ancora italiana, il prossimo 10 febbraio compirà 90 anni. Una vita infinita, fatta di un'infinità di cose da raccontare. E quindi, con una piccola intervista, raccontiamo un po' di Lelio anche se tutto, con un curriculum come quello che Lelio mi mostra, onestamente non si può.
Lelio, nato a Pola e poi trasferito subito ì a Montelupo, nel 1935. Come mai?
Semplice: mio padre Pasquale, partenopeo di nascita, era agente di custodia carceraria. Fu trasferito a Montelupo per lavorare all'allora manicomio criminale, quello che poi abbiamo conosciuto tutti come Ospedale Psichiatrico Giudiziario.
Semplice: mio padre Pasquale, partenopeo di nascita, era agente di custodia carceraria. Fu trasferito a Montelupo per lavorare all'allora manicomio criminale, quello che poi abbiamo conosciuto tutti come Ospedale Psichiatrico Giudiziario.
Lelio Rossi è conosciuto da sempre come uno dei ceramisti di ceramica artistica più apprezzati a Montelupo ma anche in tutta Italia e anche all'estero. Come nasce la tua passione per l'arte ceramica? Quale fu la scintilla che innescò la tua arte?
Avevo cinque o sei anni, ora non ricordo benissimo. Ricordo però che mi ammalai di tonsillite. Ero malato a letto e mio babbo, una sera, di ritorno da lavoro, mi portò una scatola di pastelli e un album da disegno. Non avevo quasi mai dipinto qualcosa prima. Riprodussi in maniera molto credibile il quadro di Sant'Antonio che mio padre mi aveva appeso sulla parete davanti al letto, in quanto devoto da sempre del Santo.Mio padre vide il dipinto, si stupì e chiese in casa se l'avessi fatto davvero io, un bambino di cinque o sei anni malato, a letto, con la tonsillite. Ricevuto conferma dalla mamma, prese il foglio d'album dipinto e lo fece vedere a un notabile del paese che lo fece pubblicare sul giornalino Il balilla, un giornaletto per bambini dell'epoca. Eccola la mia scintilla!
E poi, come continua la vena artistica del Rossi, come si sviluppa successivamente?
Nel mezzo ci fu la guerra e tutto fu sospeso. Poi, passato il periodo bellico, ero alle scuole medie, cercavano apprendisti alle ceramiche Mancioli. Fu la prima vera esperienza da operaio della ceramica, li affinai la mia tecnica. Poi ancora le ceramiche Niccolai e ancora l'approdo alle Ceramiche Bitossi con le quali collaborai fino al 1972. Poi, sempre nel '72, fondo la mia ditta, la mia fabbrica, lo Studio 4.
Come mai? Cosa scattò nella testa del Lelio operaio? Cosa ti convinse a metterti in proprio?
Perché ero consapevole di aver maturato una buona esperienza e avevo anche la consapevolezza di avere delle doti artistiche che mi venivano riconosciute da molti. Ed ero quindi stanco di essere al servizio degli altri e di non mettere le mie capacità al servizio di una cosa tutta mia e, nel caso dello Studio 4, di altri tre soci che mi preme ricordare: Gianfranco Bardotti, Giuseppe Cioni e Goffredo Allegranti.
Lelio Rossi, ceramista montelupino, da sempre a Montelupo, fonda la sua fabbrica a Capraia... come mai?
A Montelupo non c'era più spazio per nuove fabbriche, la zona industriale de Le Pratella era forse, in quegli anni, ancora solo nella mente di qualche amministratore locale. Si poteva andare a Montespertoli o a Capraia. Scegliemmo Capraia perché l'amministrazione del tempo dava più agevolazioni fiscali ed economiche di Montespertoli, che stava sviluppando le proprie industrie nella zona del Virginio.
Inizia allora il tuo percorso artistico con il tuo Studio 4, 4 come i soci fondatori.
Lavoravamo già ai tempi molto con l'estero. Ti racconto un aneddoto: Ero di ritorno, in treno, dal Macef di Milano, fine '70, inizio anni '80. Mi trovo in scompartimento, per caso con una signora, iniziamo a parlare. Le spiego chi sono e da dove stavo tornando. Le dico dell'export che faccio con la mia ceramica, le dico che esportiamo significativamente anche in Giappone. Giorni dopo mi ritrovo un articolo sul Sole 24 Ore che descrive il mio export in Giappone. La signora era una giornalista del maggior quotidiano economico italiano e nessuno, neanche un'attenta osservatrice come lei, sapeva dell'esportazione di ceramica italiana nel paese del Sol Levante.
In questi quasi 90 anni Lelio ha coltivato tantissime passioni, è stato candidato a sindaco per la sua Montelupo e ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale per due legislature., ha ricoperto numerose cariche all'interno di organismi inerenti l'industria e la ceramica. Ha partecipato a tantissime mostre nazionali e internazionali, ha esposto insieme a artisti del calibro di Guttuso, Possenti, Purificato, Bueno. E' stato uno degli animatori delle prime feste della ceramica. E' cittadino onorario del comune di Manises, cittadina spagnola della ceramica, gemellata con Montelupo. La stessa Manises ha dato a Lelio l'onorificenza massima di Figlio Adottivo e ha intitolato a Lelio una sala nel plesso scolastico locale. Nel 2017 gli è stata conferito il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Chi volesse conoscere l'arte di Lelio può andare in biblioteca a Montelupo per visionare i due volumi illustrati, sulla storia di Montelupo a fumetti, pubblicati dallo stesso Lelio nel 2006 e nel 2016. O magari soffermarsi, in pieno centro storico pedonale, zona "sotto le logge", per ammirare il suo busto raffigurante Baccio da Montelupo. O arrivare fino a viale Centofiori e alzare la testa per ammirare le formelle decorative fatte da Lelio per decorare il palazzo del distretto Ausl di Montelupo.
Chi volesse conoscere l'arte di Lelio Rossi magari potrebbe anche cercare in quel palazzo che i montelupini chiamano, da sempre, il grattacielo, il campanello con scritto il suo nome e il suo cognome... son sicuro che non si rifiuterà mai di raccontare quello che è stato e quello che sarà... perché anche se i 90 stanno per arrivare, a Lelio rimangono ancora tante storie da vivere.
Lelio Rossi è Montelupo e Montelupo è imprescindibilmente Lelio Rossi.
Nel mezzo ci fu la guerra e tutto fu sospeso. Poi, passato il periodo bellico, ero alle scuole medie, cercavano apprendisti alle ceramiche Mancioli. Fu la prima vera esperienza da operaio della ceramica, li affinai la mia tecnica. Poi ancora le ceramiche Niccolai e ancora l'approdo alle Ceramiche Bitossi con le quali collaborai fino al 1972. Poi, sempre nel '72, fondo la mia ditta, la mia fabbrica, lo Studio 4.
Come mai? Cosa scattò nella testa del Lelio operaio? Cosa ti convinse a metterti in proprio?
Perché ero consapevole di aver maturato una buona esperienza e avevo anche la consapevolezza di avere delle doti artistiche che mi venivano riconosciute da molti. Ed ero quindi stanco di essere al servizio degli altri e di non mettere le mie capacità al servizio di una cosa tutta mia e, nel caso dello Studio 4, di altri tre soci che mi preme ricordare: Gianfranco Bardotti, Giuseppe Cioni e Goffredo Allegranti.
Lelio Rossi, ceramista montelupino, da sempre a Montelupo, fonda la sua fabbrica a Capraia... come mai?
A Montelupo non c'era più spazio per nuove fabbriche, la zona industriale de Le Pratella era forse, in quegli anni, ancora solo nella mente di qualche amministratore locale. Si poteva andare a Montespertoli o a Capraia. Scegliemmo Capraia perché l'amministrazione del tempo dava più agevolazioni fiscali ed economiche di Montespertoli, che stava sviluppando le proprie industrie nella zona del Virginio.
Inizia allora il tuo percorso artistico con il tuo Studio 4, 4 come i soci fondatori.
Lavoravamo già ai tempi molto con l'estero. Ti racconto un aneddoto: Ero di ritorno, in treno, dal Macef di Milano, fine '70, inizio anni '80. Mi trovo in scompartimento, per caso con una signora, iniziamo a parlare. Le spiego chi sono e da dove stavo tornando. Le dico dell'export che faccio con la mia ceramica, le dico che esportiamo significativamente anche in Giappone. Giorni dopo mi ritrovo un articolo sul Sole 24 Ore che descrive il mio export in Giappone. La signora era una giornalista del maggior quotidiano economico italiano e nessuno, neanche un'attenta osservatrice come lei, sapeva dell'esportazione di ceramica italiana nel paese del Sol Levante.
In questi quasi 90 anni Lelio ha coltivato tantissime passioni, è stato candidato a sindaco per la sua Montelupo e ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale per due legislature., ha ricoperto numerose cariche all'interno di organismi inerenti l'industria e la ceramica. Ha partecipato a tantissime mostre nazionali e internazionali, ha esposto insieme a artisti del calibro di Guttuso, Possenti, Purificato, Bueno. E' stato uno degli animatori delle prime feste della ceramica. E' cittadino onorario del comune di Manises, cittadina spagnola della ceramica, gemellata con Montelupo. La stessa Manises ha dato a Lelio l'onorificenza massima di Figlio Adottivo e ha intitolato a Lelio una sala nel plesso scolastico locale. Nel 2017 gli è stata conferito il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Chi volesse conoscere l'arte di Lelio può andare in biblioteca a Montelupo per visionare i due volumi illustrati, sulla storia di Montelupo a fumetti, pubblicati dallo stesso Lelio nel 2006 e nel 2016. O magari soffermarsi, in pieno centro storico pedonale, zona "sotto le logge", per ammirare il suo busto raffigurante Baccio da Montelupo. O arrivare fino a viale Centofiori e alzare la testa per ammirare le formelle decorative fatte da Lelio per decorare il palazzo del distretto Ausl di Montelupo.
Chi volesse conoscere l'arte di Lelio Rossi magari potrebbe anche cercare in quel palazzo che i montelupini chiamano, da sempre, il grattacielo, il campanello con scritto il suo nome e il suo cognome... son sicuro che non si rifiuterà mai di raccontare quello che è stato e quello che sarà... perché anche se i 90 stanno per arrivare, a Lelio rimangono ancora tante storie da vivere.
Lelio Rossi è Montelupo e Montelupo è imprescindibilmente Lelio Rossi.