Leggere i numeri per capire cosa hanno detto gli empolesi
26-06-2024 08:53 - Opinioni
Damiano Vezzosi, giornalista empolese che vive in Norvegia e che dal Nord Europa segue sempre con attenzione le vicende politiche di casa nostra, ci ha inviato questo commento alle elezioni
di Damiano Vezzosi
Il centrodestra ha dimostrato di non sapere organizzare e gestire la tornata elettorale. La fine del mandato di Brenda Barnini portava con sé la possibilità di giocarsela con un candidato nuovo. Eppure, nonostante una preparazione di cinque anni, il centrodestra si è suicidato politicamente candidando due persone che hanno fatto a gara a dire quale era il vero centrodestra. La responsabilità di un tale disastro va anche ricercata non solo a livello empolese, cioè nei vertici provinciali e regionali del centrodestra. Non aver saputo gestire la realtà locale e arrivare a un candidato unico significa di fatto aver rinunciato al ballottaggio, cioè a una grossa occasione.
Un errore inspiegabile. I numeri sono chiari: nel 2019 Poggianti prese 6.389 voti. Quest'anno la somma di Poggianti più Campinoti fa 6.874, quasi l'8% in più. Se il centrodestra non è andato al ballottaggio, dunque, può solo prendersela con sé stesso. Ultima cosa: sono obbligatori i “complimenti” a quella parte di centrodestra che ha invitato ad andare al mare in occasione del ballottaggio: una mossa politica della quale sfugge la connessione con una qualsiasi idea di democrazia rappresentativa.
Veniamo al partito che ancora una volta ha espresso il sindaco. Il Partito Democratico ha iniziato la campagna elettorale sapendo che il centrodestra aveva di fatto rinunciato a provare a vincere. In quelle condizioni, sembrava impossibile che chi si candidava a succedere a Brenda Barnini fosse costretto al ballottaggio. E invece… Il responso delle urne è chiaro per il PD: Mantellassi al primo turno ha preso 11.473 voti, 2.487 in meno di quelli presi da Brenda Barnini nel 2019. Per Mantellassi un tonfo di quasi il 18% sul secondo dato numerico di Barnini.
Tutto questo è ancora più chiaro se si pensa al terzo candidato, quel Leonardo Masi candidato da sinistra e M5S (nomi delle liste civiche a parte) che è il primo politico empolese riuscito a portare al ballottaggio il centrosinistra da quando la legge elettorale lo prevede. In questo caso, il confronto con le precedenti elezioni è quantomai decisivo. Nel 2019 M5S e Sinistra presentarono due candidati diversi (Beatrice Cioni e Anna Baldi) che insieme ottennero 4343 voti. Quest'anno Masi al primo turno ne ha presi 4460, praticamente gli stessi (117 in più, per essere precisi). La lezione è che a sinistra l'unione fa la forza (servivano conferme?) ma Masi al primo turno non è andato oltre il proprio recinto. È il PD con le liste civiche che lo hanno sostenuto che ha perso voti, di persone che in buona parte non sono andate a votare.
Infine il ballottaggio. Un aumento di voti per Masi era ipotizzabile, ma la crescita di quasi il 50% rispetto al numero di voti del primo turno (con corrispondente calo per Mantellassi) è un dato molto importante. Un altro segnale per il PD in vista delle regionali del prossimo anno. La legge elettorale regionale, ricordiamolo, dà il premio di maggioranza alle coalizioni che arrivano al 40%. Quella che elesse Giani nel 2020 aveva il Pd al 34,66% e Italia Viva al 4,47, totale oltre il 39%. Alle Europee 2024 le due forze insieme sono sotto al 37%.
di Damiano Vezzosi
Il centrodestra ha dimostrato di non sapere organizzare e gestire la tornata elettorale. La fine del mandato di Brenda Barnini portava con sé la possibilità di giocarsela con un candidato nuovo. Eppure, nonostante una preparazione di cinque anni, il centrodestra si è suicidato politicamente candidando due persone che hanno fatto a gara a dire quale era il vero centrodestra. La responsabilità di un tale disastro va anche ricercata non solo a livello empolese, cioè nei vertici provinciali e regionali del centrodestra. Non aver saputo gestire la realtà locale e arrivare a un candidato unico significa di fatto aver rinunciato al ballottaggio, cioè a una grossa occasione.
Un errore inspiegabile. I numeri sono chiari: nel 2019 Poggianti prese 6.389 voti. Quest'anno la somma di Poggianti più Campinoti fa 6.874, quasi l'8% in più. Se il centrodestra non è andato al ballottaggio, dunque, può solo prendersela con sé stesso. Ultima cosa: sono obbligatori i “complimenti” a quella parte di centrodestra che ha invitato ad andare al mare in occasione del ballottaggio: una mossa politica della quale sfugge la connessione con una qualsiasi idea di democrazia rappresentativa.
Veniamo al partito che ancora una volta ha espresso il sindaco. Il Partito Democratico ha iniziato la campagna elettorale sapendo che il centrodestra aveva di fatto rinunciato a provare a vincere. In quelle condizioni, sembrava impossibile che chi si candidava a succedere a Brenda Barnini fosse costretto al ballottaggio. E invece… Il responso delle urne è chiaro per il PD: Mantellassi al primo turno ha preso 11.473 voti, 2.487 in meno di quelli presi da Brenda Barnini nel 2019. Per Mantellassi un tonfo di quasi il 18% sul secondo dato numerico di Barnini.
Tutto questo è ancora più chiaro se si pensa al terzo candidato, quel Leonardo Masi candidato da sinistra e M5S (nomi delle liste civiche a parte) che è il primo politico empolese riuscito a portare al ballottaggio il centrosinistra da quando la legge elettorale lo prevede. In questo caso, il confronto con le precedenti elezioni è quantomai decisivo. Nel 2019 M5S e Sinistra presentarono due candidati diversi (Beatrice Cioni e Anna Baldi) che insieme ottennero 4343 voti. Quest'anno Masi al primo turno ne ha presi 4460, praticamente gli stessi (117 in più, per essere precisi). La lezione è che a sinistra l'unione fa la forza (servivano conferme?) ma Masi al primo turno non è andato oltre il proprio recinto. È il PD con le liste civiche che lo hanno sostenuto che ha perso voti, di persone che in buona parte non sono andate a votare.
Infine il ballottaggio. Un aumento di voti per Masi era ipotizzabile, ma la crescita di quasi il 50% rispetto al numero di voti del primo turno (con corrispondente calo per Mantellassi) è un dato molto importante. Un altro segnale per il PD in vista delle regionali del prossimo anno. La legge elettorale regionale, ricordiamolo, dà il premio di maggioranza alle coalizioni che arrivano al 40%. Quella che elesse Giani nel 2020 aveva il Pd al 34,66% e Italia Viva al 4,47, totale oltre il 39%. Alle Europee 2024 le due forze insieme sono sotto al 37%.