La Valdelsa contro Firenze. Le accuse di Mazzantini (Pd): L'accorpamento del Gonnelli deciso per salvare il Galileo
11-11-2024 11:17 - Politica
Il segretario della federazione del Partito democratico dell'Empolese Valdelsa Jacopo Mazzantini, interviene sulla questione dell'accorpamento scolastico dell'istituto comprensivo G.Gonnelli di Gambassi Montaione.
«Il Governo ha previsto l'accorpamento in Toscana di 14 dirigenze scolastiche ed indica il numero minimo di alunni, pari a 600, quale criterio per individuare quelli da accorpare.
La Regione ha poi precisato, per ciascun territorio provinciale, il numero di accorpamenti di cui debbono farsi carico e l'unico assegnato alla Città Metropolitana di Firenze, sulla base del criterio sopra detto, ha coinciso con il liceo classico Galileo di Firenze.
Da quel momento è iniziata una imponente campagna mediatica fiorentina in difesa dell'autonomia della dirigenza di tale istituto, in quanto liceo tra i più antichi d'Italia, con giuste critiche al Governo Meloni, che sulla scuola dimostra di saper solo tagliare, considerato che anche nella legge di bilancio appena varata si prevede la riduzione di seimila insegnanti e duemila addetti del personale ATA.
Nessuno, però, pareva essersi posto il problema di quale altro istituto avrebbe dovuto rinunciare alla propria autonomia scolastica per salvaguardare quella del liceo Galileo.
Sabato, peró, si è capito che, invece, tale conseguenza era ben nota, ma ritenuta irrilevante.
La consigliera comunale fiorentina e metropolitana del PD, Beatrice Barbieri, ha dichiarato pubblicamente che il mantenimento dell'autonoma dirigenza del Galileo richiedeva il sacrificio dell'Istituto Comprensivo "Gonnelli" di Gambassi Terme e Montaione. Istituto, peraltro, frutto, come intuibile, di un accorpamento precedente tra le dirigenze distinte di tali due Comuni, elemento piuttosto rilevante, anch'esso del tutto ignorato nella discussione pubblica.
La tutela del prestigioso istituto fiorentino, in altri termini, verrebbe prima del diritto delle aree interne a vedersi garantiti quei servizi e diritti che dovrebbero essere il baluardo di un partito di centrosinistra come il PD e di quello regionale in particolare che ha tradotto addirittura nella Legge sulla Toscana diffusa questi principi.
E tutto ciò viene da una esponente del PD, andata ben oltre il mancato rispetto delle istituzioni che partecipa. Viene da chiedersi, registrato il silenzio nelle 24ore successive, se la Sindaca di Firenze avalli tali dichiarazioni, che giungono ancor prima della discussione consiliare. Viene da domandarsi se sia stato, dunque, tutto già deciso. E da chi? Sulla base di quali discussioni politico-amministrative? Svolte dove?
Almeno dai consiglieri metropolitani del nostro partito ci saremmo aspettati tutt'altro approccio e anzi una posizione politica coerente con i nostri principi e valori. Altrimenti tutta la retorica della ricostruzione identitaria incentrata sulle marginalità, territoriali come sociali, da tutelare e riscattare, dovrà dirsi smentita miseramente alla prova dei fatti, preferendo salvaguardare non tanto i diritti quanto il blasone.
Massimo rispetto per il Galileo, ma se la legge ed i criteri dalla stessa fissati ne portano all'accorpamento della propria dirigenza, è inaccettabile che vi si deroghi perché ne faccia le spese un altro istituto, come quello di Gambassi-Montaione, che quei criteri invece rispetta.
Non resta che attendere in aula i consiglieri metropolitani, fiorentini e non, per verificare se accetteranno di ratificare con il loro voto questa decisione presa altrove, scavalcandoli. In tal caso non ci saranno più dubbi. Perché se quando c'è di mezzo la storia e il blasone di Firenze, i diritti e i servizi del contado debbono abbassare la testa, allora la stessa Città Metropolitana non ha ragione di esistere, essendosi evidentemente ridotta a cinghia di trasmissione della volontà del Comune capoluogo a spese di tutti gli altri.Ai consiglieri della Piana, del Chianti e del Mugello dico, attenzione, perché oggi vi si chiede di sacrificare l'Empolese Valdelsa, ma la prossima volta toccherà a voi».
«Il Governo ha previsto l'accorpamento in Toscana di 14 dirigenze scolastiche ed indica il numero minimo di alunni, pari a 600, quale criterio per individuare quelli da accorpare.
La Regione ha poi precisato, per ciascun territorio provinciale, il numero di accorpamenti di cui debbono farsi carico e l'unico assegnato alla Città Metropolitana di Firenze, sulla base del criterio sopra detto, ha coinciso con il liceo classico Galileo di Firenze.
Da quel momento è iniziata una imponente campagna mediatica fiorentina in difesa dell'autonomia della dirigenza di tale istituto, in quanto liceo tra i più antichi d'Italia, con giuste critiche al Governo Meloni, che sulla scuola dimostra di saper solo tagliare, considerato che anche nella legge di bilancio appena varata si prevede la riduzione di seimila insegnanti e duemila addetti del personale ATA.
Nessuno, però, pareva essersi posto il problema di quale altro istituto avrebbe dovuto rinunciare alla propria autonomia scolastica per salvaguardare quella del liceo Galileo.
Sabato, peró, si è capito che, invece, tale conseguenza era ben nota, ma ritenuta irrilevante.
La consigliera comunale fiorentina e metropolitana del PD, Beatrice Barbieri, ha dichiarato pubblicamente che il mantenimento dell'autonoma dirigenza del Galileo richiedeva il sacrificio dell'Istituto Comprensivo "Gonnelli" di Gambassi Terme e Montaione. Istituto, peraltro, frutto, come intuibile, di un accorpamento precedente tra le dirigenze distinte di tali due Comuni, elemento piuttosto rilevante, anch'esso del tutto ignorato nella discussione pubblica.
La tutela del prestigioso istituto fiorentino, in altri termini, verrebbe prima del diritto delle aree interne a vedersi garantiti quei servizi e diritti che dovrebbero essere il baluardo di un partito di centrosinistra come il PD e di quello regionale in particolare che ha tradotto addirittura nella Legge sulla Toscana diffusa questi principi.
E tutto ciò viene da una esponente del PD, andata ben oltre il mancato rispetto delle istituzioni che partecipa. Viene da chiedersi, registrato il silenzio nelle 24ore successive, se la Sindaca di Firenze avalli tali dichiarazioni, che giungono ancor prima della discussione consiliare. Viene da domandarsi se sia stato, dunque, tutto già deciso. E da chi? Sulla base di quali discussioni politico-amministrative? Svolte dove?
Almeno dai consiglieri metropolitani del nostro partito ci saremmo aspettati tutt'altro approccio e anzi una posizione politica coerente con i nostri principi e valori. Altrimenti tutta la retorica della ricostruzione identitaria incentrata sulle marginalità, territoriali come sociali, da tutelare e riscattare, dovrà dirsi smentita miseramente alla prova dei fatti, preferendo salvaguardare non tanto i diritti quanto il blasone.
Massimo rispetto per il Galileo, ma se la legge ed i criteri dalla stessa fissati ne portano all'accorpamento della propria dirigenza, è inaccettabile che vi si deroghi perché ne faccia le spese un altro istituto, come quello di Gambassi-Montaione, che quei criteri invece rispetta.
Non resta che attendere in aula i consiglieri metropolitani, fiorentini e non, per verificare se accetteranno di ratificare con il loro voto questa decisione presa altrove, scavalcandoli. In tal caso non ci saranno più dubbi. Perché se quando c'è di mezzo la storia e il blasone di Firenze, i diritti e i servizi del contado debbono abbassare la testa, allora la stessa Città Metropolitana non ha ragione di esistere, essendosi evidentemente ridotta a cinghia di trasmissione della volontà del Comune capoluogo a spese di tutti gli altri.Ai consiglieri della Piana, del Chianti e del Mugello dico, attenzione, perché oggi vi si chiede di sacrificare l'Empolese Valdelsa, ma la prossima volta toccherà a voi».