08 Settembre 2024
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La storia empolese di Alessio: partecipazione, ascolto, stile. E una "casa" per dialogare

24-03-2024 08:55 - La voce dei candidati
Sei la mia città, fuori dal centro
Sei la mia città, è un complimento
Sei la mia città, ti sento dentro
E quando tornerò qualcosa cambierà
Sei la mia città, fuori dal tempo
Sei la mia città, è un complimento
Sei la mia città, ti sento dentro
E quando tornerò qualcosa cambierà
Qualcosa cambierà
Qualcosa nascerà, qui



E' la canzone di Cosmo, diffusa ad alto volume ad anticipare le parole di Alessio Mantellassi che ora ha una casa, tutta sua, per accogliere i cittadini e parlare del progetto che, con il suo Pd, insieme a Sinistra Italiana, Azione e due liste civiche (con Italia Viva ci sono colloqui in corso), diventerà a breve il programma con il quale affrontare le elezioni di giugno. Lì a pochi metri da via Leonardo da Vinci, dove c'è stato il taglio del nastro, ci sono altri comitati, degli avversari. E sembra che a loro, indirizzi, con voce ferma e alta, alcuni dei suoi messaggi importanti.
«Percepisco grande entusiasmo intorno al nostro cammino. Ci serve per vincere. E lo faremo al primo turno», arringa la folla arrivata a festeggiare insieme a lui, non prima di aver ringraziato chi, all'allestimento di quella “casa” ha lavorato alacremente per poter arrivare in tempo, in pochi giorni, all'appuntamento. «Attorno al nostro progetto abbiamo costruito una coalizione larga – racconta Alessio Mantellassi – oltre al mio partito, il Pd, a Sinistra Italiana e ad Azione, avremo due liste civiche, una a mio nome, l'altra sarà Questa è Empoli che già nella passata tornata elettorale sostenne Brenda Barnini e che saranno in grado di accogliere le energie, nuove forze e nuove idee di quelle persone che, pur non essendo legati a partiti politici, sentono di poter dare un contributo alla nostra città».

La sede inaugurata sabato pomeriggio in via Leonardo da Vinci 3 (dove fino a pochi mesi fa c'era un negozio di abbigliamento e dove, però, nel passato, c'è sempre stato un bar “storico” empolese, il Leontina) non sarà, avverte Mantellassi «uno spazio solo elettorale, ma uno spazio aperto al dialogo e al confronto, anche alle critiche».

Questo è un altro tassello del suo percorso: con Passo dopo Passo si è mosso per andare nelle frazioni, nei luoghi abitati anche meno conosciuti della città, per incontrare la gente. E con la gente («abbiamo coinvolto 450 persone») sono stati decisi anche i temi e le azioni che ora si trasformeranno in programma. «E' quasi pronto, lo presenteremo ad aprile», dice a quanti gli si sono stretti attorno. Poi alza nuovamente il tono della voce, come per far arrivare il suo messaggio agli avversari. «Mi dicono che non polemizzo con gli altri. E' vero, ma l'ho detto il 13 dicembre, quando ho presentato la mia candidatura: voglio segnare uno stile diverso. Non è vero che in campagna elettorale tutto è consentito, non la violenza verbale, gli attacchi costanti. Il nostro modo sarà diverso per affermare che anche in campagna elettorale conta la correttezza, conta la gentilezza, conta un altro modo di relazionarsi con gli altri. Vogliamo usare anche la gentilezza come metodo».

Partecipazione, ascolto, stile: le parole chiave del percorso che Mantellassi farà da qui a giugno sono queste. «Se ne aggiunge un'altra che vorrei sottolineare: spesso in campagna elettorale si attacca, si denigra la città, quasi come se, evidenziando un problema, si accusasse direttamente chi l'amministra. Non è così: è un attacco alla città. E' un attacco alla città, ai cittadini. Chi vive qui, chi ci abita, chi ci lavora, chi investe deve essere tutelato, il buon nome di Empoli, deve essere protetto: siamo una città operosa, fatta di lavoro e di opportunità. Non parleremo mai male della nostra città, la difenderemo fino in fondo».

Empoli prima di tutto. Un tema che permette a Mantellassi un'altra stoccata ai suoi avversari: «In questi giorni vengono in città politici nazionali a supportare alcuni miei avversari. Stanno qui una ventina di minuti e ci raccontano che Empoli va liberata. Noi siamo stati liberati il 2 settembre del 1944.Non ce la spiegano a noi la storia della liberazione. Siamo una città fieramente libera, antifascista e democratica».

Sviluppa i temi che faranno parte del suo programma: le frazioni (dove vivono il 72 per cento degli empolesi, ma anche il centro, con iniziative, nuovi spazi per la sosta, nuove pedonalizzazioni), lo sviluppo e il lavoro (in città ci sono 6200 aziende che permettono 20mila posti di lavoro); la sicurezza («non è un tema di destra, le ricette per affrontarlo possono essere diverse: abbiamo stilato un piano di dieci punti dove non c'è solo il controllo del territorio, ma rigenerazione di aree e luoghi, con cultura e commercio»), la qualità della vita (il nuovo parco pensato a Santa Maria porterà 30 mila metri quadrati di verde in più alla città, nuovi servizi anche sportivi: il campo di atletica che sta per nascere in via Sanzio, la piscina, lo stadio).

Sono le tappe della storia empolese che Alessio Mantellassi racconta.«La storia è fatta di tante persone normali. Sono un ventottenne nato a Empoli da una famiglia normale: qui ho studiato, fatto volontariato e dieci anni di esperienza in consiglio comunale. Una storia normalissima, come normale è la storia delle persone che troverete nelle cinque liste di candidati che sostengono questo progetto. Persone che hanno la credibilità dell'impegno per la città. Persone che hanno dedicato pezzi della propria vita nel volontariato, per gli altri, si mettono a disposizione della città, è credibile nel farlo. Le nostre liste saranno fatte di queste persone: vogliamo rappresentare la normalità di una città operosa, positiva, che ce l'ha sempre fatta. Girando per la città ho raccolto alcune storie. Penso alla Sammontana che da piccola latteria diventa il colosso che è oggi, la Antonini, nata da una piccola officina e che oggi esporta in tutto il mondo, Paolo Castellacci che, da piccola realtà della tecnologia è diventata leader del settore. Queste sono storie empolesi di chi ha un'idea, la coltiva, si rimbocca le maniche e la f diventare una grande realtà. Se penso alle persone mi viene alla mente Anna Maria Tinacci che, dalla sua malattia, la fibromialgia, ha creato una associazione di tante donne, la Aima, l'Auser, Misericordia, Assistenza, Croce Rossa».

Empoli capitale del volontariato. Ma anche della cultura.«La città del Busoni, del Pontormo, che porta dei ragazzi di periferia, i Bunker, sul palco di Sanremo. Anche queste sono storie empolesi, sottolineano l'orgoglio empolese. Orgogliosi di ciò he siamo, ciò che sappiamo e sapremo fare. Abbiamo un libro bianco davanti a noi e in dieci anni scriveremo insieme i contenuti. Abbiamo bisogno del lavoro e dell'intelligenza di tutti per scrivere la nuova storia empolese».
La sua storia empolese.
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