21 Novembre 2024
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La priorità del partito dei sindaci? Il terzo mandato

19-02-2024 15:34 - Opinioni
di Filippo Torrigiani


Nel periodo storico che stiamo vivendo, prioritarie dovrebbero essere le battaglie destinate a riaffermare un po' di giustizia sociale anche in Toscana. E invece, da quanto si apprende anche oggi da alcuni quotidiani, pare proprio che i sindaci che governano i Comuni della nostra Regione diano la precedenza ad altre questioni come appunto il taglio del vincolo al terzo mandato: quello che da tempo viene definito con l'appellativo di ‘'partito dei sindaci'' ha scelto questa via. Ed è pure in buona compagnia verrebbe da dire, viste anche le politiche che la giunta regionale unitamente ai tagli al comparto della Salute attuate dai governi nazionali, realizza.

‘'Di sinistra è chi sinistra fa''. Sta tutto più o meno qui il succo della questione, ovvero: le compagini di centro sinistra, in maniera purtroppo sempre più evidente, hanno abdicato alla loro funzione di rappresentanti dei cittadini che, convinti che avessero operato azioni di sinistra, li hanno eletti. E di ‘sinistra' troppi di questi sindaci e pure la maggioranza della Regione stanno facendo poco: sulla sanità così come sui servizi pubblici con la decisione di ‘quotare l'acqua pubblica in borsa' il che, in estrema sintesi, significa politica di destra.

Sono sempre di più i toscani in difficoltà che non riescono ad arrivare a fine mese né tantomeno ad accedere, in tempi ragionevoli, ai servizi sanitari di prevenzione e cura: questi ostacoli da soli, che con le destre al governo saranno ancora più difficili da abbattere, sarebbero stati sufficienti a far smuovere i sindaci e il presidente della Regione ad una chiamata collettiva destinata a far scendere in piazza per manifestare e rivendicare il diritto alla salute e alla dignità. Ma invece chi amministra i territori è in altre faccende affaccendato.

L' abbattimento del sistema sanitario nazionale, sia chiaro, viene da lontano: alla barba di quanto scritto in Costituzione tra tagli e minori entrate il servizio sanitario ha perso, negli ultimi dieci anni, 37 miliardi di euro con gli italiani costretti a spendere circa 40 miliardi di euro nella sanità privata pur di curarsi. E visti i tagli in materia apportati dall'esecutivo con l'approvazione della Legge di bilancio probabilmente, questa cifra, è destinata a crescere ancora. In Toscana, pur di sostenere questo sistema sanitario sempre più agonizzante, la giunta ha deciso di aumentare l'addizionale Irpef che andrà ad incidere sulle tasche di circa 600 mila cittadini con queste soglie:
3,32%, dall'1,68% del 2023, nella fascia di reddito tra i 28 mila e i 50mila euro
3,33%, aliquota massima applicabile, dall'1,73% del 2023, oltre i 50 mila euro

Chi ha di più paghi di più, bene: la sanità va tutelata. Ma a difettare, ancora una volta, è la politica che non si occupa, come dovrebbe, di questo tema. Non è trascorso troppo tempo da quando gli amministratori si recarono sotto agli ospedali a battere le mani a medici e infermieri per il lavoro straordinario che avevano fatto durante il Covid, oppure da quando il presidente Giani si sedette in piazza del Duomo a Firenze per solidarizzare coi ristoratori fiorentini a causa delle chiusure dovute dalla pandemia: ci sarebbe piaciuto che in questa fase lui, magari assieme al partito dei sindaci, oltre a chiedere a Roma di approvare la proposta di legge destinata all'innalzamento della quota del fondo sanitario nazionale al 7,5% del Pil e ad aumentare l'Irpef ai contribuenti, avessero chiamato i toscani a scendere in strada per manifestare contro il perpetuare dei tagli alla sanità anche perché va rammentata la vera questione: al finanziamento della sanità pubblica italiana mancano almeno 50 miliardi per avere un'incidenza media sul Pil simile agli altri Paesi europei, ma questo tema oltre ad essere distante dal dibattito nazionale è pure latente nei territori: per restare nel solco del centro sinistra da parte di alcuni candidati alle prossime elezioni amministrative, tanti selfie e presenzialismi, ma nessuna battaglia vera su questo punto. Governo e parlamento proseguono nel destinare risorse alle spese militari mentre le spese riservate alla salute continuano a perdere la priorità che invece dovrebbero avere.

Forse è anche arrivato il momento di avanzare una proposta seria, l'unica strada probabilmente percorribile anche alla luce di tutte le inadeguatezze che le gestioni regionali della sanità hanno mostrato con la pandemia: il comparto della salute sia gestito dallo stato centrale e divenga eguale per tutti. Di certo, per i cittadini, un buon funzionamento della sanità sarebbe sicuramente più importante dei posizionamenti politici dettati dalle opportunità del momento, dei vincoli sui mandati, delle teorie, dei cerchi, del radicalismo dei duri per forza e delle passeggiate elettorali. Insomma, battere le mani e solidarizzare non basta: serve qualcosa davvero di sinistra che chi governa in Toscana e talvolta anche chi contesta e basta senza unire la proposta alla denuncia, non ci sembra stia facendo.
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