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La comunità energetica empolese c'è, le regole del governo ancora no

06-10-2023 18:45 - Cronaca
Qualcuno l'ha definito il passo più efficace e concreto verso la transizione ecologica. Un passo che coinvolge ogni cittadino e che si traduce in risparmio economico ( i calcoli prevedono un abbattimento di circa il 20% in una famiglia con consumi medi) e ambientale: la Comunità energetica rinnovabile.

E' una comunità costituita da cittadini, da attività commerciali, da enti e imprese che si uniscono e si dotano di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per condividere l'energia prodotta. Nasce così, una comunità che si pone l'obiettivo della transizione verso un modello di sviluppo energetico che si basa sulla generazione distribuita , dove il cittadino è al centro della comunità stessa.

La comunità ha lo scopo di fornire benefici ambientali, economici o sociali ai propri membri e alle aree territoriali nelle quali opera, attraverso il riconoscimento di corrispettivi economici statali che hanno una durata di 20 anni sull'energia condivisa.

La parola chiave è proprio condivisione.

Ci sono diverse tipologie di figure che ruotano intorno alla comunità energetica. Il socio consumatore è colui che riceve una parte degli incentivi solo mettendo a disposizione i propri consumi. E non ha alcun tipo di onere. Il socio produttore riceve una parte degli incentivi che sono destinati alla comunità energetica e poi c'è quello che in termine tecnico viene chiamato prosumer, cioè il socio produttore e consumatore che beneficia di entrambi i vantaggi.

Ci sono una serie di disposizione che regolano la costituzione di una Comunità energetica;(essere connessi alla cabina primaria presente sul territorio, gli impianti di produzione non possono essere superiori a un megawatt, non può aderire chi opera nel settore energetico come attività principale, non possono aderire gli impianti che godono già di altri incentivi); c'è un percorso burocratico da seguire. Percorsi che a Empoli sono già stati fatti. Una comunità è stata creata ma non è operativa, perché ancora non sono stati emessi, a livello governativo, i decreti attuativi che la regolano.

A tal proposito, la vicenda è arrivata in Parlamento, grazie alla spinta propulsiva partita dall'assessore al Comune di Empoli Antonio Ponzo Pellegrini, che è anche uno dei fautori della nascita, sul territorio, della comunità energetica.

Ponzo, attraverso il senatore Marco Lombardo, di Azione, ha fatto pervenire un quesito al ministro dell'ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Insieme a Mariastella Gelmini e ad Enrico Borgo (del gruppo Azione-Italia Viva) i senatori hanno chiesto al Ministro «se il ritardo nell'adozione di questo decreto ministeriale sia ancora legato al tema degli aiuti di Stato e alla congruità dell'incentivo e quali iniziative intenda adottare per arrivare in tempi brevi all'adozione del decreto, anche al fine di dare un quadro normativo certo ai soggetti interessati all'autoconsumo diffuso e accelerare la diversificazione delle strategie volte a sostenere in particolar modo le famiglie italiane contro il caro bollette».

La risposta è arrivata in un question-time del Senato.«Siamo nella fase finale dell'interlocuzione con la Commissione europea nell'ambito dell'iter di valutazione della compatibilità della normativa proposta con la normativa in materia di aiuti di Stato – ha replicato il ministro Pichetto - . Le interlocuzioni con la Commissione sono state costanti e proficue sin dalla necessaria fase di pre-notifica avviata lo scorso febbraio e dettata dalla particolare complessità dello schema di decreto - che è una novazione anche a livello europeo. […] Lo scorso 28 luglio la Commissione ha formulato una formale approfondita richiesta di informazioni che ha avuto riscontro in data 11 settembre e sono state altresì discusse in dettaglio, con gli uffici della Commissione, de visu, in data 15 settembre a Bruxelles. L'incontro ha consentito di fugare ogni eventuale dubbio circa la piena compatibilità con la disciplina in materia di aiuti di Stato -mi riferisco naturalmente alla parte imprese- della prevista misura e predisporre le opportune revisioni del testo, che sono state già definite e che una volta avallate dalla Commissione europea, permetteranno di attivare questa rilevante misura nel percorso di decarbonizzazione del nostro Paese».

C'è da aspettare. Ma quali sono i benefici economici che prevede la Comunità energetica? Se i decreti attuativi non modificheranno quella che è l'attuale impostazione, già nel decreto precedente erano indicate delle somme: 110 euro MWh per l'energia che viene condivisa e autoconsumata; 9 euro al MWh di restituzione di costi delle cosiddette componenti variabili (trasporto e distribuzione) e 60 euro MWh per la vendita dell'energia che viene messa in rete. Benefici che vengono ripartiti tra i membri della comunità in modo proporzionale all'energia prodotta (per i soci produttori) e all'energia condivisa, per i soci consumatori.

Ma, ovviamente, c'è da mettere sul piatto della bilancia i benefici ambientali: l'energia prodotta è a chilometro zero, c'è una riduzione delle emissioni di anidride carbonica, c'è un miglior sfruttamento dell'energia, c'è la riduzione delle perdite di rete.

E per completare il quadro, non si possono tralasciare i benefici sociali. Perché nelle aspettative europee le comunità energetiche rappresentano anche un importante strumento di mitigazione della povertà energetica: per permettere a tutti i cittadini, anche quelli che hanno redditi bassi, le comunità possono prevedere per i propri soci forme di solidarietà energetica, fornendo un acceso a buon mercato alle rinnovabili, ma anche proporre strategie per risparmiare energia.

Gli stessi principi fondamentali, alla base della creazione di una comunità energetica, sono pratiche di lotta alla povertà energetica: coinvolgono i consumatori per renderli consapevoli dei propri comportamenti, sottolineando azioni per ottenere maggiore efficienza; prevedono sistemi condivisi di monitoraggio dei consumi energetici individuali che si dovranno poi tradurre nell'ottimizzazione e nella riduzione del consumo. Siamo davanti a un modello economico che si basa sulla condivisione di beni e servizi, un modello che sta alla base dell'energia circolare, una economia a favore dell'ambiente che va oltre l'attuale sistema di sprechi e rifiuti. E' la cosiddetta share economy.

Ma quanto costa entrare a far parte di una Comunità energetica? Se si possiede un contatore di ultima generazione, non c'è alcun costo. Non si dovrà cambiare l'attuale fornitore di energia elettrica, al quale si continuerà a pagare la bolletta. Ma periodicamente il consumatore riceverà dalla comunità un importo per l'energia consumata. Si può partecipare a più Comunità, con Pod diversi (cioè con contatori diversi, il pod è il codice identificativo del contatore), e si è liberi di accedere o uscire liberamente da una comunità, senza alcun vincolo di tempo.

“E' un nuovo modo di poter comprendere l'energia- spiega l'assessore Antonio Ponzo Pellegrini - . Parte dal punto che tutto viene fatto attraverso la cabina primaria. E' una produzione e un consumo a… centimetri zero. Si parte dal concetto di energia circolare e poi c'è il senso della comunità: due elementi che si traducono in risparmio, efficientamento, razionalizzazione, tutela dell'ambiente. A Empoli siamo pronti e sarà una nuova frontiera del consumo energetico. L'approccio è simile ai Gas, i Gruppi di acquisto solidali nati diversi anni fa, che in questo caso sono creati nell'ambito energia: carburanti, energia elettrica, fotovoltaica e tanto altro…”
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