La cena è DimOrto buona... e in consiglio comunale scatta il fuggi-fuggi
03-10-2023 21:44 - Politica
E all'ora della cena… scatta il fuggi fuggi. E' accaduto l'altra sera al consiglio comunale di Empoli quando, alla ripresa della discussione dopo la pausa, la sindaca Barnini, la quasi totalità della giunta che era presente prima ai lavori, il presidente del consiglio comunale e gli esponenti dell'opposizione di destra di Fratelli d'Italia, non si sono presentati in aula. Gli esponenti del Pd erano tutti al green bar, la struttura all'interno del parco di Serravalle, dove era in corso la cena per l'anniversario di “DimOrto buono”, il progetto della cooperativa sociale Sintesi-Minerva (l'orto a chilometro zero nato negli spazi davanti alla Rems di via Valdorme al Pozzale). Gli esponenti del partito della Meloni, invece, avevano un impegno politico di coalizione.
A chi si è presentato in aula dopocena, già era sembrata strana la pausa più lunga che era stata data dopo la seduta pomeridiana. Alla ripresa della discussione, nell'aula si sono presentati soltanto i consiglieri della maggioranza – Pd, e Questa è Empoli - quelli di Buongiorno Empoli, della Lega, del Movimento Cinquestelle e del Gruppo misto. Le redini del consiglio sono state affidate proprio all'esponente M5s Anna Baldi, che ha condotto il dibattito da quel momento in poi, essendo lei la vicepresidente dell'assemblea comunale.
In discussione a quel punto, c'era la mozione presentata da Beatrice Cioni e Leonardo Masi (Buongiorno Empoli) e dalla stessa Anna Baldi (M5s) che chiedeva il ritiro della delibera nella quale si indicava la quotazione in Borsa della Multiutility dei servizi, come strada per reperire finanziamenti.
Già in avvio di consiglio comunale, nel tardo pomeriggio, si era discusso su quest'argomento (sulla pagina Facebook di clebs c'è il video del botta e risposta fra la sindaca Barnini e Leonardo Masi). A quella mozione dell'opposizione è stato presentato un emendamento della maggioranza che è stata messo in discussione, poi ai voti, perché questo prevede il regolamento comunale (è passata con quelli della maggioranza, contrari gli altri).
In termini tecnici, la discussione è andata avanti così: dopo l'illustrazione della mozione dell'opposizione, cosa che ha fatto Beatrice Cioni, è toccato al capogruppo del Pd, Simone Falorni, illustrare l'emendamento. A quel punto, non trovandosi d'accordo sui contenuti, si è andati al voto che, nei numeri, ha dato ragione alla maggioranza. E di riflesso l'opposizione ha ritirato la propria mozione.
«Il loro emendamento – spiega Beatrice Cioni - riscriveva ex novo la nostra mozione: non tanto nell'impegno che chiedevamo come consiglio alla giunta, ma nella parte descrittiva. L'abbiamo discussa e poi, come prevede il regolamento, abbiamo votato quella emendata: la maggioranza non ha avuto difficoltà a farla passare. A quel punto, abbiamo preferito ritirare la nostra mozione”.
“Lo avevamo fatto già con un altro tema – prosegue - le armi da inviare in Ucraina. Per far capire la nostra posizione ai cittadini, la logica del nostro comportamento è questa: votando quella mozione emendata avremmo dato al consiglio comunale un'indicazione assai diversa da quella che era nella nostra mozione originaria. Ritirandola abbiamo anche voluto sottolineare la volontà politica della maggioranza e della giunta di proseguire con la delibera che prevede la quotazione in Borsa».
Di diversa opinione è Simone Falorni, capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, che ricostruisce così quel che è avvenuto nell'ultimo consiglio comunale: «Abbiamo presentato un emendamento alla mozione dell'opposizione perché loro chiedevano una revoca della delibera in toto. A differenza di quanto espresso nelle premesse, che riguardavano solo la quotazione in Borsa, poi nell'impegno si parlava della revoca totale di quella delibera in discussione. La quotazione in Borsa è solo uno strumento per cercare fondi, ma che non ostacola la nascita per fusione delle varie società della multiutility. La necessità di decidere la quotazione in Borsa, dove ci fosse stata la necessità, sarebbe dovuta ripassare nuovamente dal consiglio comunale e di nuovo anche al vaglio della Corte dei Conti. La delibera parla di quotazione in Borsa come strumento, ma principalmente si occupa della fusione delle società, della nascita della multiutility. Nel nostro emendamento abbiamo chiesto di cambiare le premesse per fare una narrativa dell'iter di tutta la vicenda: dall'ordine del giorno votato all'unanimità lo scorso anno, in cui si chiedeva di indirizzare determinate parti di utili alle infrastrutture, di reinvestirli per ottenere un abbattimento delle tariffe. E poi sottolineare che noi, come Pd non siamo contrari alla nascita della multiutility. E che la quotazione in borsa non era ostativa a questa nascita. In base alle indicazioni arrivate da forze sociali e politiche la quotazione è stata sospesa, per questo si impegnava la giunta a un percorso informativo e per individuare altri sistemi per reperire fondi che servono a fare gli investimenti di cui i servizi pubblici locali hanno necessità. Due le considerazioni: che si vada verso una riduzione delle tariffe e che il sistema debba rimanere rigorosamente pubblico».
A chi si è presentato in aula dopocena, già era sembrata strana la pausa più lunga che era stata data dopo la seduta pomeridiana. Alla ripresa della discussione, nell'aula si sono presentati soltanto i consiglieri della maggioranza – Pd, e Questa è Empoli - quelli di Buongiorno Empoli, della Lega, del Movimento Cinquestelle e del Gruppo misto. Le redini del consiglio sono state affidate proprio all'esponente M5s Anna Baldi, che ha condotto il dibattito da quel momento in poi, essendo lei la vicepresidente dell'assemblea comunale.
In discussione a quel punto, c'era la mozione presentata da Beatrice Cioni e Leonardo Masi (Buongiorno Empoli) e dalla stessa Anna Baldi (M5s) che chiedeva il ritiro della delibera nella quale si indicava la quotazione in Borsa della Multiutility dei servizi, come strada per reperire finanziamenti.
Già in avvio di consiglio comunale, nel tardo pomeriggio, si era discusso su quest'argomento (sulla pagina Facebook di clebs c'è il video del botta e risposta fra la sindaca Barnini e Leonardo Masi). A quella mozione dell'opposizione è stato presentato un emendamento della maggioranza che è stata messo in discussione, poi ai voti, perché questo prevede il regolamento comunale (è passata con quelli della maggioranza, contrari gli altri).
In termini tecnici, la discussione è andata avanti così: dopo l'illustrazione della mozione dell'opposizione, cosa che ha fatto Beatrice Cioni, è toccato al capogruppo del Pd, Simone Falorni, illustrare l'emendamento. A quel punto, non trovandosi d'accordo sui contenuti, si è andati al voto che, nei numeri, ha dato ragione alla maggioranza. E di riflesso l'opposizione ha ritirato la propria mozione.
«Il loro emendamento – spiega Beatrice Cioni - riscriveva ex novo la nostra mozione: non tanto nell'impegno che chiedevamo come consiglio alla giunta, ma nella parte descrittiva. L'abbiamo discussa e poi, come prevede il regolamento, abbiamo votato quella emendata: la maggioranza non ha avuto difficoltà a farla passare. A quel punto, abbiamo preferito ritirare la nostra mozione”.
“Lo avevamo fatto già con un altro tema – prosegue - le armi da inviare in Ucraina. Per far capire la nostra posizione ai cittadini, la logica del nostro comportamento è questa: votando quella mozione emendata avremmo dato al consiglio comunale un'indicazione assai diversa da quella che era nella nostra mozione originaria. Ritirandola abbiamo anche voluto sottolineare la volontà politica della maggioranza e della giunta di proseguire con la delibera che prevede la quotazione in Borsa».
Di diversa opinione è Simone Falorni, capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, che ricostruisce così quel che è avvenuto nell'ultimo consiglio comunale: «Abbiamo presentato un emendamento alla mozione dell'opposizione perché loro chiedevano una revoca della delibera in toto. A differenza di quanto espresso nelle premesse, che riguardavano solo la quotazione in Borsa, poi nell'impegno si parlava della revoca totale di quella delibera in discussione. La quotazione in Borsa è solo uno strumento per cercare fondi, ma che non ostacola la nascita per fusione delle varie società della multiutility. La necessità di decidere la quotazione in Borsa, dove ci fosse stata la necessità, sarebbe dovuta ripassare nuovamente dal consiglio comunale e di nuovo anche al vaglio della Corte dei Conti. La delibera parla di quotazione in Borsa come strumento, ma principalmente si occupa della fusione delle società, della nascita della multiutility. Nel nostro emendamento abbiamo chiesto di cambiare le premesse per fare una narrativa dell'iter di tutta la vicenda: dall'ordine del giorno votato all'unanimità lo scorso anno, in cui si chiedeva di indirizzare determinate parti di utili alle infrastrutture, di reinvestirli per ottenere un abbattimento delle tariffe. E poi sottolineare che noi, come Pd non siamo contrari alla nascita della multiutility. E che la quotazione in borsa non era ostativa a questa nascita. In base alle indicazioni arrivate da forze sociali e politiche la quotazione è stata sospesa, per questo si impegnava la giunta a un percorso informativo e per individuare altri sistemi per reperire fondi che servono a fare gli investimenti di cui i servizi pubblici locali hanno necessità. Due le considerazioni: che si vada verso una riduzione delle tariffe e che il sistema debba rimanere rigorosamente pubblico».