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Indebitamento e povertà? Terreno fertile per usura ed estorsione

05-10-2023 14:20 - Politica
di Filippo Torrigiani
In Toscana, al pari di altre regioni italiane è in corso un processo di tracollo di larga parte del tessuto sociale difficilmente reversibile la cui genesi risiede, soprattutto, nella precarietà e nell'inflazione. Si tratta di un percorso involutivo i cui risvolti, talvolta e purtroppo, danno luogo a situazioni di difficoltà tali da indurre le persone a rivolgersi ai prestatori di denaro a strozzo, meglio conosciuti col nome di usurai.
Si tratta di un fenomeno di cui non si parla molto ed anche sottovalutato. L'attuale fase segnata da un'economia che non decolla, unitamente ad un caro vita che indica un drastico crollo dei consumi degli italiani pari - 3,7 miliardi di euro in 6 mesi, con la Bce che rivede al rialzo le stime sull'inflazione: al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, per effetto “dell'evoluzione più sostenuta dei prezzi dell'energia” costituiscono una situazione sempre più devastante per famiglie ed imprese. Non a caso, l'ultimo Rapporto regionale sulla povertà chiarisce che il 10 per cento delle famiglie toscane arriva a fine mese con difficoltà e secondo l'Irpet, l'8% delle stesse dichiara un reddito netto mensile inferiore a 600 euro al mese, il 10% a meno di 800, il 25% a meno di 1.200 euro al mese, la metà a meno di 2.000 euro. Secondo uno studio realizzato dalla Cgia di Mestre, con una cifra di 26.300 euro di debiti per famiglia, la nostra Regione è la quarta più indebitata in Italia dopo la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e il Lazio: nel suo complesso ciò che significa che l'indebitamento della Toscana nell'anno 2022 è stato di oltre 43 miliardi di euro, in crescita di circa il 4% rispetto all'anno precedente.

Numeri certamente importanti su cui riflettere dal momento che, secondo le stime, continueranno purtroppo a crescere. Senza fare di tutta l'erba un fascio, va detto che anche il comportamento del sistema bancario e creditizio non si è rivelato prodigo nel concedere liquidità né ai giovani né tantomeno alle imprese, soprattutto a quelle di piccole e medie dimensioni: questo ha certamente contribuito a creare una certa prosperità del mercato illegale dei prestiti. Nei fatti, il traffico di moneta di tipo delinquenziale è a totale appannaggio di sodalizi malavitosi i quali, tramite meccanismi di funzionamento ad ingranaggi ben oleati, dispensano liquidità di denaro immediata. L'usura simboleggia la violenta speculazione circa il bisogno di denaro a danno di una persona, a cui si concedono somme per ottenere, in ritorno, un enorme guadagno in modo illecito. Nel rapporto usurario ci sono dunque, da un lato, la necessità di reperire denaro in modo celere e, dall'altro, un'offerta che solo in prima battuta può apparire come una tempestiva soluzione di ristoro per coloro che si trovano, in quel dato momento, in situazione di straordinaria complessità.

Gli usurai forniscono, quindi, un prestito a un tasso d'interesse enormemente superiore al cosiddetto “tasso di soglia” convenzionale – rilevato ogni tre mesi dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – che, nella migliore delle ipotesi, viene accresciuto del 50%. Il fenomeno in questione ritrae un'infezione sociale tutt'altro che semplice da curare. Si tratta di un fenomeno che, subdolamente, miete assai più vittime di quelle disposte a denunciare questo tipo di reati e di vessazioni. Non a caso, per quanto verosimili, le statistiche su usura ed estorsione sono soltanto indicative della reale dimensione del fenomeno. I dati più recenti che abbiamo a disposizione, gentilmente fornitici dalla Fondazione Nazionale Antiusura e relativi all'ultima Relazione sull'attività del Comitato di Solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura, ci dicono che nel 2022 il Comitato ha ricevuto un totale di 17 richieste di mutuo da parte di vittime di usura provenienti dalla Toscana.

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