Il ritorno di Nascosti in politica:"Consapevole di dare una mano a un imprenditore che ha saputo metterci la faccia"
04-06-2024 16:19 - Le interviste di Clebs.it
Nove anni in disparte, a guardare quel che facevano gli altri, dopo aver avuto una vita politica frenetica: consigliere comunale per tre legislature, poi in Provincia, poi consigliere regionale. Per non parlare degli incarichi, sempre a livello regionale, del suo partito. Nicola Nascosti, alla vigilia delle elezioni amministrative, torna a interessarsi di politica, perché come dice lui stesso, “ci si dimette dagli incarichi, non dalla politica”. E lo fa, riprendendo da dove aveva lasciato. Da Forza Italia. Dando una mano alla campagna elettorale di Simone Campinoti che corre come sindaco di Empoli supportato dal partito fondato da Berlusconi, dalla Lega, da Fratelli d’Italia e dalla lista civica Empoli del fare.
Nove anni distante dalla politica…
«L’ultimo mio incarico risale a giugno 2015, quando non venni rieletto in consiglio regionale, dov’ero stato nei cinque anni precedenti. Ero candidato e non riuscii ad entrare. L’anno prima avevamo provato a dare una svolta alla politica locale, a Empoli, con una lista alternativa e anche trasversale, intorno a Damasco Morelli».
In questi nove anni è stato lontano dalla politica?
«No, ma ho ribaltato le priorità: prima l’impegno politico, soprattutto nei cinque anni di consiglio regionale era predominante rispetto agli impegni del mio lavoro quotidiano. Oggi accade il contrario: la parte predominante è quella del lavoro personale, poi la politica, perché, come si dice: ci si dimette dagli incarichi, mai dalla politica. La passione rimane sempre. Ho guardato dalla tribuna, fino a qualche mese fa, ho fatto lo spettatore».
E adesso, invece, è tornato con un ruolo attivo: qual è la molla che l’ha spinta, usando un termine sportivo, caro al suo partito, a… scendere in campo?
«E’ stata la possibilità di dare una mano a un centrodestra che ha bisogno, a mio avviso, di una connotazione simile a quella che conoscevo in passato, con una trazione più moderata, senza togliere niente all’attuale. Con l’avvento di Tajani si ritorna a una politica più ragionata, come piace a me, e meno declamata. Mi ha intrigato, mi sono detto: vediamo che questo nuovo corso di Forza Italia somiglia a quello al quale ero più abituato. Ma c’è anche un altro aspetto».
Quale?
«Premetto che non ho partecipato alla scelta di Simone Campinoti come candidato del centrodestra, per la corsa a sindaco di Empoli. Campinoti è stato proposto dall’onorevole Erica Mazzetti, lo aveva conosciuto negli incontri istituzionali con la Confindustria. Poi, com’è consuetudine nel centrodestra, il nome di Campinoti è stato portato da Marco Stella al tavolo regionale dov'è stato condiviso da tutti. Quando ho avuto la quasi certezza che Simone si sarebbe candidato ho pensato che era la prima volta che un imprenditore, nato a Empoli, con l’attività a Empoli, decide di schierarsi in maniera forte, è un atto di coraggio che non c’era mai stato da parte della società civile empolese. Nell’ottica di rilanciare un percorso di centrodestra di un certo tipo, ho ritenuto essenziale dare una mano a questo coraggioso imprenditore. L’ho sentito come un dovere, anche perché in passato mi sono sempre lamentato del fatto che qui a Empoli nessuno si metteva a disposizione. Adesso che c’è tirarsi indietro sarebbe stato un atto di incoerenza politica. E mi è sembrata un’ottima occasione per svolgere un ruolo che poche volte mi è capitato di svolgere, cioè dare una mano allo sviluppo di una campagna elettorale complessa, perché Empoli è una città complessa dal punto di vista elettorale. Ha tutte le problematiche della grande città».
Che campagna elettorale è stata, visto che siamo alle ultime battute?
«Abbiamo cercato di coinvolgere la cittadinanza, cercando di far capire che la persona che si è candidata sindaco d’Empoli, è una persona che con la sua storia imprenditoriale ma anche di uno, può dare un contributo alla soluzione dei problemi e un approccio alla gestione dei problemi che fino a ora né chi ha governato fino a ora la città ma neppure chi era al’opposizione, ha avuto fino a oggi. Questo è l’elemento di novità che i cittadini possono percepire. Quindi, tornando alla domanda, è stata una campagna elettorale anche un po’ sui generis rispetto a quelle tradizionali. Stiamo puntando proprio su questo fatto: ci sono le liste politiche ma nella coalizione c’è anche una lista civica, vera, che supporta Campinoti e ci sono in questa lista dei nomi che rappresentano la storia di questa città. Nella mia storia politica, lo posso dire con certezza, questa è la prima volta che parte della città che ha deciso palesemente di candidarsi. Rappresentanza che alle amministrative non c’era mai stata. E’ un primo segnale da cogliere e che i cittadini sappiano che questa volta il centrodestra non ha messo in campo la Nazionale della politica, ma alcuni pezzi buoni della politica locale al fianco di tanti cittadini della politica locale. E questo è positivo».
Qual è l’obiettivo per il quale riterrete di aver raggiunto un successo?
«Il ballottaggio. Siamo sicuri di andare al ballottaggio. Le analisi politiche ulteriori, le faremo dopo. C’è un entusiasmo diverso, che percepiamo».
C’è qualcosa che in questi nove anni di “astinenza” dalla politica ha maturato?
«In questi nove anni, ho provato da rientro in politica da esterno dando mano a Forza Italia, partito nel quale Altero Matteoli mi aveva portato. Non ho fatto attività e rientro da dove avevo terminato nove anni fa. Mi ha fatto piacere che nonostante mi sia allontanato dalla politica attiva e che qualcuno abbia denigrato l’operato politico del sottoscritto negli anni precedenti, mi ha fatto piacere che dopo tutto questo tempo, ho ritrovato tanta gente che ho visto con piacere e ho capito che continuava ad avere in me la stessa stima. Credo che sia un elemento di soddisfazione personale, la gente non si è lasciata convincere da chi ha seminato vento e mi auguro che adesso raccolga…. tempesta».
Nove anni distante dalla politica…
«L’ultimo mio incarico risale a giugno 2015, quando non venni rieletto in consiglio regionale, dov’ero stato nei cinque anni precedenti. Ero candidato e non riuscii ad entrare. L’anno prima avevamo provato a dare una svolta alla politica locale, a Empoli, con una lista alternativa e anche trasversale, intorno a Damasco Morelli».
In questi nove anni è stato lontano dalla politica?
«No, ma ho ribaltato le priorità: prima l’impegno politico, soprattutto nei cinque anni di consiglio regionale era predominante rispetto agli impegni del mio lavoro quotidiano. Oggi accade il contrario: la parte predominante è quella del lavoro personale, poi la politica, perché, come si dice: ci si dimette dagli incarichi, mai dalla politica. La passione rimane sempre. Ho guardato dalla tribuna, fino a qualche mese fa, ho fatto lo spettatore».
E adesso, invece, è tornato con un ruolo attivo: qual è la molla che l’ha spinta, usando un termine sportivo, caro al suo partito, a… scendere in campo?
«E’ stata la possibilità di dare una mano a un centrodestra che ha bisogno, a mio avviso, di una connotazione simile a quella che conoscevo in passato, con una trazione più moderata, senza togliere niente all’attuale. Con l’avvento di Tajani si ritorna a una politica più ragionata, come piace a me, e meno declamata. Mi ha intrigato, mi sono detto: vediamo che questo nuovo corso di Forza Italia somiglia a quello al quale ero più abituato. Ma c’è anche un altro aspetto».
Quale?
«Premetto che non ho partecipato alla scelta di Simone Campinoti come candidato del centrodestra, per la corsa a sindaco di Empoli. Campinoti è stato proposto dall’onorevole Erica Mazzetti, lo aveva conosciuto negli incontri istituzionali con la Confindustria. Poi, com’è consuetudine nel centrodestra, il nome di Campinoti è stato portato da Marco Stella al tavolo regionale dov'è stato condiviso da tutti. Quando ho avuto la quasi certezza che Simone si sarebbe candidato ho pensato che era la prima volta che un imprenditore, nato a Empoli, con l’attività a Empoli, decide di schierarsi in maniera forte, è un atto di coraggio che non c’era mai stato da parte della società civile empolese. Nell’ottica di rilanciare un percorso di centrodestra di un certo tipo, ho ritenuto essenziale dare una mano a questo coraggioso imprenditore. L’ho sentito come un dovere, anche perché in passato mi sono sempre lamentato del fatto che qui a Empoli nessuno si metteva a disposizione. Adesso che c’è tirarsi indietro sarebbe stato un atto di incoerenza politica. E mi è sembrata un’ottima occasione per svolgere un ruolo che poche volte mi è capitato di svolgere, cioè dare una mano allo sviluppo di una campagna elettorale complessa, perché Empoli è una città complessa dal punto di vista elettorale. Ha tutte le problematiche della grande città».
Che campagna elettorale è stata, visto che siamo alle ultime battute?
«Abbiamo cercato di coinvolgere la cittadinanza, cercando di far capire che la persona che si è candidata sindaco d’Empoli, è una persona che con la sua storia imprenditoriale ma anche di uno, può dare un contributo alla soluzione dei problemi e un approccio alla gestione dei problemi che fino a ora né chi ha governato fino a ora la città ma neppure chi era al’opposizione, ha avuto fino a oggi. Questo è l’elemento di novità che i cittadini possono percepire. Quindi, tornando alla domanda, è stata una campagna elettorale anche un po’ sui generis rispetto a quelle tradizionali. Stiamo puntando proprio su questo fatto: ci sono le liste politiche ma nella coalizione c’è anche una lista civica, vera, che supporta Campinoti e ci sono in questa lista dei nomi che rappresentano la storia di questa città. Nella mia storia politica, lo posso dire con certezza, questa è la prima volta che parte della città che ha deciso palesemente di candidarsi. Rappresentanza che alle amministrative non c’era mai stata. E’ un primo segnale da cogliere e che i cittadini sappiano che questa volta il centrodestra non ha messo in campo la Nazionale della politica, ma alcuni pezzi buoni della politica locale al fianco di tanti cittadini della politica locale. E questo è positivo».
Qual è l’obiettivo per il quale riterrete di aver raggiunto un successo?
«Il ballottaggio. Siamo sicuri di andare al ballottaggio. Le analisi politiche ulteriori, le faremo dopo. C’è un entusiasmo diverso, che percepiamo».
C’è qualcosa che in questi nove anni di “astinenza” dalla politica ha maturato?
«In questi nove anni, ho provato da rientro in politica da esterno dando mano a Forza Italia, partito nel quale Altero Matteoli mi aveva portato. Non ho fatto attività e rientro da dove avevo terminato nove anni fa. Mi ha fatto piacere che nonostante mi sia allontanato dalla politica attiva e che qualcuno abbia denigrato l’operato politico del sottoscritto negli anni precedenti, mi ha fatto piacere che dopo tutto questo tempo, ho ritrovato tanta gente che ho visto con piacere e ho capito che continuava ad avere in me la stessa stima. Credo che sia un elemento di soddisfazione personale, la gente non si è lasciata convincere da chi ha seminato vento e mi auguro che adesso raccolga…. tempesta».