Il punto/ Empoli, e se fosse l'anno delle grandi soddisfazioni?
11-08-2024 11:49 - Sport
di Emilio Chiorazzo
E se questo fosse il campionato che ci farà divertire? Gli scongiuri sono ammessi. Ma l’Empoli visto con il Catanzaro nella prima gara di Coppa Italia, ha un comune denominatore: la qualità del suo organico. Questi giovani calciatori che i dirigenti hanno messo a disposizione di mister D’Aversa danno l’impressione di volersi – e di farci – divertire. In campo e sugli spalti.
Ma andiamo per gradi. E’ d’obbligo qualche premessa: era la prima gara stagionale, non tutte le squadre, lo sappiamo, hanno una condizione ottimale. Col Catanzaro, poi, c’è da mettere in conto anche la differenza di categoria. Le squadre, in questo periodo, non sono ancora del tutto strutturate (lo stesso Empoli è ancora con la testa al mercato).
Ma qualche indicazione, anche se potrebbe apparire affrettata, la gara che porta gli azzurri ai sedicesimi di Coppa Italia, l’ha data.
Il gioco. Dal centrocampo in su la squadra sembra girare in maniera sciolta. Colombo, Esposito e Fazzini ci provano a ripetizione. Sono gli autori dei gol ma anche coloro che hanno provato più volte a centrare il bersaglio. Forse con qualche errore di troppo e con qualche mira da aggiustare. Gli inserimenti di Gyasi, che fa la spola tra le retrovie e la prima linea, seppure non sempre perfetti in fase di concretizzazione, sono un ottimo diversivo per togliere punti di riferimento agli avversari. Colombo ed Esposito sembrano conoscersi, si cercano, si trovano, si capiscono. Pezzella, con i suoi suggerimenti dalla fascia alimenta diverse giocate. L’asse di sinistra, insomma, sembra aver trovato già una sua fisionomia. Tutto questo, per dirla con le parole del tecnico azzurro «nonostante il caldo e le condizioni del campo» ha sottolineato anche un altro aspetto importante: i giocatori sono rimasti sempre lucidi, senza mai scoraggiarsi, anche nei momenti più complicati. Un altro aspetto importante è la tenuta: l gol del pareggio, arrivato praticamente subito dopo il vantaggio avrebbe potuto stroncare le gambe a questi ragazzini… terribili. Non è stato così.
Le reti. La partita con il Catanzaro ci ha raccontato un Empoli che ha a disposizione più di una pedina per impensierire gli avversari. Lo racconta anche il tabellino: quattro reti, tre realizzatori. Per non parlare delle occasioni fallite. Quelle di Colombo (due) quella di Gyasi, praticamente a porta vuota; il palo e la traversa colpiti, un colpo di testa di Viti su angolo del solito Pezzella. La voglia di segnare di questi ragazzini terribili la si intuisce quando, in pieno recupero, con il risultato e la qualificazione già in tasca, trovano le energie e gli spunti per realizzare il quarto gol.
Le cose da rivedere. Lo ha sottolineato anche D’Aversa. Sui calci piazzati c’è qualcosa da mettere a registro: il gol del Catanzaro arriva in questo modo, una palla inattiva. Il reparto che è sembrato più indietro nella condizione fisica è la difesa. Ma anche in questo caso, c’è un’attenuante. A D’Aversa mancavano all’appello qlcune pedine importanti. Almeno tre. Ma sula tenuta fisica – e mentale – del reparto c’è da lavorare ancora, perché in campionato non sarà la stessa cosa.
Non sarà facile, quando si giocherà con le avversarie di serie A, neppure avere tutte le occasioni che l’Empoli ha avuto sabato sera al Castellani. Per questo motivo il tecnico dovrà lavorare anche sul piano di una maggiore precisione e concretezza nella finalizzazione delle poche occasioni che saranno concesse da formazioni più attrezzate del Catanzaro.
Un’ultima considerazione è d’obbligo rispetto alla gara di Coppa. Ha sentito il dovere di farla anche l’allenatore, nella sua conferenza stampa di fine gara: non facciamoci abbagliare dal calcio d’agosto. Il campionato sarà tutta un’altra storia.
Ma se il buongiorno si vede dal mattino….
Ma andiamo per gradi. E’ d’obbligo qualche premessa: era la prima gara stagionale, non tutte le squadre, lo sappiamo, hanno una condizione ottimale. Col Catanzaro, poi, c’è da mettere in conto anche la differenza di categoria. Le squadre, in questo periodo, non sono ancora del tutto strutturate (lo stesso Empoli è ancora con la testa al mercato).
Ma qualche indicazione, anche se potrebbe apparire affrettata, la gara che porta gli azzurri ai sedicesimi di Coppa Italia, l’ha data.
Il gioco. Dal centrocampo in su la squadra sembra girare in maniera sciolta. Colombo, Esposito e Fazzini ci provano a ripetizione. Sono gli autori dei gol ma anche coloro che hanno provato più volte a centrare il bersaglio. Forse con qualche errore di troppo e con qualche mira da aggiustare. Gli inserimenti di Gyasi, che fa la spola tra le retrovie e la prima linea, seppure non sempre perfetti in fase di concretizzazione, sono un ottimo diversivo per togliere punti di riferimento agli avversari. Colombo ed Esposito sembrano conoscersi, si cercano, si trovano, si capiscono. Pezzella, con i suoi suggerimenti dalla fascia alimenta diverse giocate. L’asse di sinistra, insomma, sembra aver trovato già una sua fisionomia. Tutto questo, per dirla con le parole del tecnico azzurro «nonostante il caldo e le condizioni del campo» ha sottolineato anche un altro aspetto importante: i giocatori sono rimasti sempre lucidi, senza mai scoraggiarsi, anche nei momenti più complicati. Un altro aspetto importante è la tenuta: l gol del pareggio, arrivato praticamente subito dopo il vantaggio avrebbe potuto stroncare le gambe a questi ragazzini… terribili. Non è stato così.
Le reti. La partita con il Catanzaro ci ha raccontato un Empoli che ha a disposizione più di una pedina per impensierire gli avversari. Lo racconta anche il tabellino: quattro reti, tre realizzatori. Per non parlare delle occasioni fallite. Quelle di Colombo (due) quella di Gyasi, praticamente a porta vuota; il palo e la traversa colpiti, un colpo di testa di Viti su angolo del solito Pezzella. La voglia di segnare di questi ragazzini terribili la si intuisce quando, in pieno recupero, con il risultato e la qualificazione già in tasca, trovano le energie e gli spunti per realizzare il quarto gol.
Le cose da rivedere. Lo ha sottolineato anche D’Aversa. Sui calci piazzati c’è qualcosa da mettere a registro: il gol del Catanzaro arriva in questo modo, una palla inattiva. Il reparto che è sembrato più indietro nella condizione fisica è la difesa. Ma anche in questo caso, c’è un’attenuante. A D’Aversa mancavano all’appello qlcune pedine importanti. Almeno tre. Ma sula tenuta fisica – e mentale – del reparto c’è da lavorare ancora, perché in campionato non sarà la stessa cosa.
Non sarà facile, quando si giocherà con le avversarie di serie A, neppure avere tutte le occasioni che l’Empoli ha avuto sabato sera al Castellani. Per questo motivo il tecnico dovrà lavorare anche sul piano di una maggiore precisione e concretezza nella finalizzazione delle poche occasioni che saranno concesse da formazioni più attrezzate del Catanzaro.
Un’ultima considerazione è d’obbligo rispetto alla gara di Coppa. Ha sentito il dovere di farla anche l’allenatore, nella sua conferenza stampa di fine gara: non facciamoci abbagliare dal calcio d’agosto. Il campionato sarà tutta un’altra storia.
Ma se il buongiorno si vede dal mattino….