08 Settembre 2024
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Il piccolo e la visione, con tanto di dedica... musicale

06-07-2024 15:33 - Politica
di Emilio Chiorazzo
Cita chi lo ha preceduto (“il sindaco Ragionieri e il suo impegno sullo sviluppo di una città che usciva dalla guerra, Assirelli, che gestì la crisi del vetro perché sapeva che quella crisi era una grossa difficoltà per il nostro tessuto economico e lavorativo”. E poi Calugi, Rossi, Bugli, Cappelli e Barnini che “mi fanno sentire parte di una storia grande”). Cita – in modo indiretto - papa Woityla (“Se sbaglio….mi aiuterete a fare meglio”). Cita Nuti. Anzi, Alessio Mantellassi prende a prestito i versi di una canzone di Francesco Nuti (Sarà per te) per fare una dedica speciale alla città che è chiamato a guidare per i prossimi cinque anni. Quasi una dichiarazione d'amore, com'era stata – durante la sua lunga campagna elettorale - un'altra canzone, Sei la mia città di Cosmo.
«Sarà per te - recita il sindaco a nome di tutto il consiglio - tutto il nostro impegno; sarà per te, tutta la nostra passione; sarà per te molto del nostro tempo anche quello che impiegheremo lì dentro a discutere; Sarà per te tanto di questo nostro discutere in questa aula; sarà per te, tutto il nostro lavoro, sarà per te. E sappi che qui in quest'aula, su tutti i banchi potrai trovare sempre persone che in te hanno e avranno fermamente una piena profonda e incrollabile fiducia. Che credono nelle tue potenzialità nella tua capacità di essere Empoli sempre e in ogni caso. Iniziamo questo lavoro tutti insieme, cara Empoli. Sarà per te. Buon lavoro».
Il discorso di insediamento di Alessio Mantellassi, dopo l'atto tecnico che è il giuramento sulla Costituzione, non è solo un ripercorrere per punti, quale idea di città ha per il futuro. Questo lo ha detto in modo chiaro nel suo programma, lo ha sottolineato nei lunghi mesi che lo hanno portato alle elezioni prima, al ballottaggio poi. Il nuovo sindaco traccia la strada per un proficuo lavoro, con tanto di invito ai consiglieri di riempire di proposte, dibattiti, idee e confronto, il consiglio comunale (“si apre una fase nuova, lasciamoci la campagna elettorale alle spalle”). Traccia la strada che ha disegnato nel percorso che lo ha portato al posto lasciato vacante da Brenda Barnini. Disegna la sua Empoli, così come l'ha raccontata, in questi giorni, ai suoi assessori che adesso avranno il compito di trasformare in fatti - e atti - quelle parole. Consegna loro due pilastri importanti della filosofia politica che intende applicare: la teoria del piccolo e della visione. L'attenzione al quotidiano ma anche la possibilità di alzare lo sguardo verso orizzonti più ampi; le buche da tappare e le grandi infrastrutture che avranno il compito di cambiare volto alla città. L'erba da tagliare, ma anche un teatro da riempire di contenuti, nuovi impianti sportivi al fianco di quelli esistenti e da ammodernare.
OLTRE LA CAMPAGNA ELETTORALE. «L'elezione di Simona Cioni, prima donna a rivestire il ruolo di presidente del consiglio comunale, al primo turno, con una larga condivisione, credo sia un dato politico molto importante che inaugura positivamente il dialogo nel consiglio comunale. Auguro un sentito auspicio di collaborazione e discussione nell'interesse della nostra città. Questo è il luogo per eccellenza del dibattito dove le differenze diventano argomenti di confronto su dove portare Empoli nei prossimi anni, dove le posizioni della campagna elettorale, le posizioni politiche rappresentate in questi mesi, diventano discussioni su atti, delibere e su scelte concrete. Perché la comunità che siamo chiamati a rappresentare è un organismo complesso, articolato, non un blocco granitico e uniforme, una comunità fatta di mille differenze, mille sfumature, tante sfaccettature. E il nostro compito non è sintetizzarle ma rappresentare la complessità. Guai a volerle semplificare, ma guai a volerle ignorare: il consiglio comunale ha principalmente questa funzione, rappresentare le tante voci che rappresenta la vita della nostra comunità, rappresentare le visioni politiche, le idee, le proposte, le posizioni diverse che esistono nella città e farle vivere in un confronto sano e costruttivo. Con oggi si chiude la fase elettorale per aprire insieme una fase nuova: si archivino le acredini, si modifichino i toni, si cambino gli approcci e si costruisca una fase quinquennale di governo della città in cui ognuno abbia il suo ruolo, in cui ogni consigliere operi nelle rappresentanza dei bisogni e delle istanze del territorio; in cui l'opposizione dia voce con stimoli proposte diverse, stimoli la giunta. E in cui la giunta e il sindaco si impegnino a rispettare gli impegni presi in campagna elettorale. Da ora in poi siamo chiamati a cambiare fase e aprirne una nuova di lavoro, confronto e dialogo. Non mi sento più il candidato di una parte ma il sindaco di Empoli».
LE PROSSIME SFIDE: il PICCOLO E LA VISIONE. «Siamo nel tempo della precarietà economica, dell'aumento del costo della vita, della richiesta ai Comuni di aumentare i servizi per rispondere ai bisogni sempre più crescenti, con notevoli limiti di bilancio. Siamo nel tempo della necessità di promuovere infrastrutture per la comunità ma allo stesso tempo di dover essere capace di cercare le risorse altrove per realizzare queste opere con grandi capacità progettuali, nel tempo dei tanti bisogni con strumenti limitati. Vogliamo mettere al centro il piccolo e la visione. Empoli non può camminare nel futuro solo guardandosi la punta dei piedi ma non può solo guardare lontano senza vedere dove cammina oggi. Serve attenzione al piccolo, al presente, all'esistente ma allo stesso tempo avere una visione di futuro. Vorremmo mettere al centro le manutenzioni, potenziando il personale e aumentando le risorse per la cura di strade e di marciapiedi. Vogliamo mettere al centro il decoro delle piazze, a partire da piazza Matteotti, il parco Mariambini, piazza Don Minzoni, fino ai giardini delle frazioni. Ma vogliamo mettere al centro anche sfide per il futuro: Empoli deve osare. Nelle infrastrutture, a partire dalla bretella di Ponzano fino a quella di Santa Maria. La sfida di nuove infrastrutture strategiche consentirà di immaginare un modello diverso dell'uso degli spazi della città e della mobilità. So che lo sviluppo delle Infrastrutture significa, a volte, anche preoccupazione. Nel caso del raddoppio ferroviario, per esempio, lo significa per molte famiglie: nei prossimi giorni chiederò formalmente un confronto con la Regione e con RFI per fare il punto e chiedere il rispetto del più alto numero possibile delle richieste fatte dai residenti. Realizzeremo la commissione di partecipazione per seguire il cantiere insieme. Sono convinto che si debba stare accanto a chi è preoccupato per la sorte dei propri sacrifici di una vita. Se servirà saremo, permettetemi la battuta, oltre che di governo, anche di lotta e di impegno accanto alle famiglie».
OSARE PER CRESCERE. «Empoli deve osare e crescere, deve essere la terra che fa sistema per la formazione. Penso al piano per il Terrafino: inizieremo una programmazione che tenga insieme servizi, manutenzioni e sosta in quella zona. Tutelare i luoghi di sviluppo, parlare della formazione, significa proteggere il lavoro e noi siamo orgogliosamente da sempre la città del lavoro. Empoli deve usare nella cultura: deve essere la nostra anima, la nostra identità, la nostra sostanza. Con la carta della cultura proveremo a disegnare un'offerta nuova, per farsi trovare pronti all'apertura di una grandissima infrastruttura culturale come il teatro. Lavoreremo sodo nel potenziare e aprire sempre di più l'accesso della biblioteca perché la lettura deve essere accessibile a tutti. Empoli deve osare nello sport: vogliamo potenziare l'ufficio dedicato e avviare una stagione di investimenti aperti anche a investimenti privati, in cui si possa mantenere salda la proprietà pubblica di tutti gli impianti. Ma che Empoli abbia la capacità anche di aprirsi agli investimenti di privati che sulla proprietà pubblica possano investire e migliorare lo stato dell'immobile e del servizio. Penso in modo particolare la piscina e penso in modo particolare allo stadio ma l'occasione deve essere diffusa per immaginare uno sviluppo complessivo dello Sport anche di frazioni. Empoli deve osare nell'ambiente e l'idea del parco di Santa Maria entrerà nel prossimo Dup, documento unico di programmazione. Empoli deve osare nei servizi alla persona perché sono da sempre nostre eccellenze e luogo dove ci si prende carico degli altri. Empoli deve osare nella sicurezza dei propri spazi. La sicurezza è una priorità perché per noi è la tranquillità di vivere gli spazi di una città e perseguiremo con tenacia, con il potenziamento della Polizia Municipale, con il decoro delle piazze, con la collaborazione reale con le forze dell'ordine e con altre strategie che includeranno anche la cultura e il commercio e soprattutto perseguendo la strategia dei parchi aperti».
ORGOGLIOSI DI ESSERE EMPOLESI. «Questo non possiamo farlo da soli, non il sindaco da solo, non la giunta da sola, non la sua maggioranza, non il consiglio comunale. Dobbiamo farlo nel pieno ascolto della città. Lo faremo nelle scelte di tutti i giorni».
«Quando dico di essere orgogliosi di essere empolesi, non vuol dire chiudersi a riccio nella nostra comunità, ma sapere chi siamo qual è la nostra carta di identità per presentarsi all'esterno, verso le sfide che ci attendono. Quest'anno sono i cento anni dalla morte di Ferruccio Busoni: pensimo al grande contributo che un empolese ha dato alla musica. Pensiamo a Giuliano Vanghetti: è stato uno dei primi a inventare la protesi. O a Iacopo Carrucci, il Pontormo, il grande contriuto dato all'arte; Andrea Corsali, uno die primi che immaginò l'esistenza dell'Australlia. Ma anche a quei giovani che il 13l 13 febbraio del 1945 quando noi eravamo liberi decisero di partire per dare una mano agli altri che cercavano la libertà. Pensiamo ai volontari e le volontarie della protezione civile che quando Empoli era tranquilla sono partiti per andare a dare una mano in mille scenari di emergenza. Empoli nel tempo, nella storia ha sempre dato un contributo a ciò che avveniva intorno a sé. E quando c'è stata la guerra Empoli non ha perso la speranza, si è ricostruita. Quando c'è stata la crisi del vetro Empoli non ha perso la speranza, i suoi imprenditori hanno immaginato un futuro nuovo ed è diventata la città della manifattura della moda e anche quando quella è entrata in crisi sono comunque stati in grado di mantenere oggi un polo della moda molto importante che dà ancora tanto occupazioni. E quando siamo stati invasi dall'alluvione del ‘66 Empoli si è rimboccata le maniche e si è rimessa in piedi. E quando, negli ultimi anni, c'è stato il covid-19 Empoli ha saputo resistere tenere la barra dritta e ripartire ancora una volta. La nostra è una città d'ingegno che ha tutte le carte per farcela e tutte le carte per andare nel futuro».

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