Il miracolo del Grosso Pisano raccontato da Enrico Tofanelli
14-02-2024 16:03 - Libridine
Un nuovo appuntamento organizzato dall’Associazione Turistica Pro Empoli: venerdì 16 febbraio, alle ore 18, all’Auditorium di Palazzo Pretorio in piazza Farinata degli Uberti (I piano), Enrico Tofanelli, del consigio direttivo della Pro Empoli ed appassionato ed esperto di storia locale, racconterà il Miracolo del Grosso Pisano.
Si tratta di una storia empolese che risale al Medio Evo.
Siamo nel gennaio del 1392. Secondo quel che scrive il canonico Luigi Lazzeri nelle sue Notizie istoriche della Terra di Empoli, è il 17 gennaio. Due persone, forse soldati – o stipendiati – giocano ai dadi. Un gioco tradizionale per il tempo. Uno dei due aveva perso tutti i soldi che aveva, sfidando la sorte. Gli era rimasta una sola moneta. Un grosso, cioè una moneta d’argento, pisana. La guardò, cominciò a bestemmiare ogni santo che conosceva, poi prese una spada e con questa trafisse, al petto, la figura della Beatissima Vergine, impressa su quella moneta. Sotto lo stupore di tutti i presenti, la moneta cominciò a sanguinare.
Quel Grosso fu presentato al Vescovo Fiorentino, che era, all’epoca, Onofrio, un frate agostiniano, affinché si esprimesse sull’accaduto. Tre giorni dopo, il 20 gennaio, quella moneta fu restituita alla chiesa dei frati agostiniani di Santo Spirito a Firenze perché lo conservassero e che potesse essere venerato, perché ritenuto, dal religioso, un miracolo.
Si tratta di una storia empolese che risale al Medio Evo.
Siamo nel gennaio del 1392. Secondo quel che scrive il canonico Luigi Lazzeri nelle sue Notizie istoriche della Terra di Empoli, è il 17 gennaio. Due persone, forse soldati – o stipendiati – giocano ai dadi. Un gioco tradizionale per il tempo. Uno dei due aveva perso tutti i soldi che aveva, sfidando la sorte. Gli era rimasta una sola moneta. Un grosso, cioè una moneta d’argento, pisana. La guardò, cominciò a bestemmiare ogni santo che conosceva, poi prese una spada e con questa trafisse, al petto, la figura della Beatissima Vergine, impressa su quella moneta. Sotto lo stupore di tutti i presenti, la moneta cominciò a sanguinare.
Quel Grosso fu presentato al Vescovo Fiorentino, che era, all’epoca, Onofrio, un frate agostiniano, affinché si esprimesse sull’accaduto. Tre giorni dopo, il 20 gennaio, quella moneta fu restituita alla chiesa dei frati agostiniani di Santo Spirito a Firenze perché lo conservassero e che potesse essere venerato, perché ritenuto, dal religioso, un miracolo.