08 Settembre 2024
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Il grande slam di Tamberi, perla di un Mondiale positivo

05-09-2023 11:12 - Sport
di Fabrizio Rovini

Si sono da poco conclusi a Budapest i campionati del mondo di atletica e, prima di dare un'occhiata a come sono andate le cose, conviene fare un passo indietro e vedere come la squadra si è presentata in Ungheria.


La squadra azzurra arriva ai campionati del mondo di atletica dopo l'esperienza di Eugene 2022 dove conquista l'Oro nella 35 km di marcia con Massimo Stano e il bronzo nel salto in alto femminile con Elena Vallortigara. A molti sembrano lontani i fasti delle Olimpiadi di Tokyo, dove solo Stano conferma la leadership: Jacobs non partecipa alla finale, la staffetta viene esclusa dalla finale, Palmisano infortunata e Tamberi arriva quarto ai piedi del podio dopo una stagione travagliata. La Iapichino non si qualifica e insomma diventa una spedizione sì migliore rispetto a Doha 2019 ma deludente per quanto riguarda le aspettative. Passa un anno e la squadra si presenta a Budapest con uno stato di forma migliore, forse il fatto che dopo l'anno olimpico si fa fatica a carburare e ci vuole del tempo per ricaricare le energie. Fatto sta che l'Italia questo anno ha vinto il Campionato Europeo a squadre in Polonia e quindi si ritorna a sperare in qualcosa di meglio dell'esperienza americana.



L'Italia, ha conquistato quattro medaglie (un oro, due argento, un bronzo) chiudendo al tredicesimo posto nel medagliere. La copertina azzurra di questi Mondiali di Budapest 2023 va al capitano Gianmarco Tamberi, trionfatore nel salto in alto che ha così completato il Grande Slam di medaglie d'oro: Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Tamberi si conferma dunque punto di riferimento per la squadra tricolore, così come Antonella Palmisano, che dopo l'oro di Tokyo 2020 è tornata sul podio iridato con uno splendido bronzo nella 20 chilometri di marcia.



Torna sul podio dopo l'oro delle Olimpiadi di Tokyo 2020 anche la staffetta 4×100 metri maschile, che con una formazione rinnovata conquista la medaglia d'argento. Roberto Rigali, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu hanno chiuso in 37″62, dietro solo agli Stati Uniti e davanti alla Jamaica. Medaglia d'argento anche per

Leonardo Fabbri, che tira fuori dal cilindro un lancio da 22.34 metri e si inserisce tra gli statunitensi Crouser (oro) e Kovacs (bronzo) nel getto del peso.



Ai Mondiali di Budapest 2023 non è mancata qualche controprestazione, ma non si tratta di delusioni. C'è del rammarico per il mancato accesso nelle semifinali dei 200 metri di Filippo Tortu e Fausto Desalu (primi due esclusi) e per il ritiro di Massimo Stano nella 20km di marcia. Il campione olimpico in carica aveva puntato molto sulla distanza più corta, ma è inciampato in una giornata no, per poi rifarsi parzialmente con il settimo posto nella 35km. Stagione difficilissima dal punto di vista fisico invece per Marcell Jacobs, uscito di scena in semifinale nei “suoi” 100 metri ma comunque pedina fondamentale della staffetta. Difficile quest'anno chiedere di più al velocista campione olimpico. Ci si poteva aspettare qualcosa in più da Daisy Osakue nel disco e da Emmanuel Ihemeje nel triplo, ma il loro obiettivo principale era entrare in finale e quello è stato raggiunto.



Tante lacrime per Nadia Battocletti al termine della finale dei 5000m, dove la trentina non è riuscita ad esprimersi come voleva dopo aver però sfiorato il record italiano nelle qualificazioni (proprio nel tentativo di risparmiare energie per l'atto conclusivo). Matteo Furlani non è riuscito ad approdare nella finale del salto in lungo, ma si tratta di un talento classe 2005 che sta facendo le prime esperienze “tra i grandi”.



Altro discorso per la saltatrice in lungo Larissa Iapichino, che nella finale iridata ha avuto un intoppo al primo salto scivolando con il piede sull'asse di battuta, episodio che l'ha fatta catapultare in avanti sulla sabbia e ha portato un po' di tensione che è riuscita parzialmente a rimediare negli ultimi salti ma purtroppo qualificandosi al quinto posto con 6.84. Non una prestazione al massimo delle sue potenzialità, ma la 21enne si sta facendo spazio tra le migliori, passo dopo passo. Risultati dunque che fanno ben sperare per il futuro, come sottolineato dal presidente della Fidal Stefano Mei: “Siamo nella direzione giusta non soltanto per Parigi 2024 ma anche per Los Angeles 2028“.



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