Hai finito i sacchetti del multimateriale? Devi andare al Terrafino
14-10-2023 08:00 - Politica
«Buongiorno, vorrei prendere un appuntamento per ritirare i sacchetti per la raccolta differenziata del multimateriale», chiedo alla voce femminile che mi risponde al telefono da uno degli sportelli dell'Urp, l'ufficio per le relazioni pubbliche del Comune di Empoli.
«Mi spiace ma non facciamo più questo servizio. Lo abbiamo sospeso da dicembre», risponde con gentilezza.
Poi continua: «Deve andare in via del Castelluccio al Terrafino, se ne occupano loro».
Deve essermi sfuggito questo passaggio. Forse perché quando c'è stata l'applicazione della tariffa puntuale, quella che ci farà pagare in base a quanto e a ciò che smaltiamo, ho ordinato il nuovo kit sul web, chiedendo e ottenendo la consegna a casa. Ricordo che mi arrivò per posta. Ma ora ho esaurito i sacchetti. E mi sono preoccupato per l'approvvigionamento.
Devo dire che mi sembra strano che Alia non abbia previsto un punto di distribuzione nel centro storico. Così digito il numero dell'azienda che si occupa dello smaltimento, mi sottopongo alla procedura previsto dal disco, ascolto tutte le opzioni, capisco (forse) qual è quella giusta per la mia richiesta e aspetto.
Aspetto. Neanche poi tanto, forse perché è agosto. Mi risponde una operatrice, pongo la mia domanda e ottengo la stessa risposta.
«Guardi che deve andare in via del Castelluccio, al Terrafino: i sacchetti li distribuiscono lì».
«Soltanto lì?» chiedo con un tono che non nasconde un pizzico di ironia.
«Sul sito c'è scritto così» replica l'operatrice. Che dopo una pausa, aggiunge: «Almeno per ora».
Quell'aggiunta apre uno spiraglio che,a dire il vero, mi era stato prospettato anche dalla dipendente dell'Urp del Comune. «Ho sentito dire che a breve dovrebbero distribuirli anche in via Garigliano». Quell'inizio di frase “ho sentito dire” non mi aveva comunicato ufficialità, quindi ho lasciato perdere. Anche io avevo sentito dire che Alia, forse, avrebbe trovato un accordo con i tabaccai, per una distribuzione più capillare. Ma era un… sentito dire.
Resta il fatto che adesso, a dieci mesi di distanza dall'inizio del nuovo anno e della nuova tipologia di raccolta, chi si è adeguato fin dall'inizio, con il kit con tanto di codice, deve rifornirsi perché i sacchetti sono a esaurimento. E per farlo, deve andare al Terrafino, nei depositi di via del Castelluccio.
Cerco di capire il motivo di questa scelta: chi facilita? A chi porta beneficio? Perché non mantenere un punto di distribuzione in centro, dove per molti cittadini, soprattutto anziani, magari senza un mezzo per muoversi, è più semplice recarsi?
E poi, siamo in piena era tecnologica, perché non pensare a distributori automatici dove, con la semplice tessera sanitaria si raccolgono i dati del richiedente e, sempre con quella, si stampa il codice a barre - o più semplicemente - si accoppia quello già predisposto sui sacchetti all'identità del richiedente?
Non sempre certe scelte sono comprensibili. Purtroppo.
«Mi spiace ma non facciamo più questo servizio. Lo abbiamo sospeso da dicembre», risponde con gentilezza.
Poi continua: «Deve andare in via del Castelluccio al Terrafino, se ne occupano loro».
Deve essermi sfuggito questo passaggio. Forse perché quando c'è stata l'applicazione della tariffa puntuale, quella che ci farà pagare in base a quanto e a ciò che smaltiamo, ho ordinato il nuovo kit sul web, chiedendo e ottenendo la consegna a casa. Ricordo che mi arrivò per posta. Ma ora ho esaurito i sacchetti. E mi sono preoccupato per l'approvvigionamento.
Devo dire che mi sembra strano che Alia non abbia previsto un punto di distribuzione nel centro storico. Così digito il numero dell'azienda che si occupa dello smaltimento, mi sottopongo alla procedura previsto dal disco, ascolto tutte le opzioni, capisco (forse) qual è quella giusta per la mia richiesta e aspetto.
Aspetto. Neanche poi tanto, forse perché è agosto. Mi risponde una operatrice, pongo la mia domanda e ottengo la stessa risposta.
«Guardi che deve andare in via del Castelluccio, al Terrafino: i sacchetti li distribuiscono lì».
«Soltanto lì?» chiedo con un tono che non nasconde un pizzico di ironia.
«Sul sito c'è scritto così» replica l'operatrice. Che dopo una pausa, aggiunge: «Almeno per ora».
Quell'aggiunta apre uno spiraglio che,a dire il vero, mi era stato prospettato anche dalla dipendente dell'Urp del Comune. «Ho sentito dire che a breve dovrebbero distribuirli anche in via Garigliano». Quell'inizio di frase “ho sentito dire” non mi aveva comunicato ufficialità, quindi ho lasciato perdere. Anche io avevo sentito dire che Alia, forse, avrebbe trovato un accordo con i tabaccai, per una distribuzione più capillare. Ma era un… sentito dire.
Resta il fatto che adesso, a dieci mesi di distanza dall'inizio del nuovo anno e della nuova tipologia di raccolta, chi si è adeguato fin dall'inizio, con il kit con tanto di codice, deve rifornirsi perché i sacchetti sono a esaurimento. E per farlo, deve andare al Terrafino, nei depositi di via del Castelluccio.
Cerco di capire il motivo di questa scelta: chi facilita? A chi porta beneficio? Perché non mantenere un punto di distribuzione in centro, dove per molti cittadini, soprattutto anziani, magari senza un mezzo per muoversi, è più semplice recarsi?
E poi, siamo in piena era tecnologica, perché non pensare a distributori automatici dove, con la semplice tessera sanitaria si raccolgono i dati del richiedente e, sempre con quella, si stampa il codice a barre - o più semplicemente - si accoppia quello già predisposto sui sacchetti all'identità del richiedente?
Non sempre certe scelte sono comprensibili. Purtroppo.
(e.ch.)