Filippo Torrigiani confermato consulente dell'antimafia
27-09-2023 15:00 - Politica
“Mi pregio di comunicarle che l'ufficio di presidenza della Commissione antimafia da me presieduta, nella seduta del 21 settembre 2023, ha deliberato di avvalersi della sua collaborazione”. Il mittente è l'onorevole Chiara Colosimo, presidente di Fratelli d'Italia della commissione antimafia, sulla raccomandata l'indirizzo di Filippo Torrigiani. Dopo i lunghi tempi tecnici dovuti all'insediamento del nuovo parlamento, è arrivata la conferma dell'incarico per l'ex assessore empolese che, come avviene ormai dal 2015, sarà il punto di riferimento della commissione in materia di gioco d'azzardo.
Una nomina di prestigio, ovviamente, che si presta ad una doppia lettura. La prima è tecnica ed è la conferma del ruolo che Torrigiani ha ormai assunto in questo settore a livello nazionale. Non a caso, oltre che con i parlamentari, collabora da sempre con quel mondo cattolico che, sulla materia, è molto presente ed impegnato ben sapendo dei pesantissimi risvolti che ha per le persone.
C'è poi quella politica. Iniziamo dal fatto che Torrigiani, entrato in commissione antimafia nel 2015 con la presidenza Rosy Bindi, quindi Pd, è poi rimasto nel suo ruolo sia sotto la presidenza pentastellata di Nicola Morra sia ora sotto quella di Fratelli d'Italia con l'onorevole Colosimo. Sempre in quota Partito democratico col quale vive questo strano rapporto. Se a livello nazionale il Pd si avvale di lui ormai da 8 anni, a livello locale ha chiuso nel 2019 quando ha terminato la sua seconda legislatura in consiglio comunale dopo una storia a dir poco travagliata. Assessore nella seconda giunta Cappelli, fu poi defenestrato dai potentati di partito. Opposto alla Barnini nelle primarie per la corsa a sindaco del Pd nel 2014 uscì sconfitto e si candidò per la seconda volta nelle liste del Pd risultando, con 448 preferenze, secondo solo al segretario Jacopo Mazzantini che ne ottenne 631.
Una nomina di prestigio, ovviamente, che si presta ad una doppia lettura. La prima è tecnica ed è la conferma del ruolo che Torrigiani ha ormai assunto in questo settore a livello nazionale. Non a caso, oltre che con i parlamentari, collabora da sempre con quel mondo cattolico che, sulla materia, è molto presente ed impegnato ben sapendo dei pesantissimi risvolti che ha per le persone.
C'è poi quella politica. Iniziamo dal fatto che Torrigiani, entrato in commissione antimafia nel 2015 con la presidenza Rosy Bindi, quindi Pd, è poi rimasto nel suo ruolo sia sotto la presidenza pentastellata di Nicola Morra sia ora sotto quella di Fratelli d'Italia con l'onorevole Colosimo. Sempre in quota Partito democratico col quale vive questo strano rapporto. Se a livello nazionale il Pd si avvale di lui ormai da 8 anni, a livello locale ha chiuso nel 2019 quando ha terminato la sua seconda legislatura in consiglio comunale dopo una storia a dir poco travagliata. Assessore nella seconda giunta Cappelli, fu poi defenestrato dai potentati di partito. Opposto alla Barnini nelle primarie per la corsa a sindaco del Pd nel 2014 uscì sconfitto e si candidò per la seconda volta nelle liste del Pd risultando, con 448 preferenze, secondo solo al segretario Jacopo Mazzantini che ne ottenne 631.
Un risultato che, però, non fu giudicato sufficiente dalla neo sindaca Barnini e dai vertici locali del partito per assegnargli un incarico. Torrigiani, così, portò avanti il suo lavoro in consiglio comunale chiudendo poi il suo impegno politico a livello locale nel 2019. Nel frattempo, come detto, si era visto riconosciuto il suo crescente ruolo in materia di gioco d'azzardo con la nomina, nel 2015, a consulente della commissione antimafia voluta da un nome che, in questo campo, ha bisogno di poche presentazioni: Rosy Bindi. Un sigillo di garanzia.
Viene banalmente da chiedersi cosa il Pd locale avrebbe avuto da rimetterci sia come immagine che soprattutto come contributo politico da un proprio uomo scelto dalla commissione antimafia, ma via Fabiani lo ha di fatto messo alla porta ormai da tanti anni. Del resto, nel 2014, la parola d'ordine era rottamazione e sul carro dei vincitori/adulatori non c'era posto.
Viene banalmente da chiedersi cosa il Pd locale avrebbe avuto da rimetterci sia come immagine che soprattutto come contributo politico da un proprio uomo scelto dalla commissione antimafia, ma via Fabiani lo ha di fatto messo alla porta ormai da tanti anni. Del resto, nel 2014, la parola d'ordine era rottamazione e sul carro dei vincitori/adulatori non c'era posto.
Il resto è storia.
A Filippo Torrigiani le congratulazioni per la nomina da parte della redazione di clebs
Marco Mainardi
A Filippo Torrigiani le congratulazioni per la nomina da parte della redazione di clebs