Enrico Ammirati, dal Circolo vizioso alle auto: “La politica? Mi appassiona”
24-10-2023 21:30 - Le interviste di Clebs.it
di Marco Mainardi
La chiacchierata non può che iniziare da un cognome che, per la nostra zona, non è banale: Ammirati. Enrico è uno dei figli di Domenico, per lunghi anni pretore di Empoli, una figura che senza dubbio ha lasciato il segno nella storia della nostra città.
Da quanto sento dire ancora oggi, la mancanza della figura si avverte visto che era un po' un riferimento non solo dal punto di vista giudiziario ma anche per molti altri ambiti. Tanti me ne parlano sotto questo punto di vista
Ma tu hai seguito una strada diversa visto che ora sei un dirigente della Tinghi Motors. Era un percorso che immaginavi?
Per questioni facilmente intuibili ho fatto studi di legge laureandomi nel 2003 e diventando poi avvocato nel 2007. Questo titolo non l'ho mai messo in pratica per una scelta che ho fatto. Mentalmente ero già da tempo in un altro mondo. A diciotto anni avevo già aperto una mia attività
Quale?
Il Circolo vizioso in piazza del Popolo, era il 1996. Questa vena organizzativa l'ho presa da mio padre che dette vita al centro studi Valdarno Cultura che per lui era una sorta di attività piacevole che lo gratificava extra lavoro e che nacque per portare alla ribalta le eccellenze del territorio
Fu facile dirgli che quella laurea l'avresti poi tenuta nel cassetto?
L'aveva già capito da solo vedendo che mi ero buttato nel mondo del commercio appena diciannovenne. Questa esperienza, fatta mentre studiavo ancora e durata fino al 1999, mi è stata utile anche dopo visto che mi ha fatto entrare nelle dinamiche dei problemi aziendali. Mi ha fatto crescere e conoscere tante persone. Dopo ho sempre lavorato alla ‘Tinghi motors' da mio zio Eugenio in ogni ruolo. Ho fatto anche il meccanico e il magazziniere perché, se vuoi capire come funziona un'azienda, devi vivere le problematiche di ogni settore. Per me è stato un percorso molto formativo ed anche gli studi legali sono stati importanti per quello che poi è stato il mio lavoro
Voi nascete come Renault?
Sì, nel 1974 e lo siamo ancora oggi assieme al marchio Dacia. Siamo ad un passo dal traguardo dei cinquanta anni. Io sono dentro dal 2004 e poi a tempo pieno dal 2007. Quelli sono stati anni importanti per le aziende del settore
Perché?
E' stato un momento di bivio per il settore. Le concessionarie dovevano scegliere se crescere o essere inglobate. Non a caso negli anni '90 in Italia erano oltre 400 mentre, nel 2007, sono diventate 90. Noi in quel periodo abbiamo iniziato ad ampliare il nostro raggio d'azione ed oggi arriviamo fino a Vico Pisano. Fu una scelta non facile ma giusta
Ora è il momento dell'elettrico
Sì e, dopo che i grandi marchi hanno fatto la scelta politica, il nostro compito è quello di creare le condizioni per il nuovo mercato a tutti i livelli. Ad esempio abbiamo un progetto per sviluppare un'azienda di colonnine elettriche. E' un ragionamento ampio nel quale anche la politica ha un ruolo importante
Per questioni facilmente intuibili ho fatto studi di legge laureandomi nel 2003 e diventando poi avvocato nel 2007. Questo titolo non l'ho mai messo in pratica per una scelta che ho fatto. Mentalmente ero già da tempo in un altro mondo. A diciotto anni avevo già aperto una mia attività
Quale?
Il Circolo vizioso in piazza del Popolo, era il 1996. Questa vena organizzativa l'ho presa da mio padre che dette vita al centro studi Valdarno Cultura che per lui era una sorta di attività piacevole che lo gratificava extra lavoro e che nacque per portare alla ribalta le eccellenze del territorio
Fu facile dirgli che quella laurea l'avresti poi tenuta nel cassetto?
L'aveva già capito da solo vedendo che mi ero buttato nel mondo del commercio appena diciannovenne. Questa esperienza, fatta mentre studiavo ancora e durata fino al 1999, mi è stata utile anche dopo visto che mi ha fatto entrare nelle dinamiche dei problemi aziendali. Mi ha fatto crescere e conoscere tante persone. Dopo ho sempre lavorato alla ‘Tinghi motors' da mio zio Eugenio in ogni ruolo. Ho fatto anche il meccanico e il magazziniere perché, se vuoi capire come funziona un'azienda, devi vivere le problematiche di ogni settore. Per me è stato un percorso molto formativo ed anche gli studi legali sono stati importanti per quello che poi è stato il mio lavoro
Voi nascete come Renault?
Sì, nel 1974 e lo siamo ancora oggi assieme al marchio Dacia. Siamo ad un passo dal traguardo dei cinquanta anni. Io sono dentro dal 2004 e poi a tempo pieno dal 2007. Quelli sono stati anni importanti per le aziende del settore
Perché?
E' stato un momento di bivio per il settore. Le concessionarie dovevano scegliere se crescere o essere inglobate. Non a caso negli anni '90 in Italia erano oltre 400 mentre, nel 2007, sono diventate 90. Noi in quel periodo abbiamo iniziato ad ampliare il nostro raggio d'azione ed oggi arriviamo fino a Vico Pisano. Fu una scelta non facile ma giusta
Ora è il momento dell'elettrico
Sì e, dopo che i grandi marchi hanno fatto la scelta politica, il nostro compito è quello di creare le condizioni per il nuovo mercato a tutti i livelli. Ad esempio abbiamo un progetto per sviluppare un'azienda di colonnine elettriche. E' un ragionamento ampio nel quale anche la politica ha un ruolo importante
A Empoli vi siete mossi da tempo
Con l'assessore Antonio Ponzo Pellegrini. Ci fu l'installazione di 15 colonnine ed il car sharing. In Toscana siamo stati i soli a farlo totalmente elettrico
Come procede?
Funziona e ci stiamo allagando col comune di Capraia e Limite e Montelupo. Sono sistemi di mobilità alternativa che si stanno affermando sempre di più anche per questioni economiche. Per noi sono importanti anche per comunicare come funziona l'elettrico e quindi incentivare l'acquisto. Il Comune di Empoli ha creduto nel progetto e ci ha investito per sviluppare questo settore. Ora ha acquistato anche un pacchetto di mobilità per i propri dipendenti. Un passo in avanti ed un messaggio importante per la popolazione
Chi ha l'auto elettrica come si trova a Empoli?
Mancano delle colonnine veloci, un problema che stanno affrontando. Poi, per essere davvero economica, l'auto te la devi caricare a casa e quindi avere un posto. Oltre a questo manca soprattutto la conoscenza e per questo il concessionario deve fare un lavoro a 360 gradi. Chi è pioniere dell'elettrico, comunque, non deve aver paura perché le strutture cresceranno sicuramente
Ed a livello di mercato i dati cosa dicono?
A livello generale il 4%, in Francia il 17%. Qui da noi, forse perché siamo partiti prima, siamo sul 7%. Serve tanta informazione perché, chi passa all'elettrico, indietro non torna
La politica ti appassiona?
Deve, perché poi vedo che ha ripercussioni anche sul lavoro. Per risolvere i problemi la politica è necessaria. Ce ne rendiamo conto sia parlando di grandi questioni come l'elettrico sia di problemi più piccoli come il parcheggio qui nella zona industriale dove siamo
Il prossimo anno si vota per il nuovo sindaco
Mi pare che i giochi siano ancora da fare ma aspettiamo i programmi. Chi prende l'eredità della Barnini ha un compito importante, è stata una sindaca che ha fatto parlare tanto di sè. Ha avuto dietro una città che si è evoluta bene a livello imprenditoriale. Sul fronte opposto è da vedere cosa succederà. Io credo molto nelle persone espressione del territorio e con un minino di esperienza a livello professionale, tipo un imprenditore o qualcuno che abbia una certa esperienza
Parliamo del centro studi Valdarno Cultura creato da tuo padre. L'attività prosegue?
Sì, è una realtà nata nel 1986 per valorizzare le eccellenze del territorio. Abbiamo rinnovato il comitato scientifico nel 2019 con figure di livello ed alla presidenza ora c'è mio fratello. L'obiettivo è proseguire nel percorso avviato da mio padre e, dopo il covid, c'è stato il primo evento ufficiale all'auditorium della Sesa con oltre cento persone. E' stato il primo passo di un programma ben articolato
Per chiudere: che rapporto hai con Empoli?
Ci sono nato e cresciuto, è la mia città. Conosco tanta gente e l'esperienza di quando avevo il locale mi ha fatto sentire ancora più parte della comunità. Essere stato figlio di un magistrato mi ha dato tante conoscenze in più, ho trovato porte aperte ma anche difficoltà legate proprio al mio nome. Resta il fatto che Empoli è stata importante e lo è per me ed anche per la mia famiglia
Con l'assessore Antonio Ponzo Pellegrini. Ci fu l'installazione di 15 colonnine ed il car sharing. In Toscana siamo stati i soli a farlo totalmente elettrico
Come procede?
Funziona e ci stiamo allagando col comune di Capraia e Limite e Montelupo. Sono sistemi di mobilità alternativa che si stanno affermando sempre di più anche per questioni economiche. Per noi sono importanti anche per comunicare come funziona l'elettrico e quindi incentivare l'acquisto. Il Comune di Empoli ha creduto nel progetto e ci ha investito per sviluppare questo settore. Ora ha acquistato anche un pacchetto di mobilità per i propri dipendenti. Un passo in avanti ed un messaggio importante per la popolazione
Chi ha l'auto elettrica come si trova a Empoli?
Mancano delle colonnine veloci, un problema che stanno affrontando. Poi, per essere davvero economica, l'auto te la devi caricare a casa e quindi avere un posto. Oltre a questo manca soprattutto la conoscenza e per questo il concessionario deve fare un lavoro a 360 gradi. Chi è pioniere dell'elettrico, comunque, non deve aver paura perché le strutture cresceranno sicuramente
Ed a livello di mercato i dati cosa dicono?
A livello generale il 4%, in Francia il 17%. Qui da noi, forse perché siamo partiti prima, siamo sul 7%. Serve tanta informazione perché, chi passa all'elettrico, indietro non torna
La politica ti appassiona?
Deve, perché poi vedo che ha ripercussioni anche sul lavoro. Per risolvere i problemi la politica è necessaria. Ce ne rendiamo conto sia parlando di grandi questioni come l'elettrico sia di problemi più piccoli come il parcheggio qui nella zona industriale dove siamo
Il prossimo anno si vota per il nuovo sindaco
Mi pare che i giochi siano ancora da fare ma aspettiamo i programmi. Chi prende l'eredità della Barnini ha un compito importante, è stata una sindaca che ha fatto parlare tanto di sè. Ha avuto dietro una città che si è evoluta bene a livello imprenditoriale. Sul fronte opposto è da vedere cosa succederà. Io credo molto nelle persone espressione del territorio e con un minino di esperienza a livello professionale, tipo un imprenditore o qualcuno che abbia una certa esperienza
Parliamo del centro studi Valdarno Cultura creato da tuo padre. L'attività prosegue?
Sì, è una realtà nata nel 1986 per valorizzare le eccellenze del territorio. Abbiamo rinnovato il comitato scientifico nel 2019 con figure di livello ed alla presidenza ora c'è mio fratello. L'obiettivo è proseguire nel percorso avviato da mio padre e, dopo il covid, c'è stato il primo evento ufficiale all'auditorium della Sesa con oltre cento persone. E' stato il primo passo di un programma ben articolato
Per chiudere: che rapporto hai con Empoli?
Ci sono nato e cresciuto, è la mia città. Conosco tanta gente e l'esperienza di quando avevo il locale mi ha fatto sentire ancora più parte della comunità. Essere stato figlio di un magistrato mi ha dato tante conoscenze in più, ho trovato porte aperte ma anche difficoltà legate proprio al mio nome. Resta il fatto che Empoli è stata importante e lo è per me ed anche per la mia famiglia