Empoli può cambiare, un documento per dare sostegno a Masi
02-03-2024 15:30 - La voce dei candidati
Empoli può cambiare, lo sostiene una serie di 23 persone che hanno redatto un documento per sostenere Leonardo Masi, candidato di Buongiorno Empoli-Fabrica Comune nella corsa a sindaco del prossimo giugno. I nomi sono quelli di Carlo Baccetti, Rolando Bagnoli, Piero Bartalucci, Dusca Bartoli, Sarah D'Auria, Alessandro Carrai, Silvana Cinotti, Cinzia Cioni, Anna Degli Innocenti, Simone Faraoni, Fabrizio Fioravanti, Rodolfo Lari, Carla Latini, Rosella Luchetti, Roberto Macii, Damasco Morelli, Alessandro Pampaloni, Roberto Pannini, Rossano Nardi, Eduardo Rossi, Spartaco Sani, Filippo Torrigiani e Mauro Valiani che hanno messo nero su bianco il loro pensiero
Ad un primo superficiale sguardo sembra che a Empoli non potrà mai cambiare niente. Chi governa la città lo fa da molto tempo e si sente convinto di poterlo fare per sempre. È una convinzione pericolosa perché allenta la spinta a render conto e induce a decidere tutto senza troppo confronto. Per questo valutiamo positivamente l'annuncio di un'offerta elettorale per le prossime elezioni amministrative di Empoli basata sull'unità dei gruppi consiliari del Movimento 5 Stelle e di Buongiorno Empoli, con la proposta della candidatura a sindaco di Leonardo Masi, consigliere comunale uscente, che si è molto impegnato su tutte le principali vicende amministrative e politiche degli ultimi anni. Ci sembra importante anche la chiamata ad allargare il più possibile la coalizione ad altri gruppi politici e a cittadini per costruire liste e programma comuni.
L'eccessiva sicurezza ed una cultura politica attardata su idee che da anni stanno dimostrando tutta la loro inadeguatezza, hanno fatto fare molti errori. Gli ultimi, più eclatanti, sono stati la proposta del ‘gassificatore' a qualche centinaio di metri da una delle frazioni più popolose (che pare scongiurata grazie alla forte mobilitazione popolare) e la ‘multiutility' col progetto scellerato di quotare in borsa beni essenziali come l'acqua. Ma non possiamo dimenticare neppure la vicenda ‘KEU', che ha dimostrato, se ce ne fosse bisogno, dove può portare una certa subalternità agli interessi economici e quanto sia urgente incrementare di molto l'impegno contro il rischio di infiltrazioni mafiose nei nostri territori, nonché la necessità di potenziare i controlli ambientali.
Qui è una delle radici dell'inadeguatezza della classe politica che sta attualmente governando la città: l'idea - teorizzata anche ultimamente dall'attuale sindaca Barnini a proposito della nuova variante urbanistica - che il motore dello sviluppo siano solo le imprese e che il compito di chi governa sia facilitarne ed assecondarne le scelte, in tal modo garantendo la prosperità delle comunità attraverso
“gocciolamento' dai ricchi verso quelli che stanno sotto”. Una posizione che non si misura con i risultati di decenni della sua applicazione: si è visto, infatti, come affidarsi esclusivamente alle leggi del mercato, cioè alla legge esclusiva del profitto, non sia la migliore ricetta per governare. Infatti, assistiamo all'aumento esponenziale delle disuguaglianze, all'accumulo di ricchezze smisurate in pochissime mani e all'impoverimento della maggioranza dei cittadini, che vedono così diminuire sicurezze e tenore di vita.
Con questa impostazione i vincoli di sostenibilità (salute dei cittadini, qualità della loro vita, razionalità urbanistica, rispetto dell'ambiente) vengono piegati all'interesse dei soggetti economici. È chiaro che l'impresa industriale e artigiana è una presenza importante e vitale nella nostra zona. Tuttavia, ogni forma di sostegno deve essere vincolata alla salvaguardia di ‘interessi' più generali: a partire dalla dignità e salute dei lavoratori e difesa dell'ambiente (art. 41 della Costituzione!). Per questo è più che mai necessaria e fondamentale la funzione critica e progettuale della ‘politica', legittimata dalla partecipazione.
La cultura politica prevalente di questi ultimi anni (molto marcata anche dal ‘renzismo') è superata; come cittadini empolesi non ce la possiamo più permettere. E neppure ci possiamo più permettere una classe politica che risponde più a vincoli di partito o di cordata che agli interessi del proprio territorio. Empoli ha perso peso, in quasi tutti i settori. Se guardiamo, per esempio, gli indicatori di come sta oggi funzionando la sanità locale, emerge un arretramento che i cittadini pagano ogni giorno: da essere ai primi posti regionali per qualità dei servizi siamo passati ad essere tra gli ultimi per i tempi di erogazione delle prestazioni con il conseguente ricorso al privato (chi se lo può permettere).
Attraversiamo un periodo storico caratterizzato dall'indebolimento del legame istituzioni/persone comuni, determinato sostanzialmente dalla incapacità di offrire ‘protezione'. Attenzione: la politica viene consegnata all'impotenza nel momento in cui le persone si ripiegano sui propri destini privati, disertano lo spazio pubblico, perdono ogni fiducia nel potere che nasce dall'agire insieme. Ma il cambiamento è invece possibile e si deve perseguire. Lo hanno saputo dire i cittadini di Marcignana contro il gassificatore rifiuti, quelli di Fontanella-Granaiolo-Brusciana interessati dal raddoppio ferroviario Empoli-Granaiolo calato dall'alto. Lo hanno saputo dire anche gli oltre 4000 empolesi che hanno firmato chiedendo a gran voce il referendum sulla multiutility in borsa. È stato un bello sforzo di immaginazione, un'operazione politica con la quale è stato sfidato l'immobilismo del ‘non c'è alternativa'.
L'amministrazione uscente ha mostrato sicuramente una certa capacità di ‘fare', di reperire risorse per diverse opere. Ma non basta fare, bisogna ‘fare bene': le scelte per il territorio devono essere lungimiranti e non lesive dei diritti dei cittadini, adeguate non solo alle norme, ma anche al concetto più ampio di ‘precauzione' (vedi le azzardate proposte urbanistiche che prevedono un eccessivo consumo di suolo). Oltre che una ‘lista delle cose' ci vuole un ‘progetto di città' che ne disegni il futuro
nella logica del benessere comune, anche a fronte delle priorità come quella della grande crisi climatica, con interventi conseguenti in termini di mitigazione e adattamento. Un impegno del Comune per l'ambiente, non di facciata ma di sostanza. Serve la salda mano pubblica per garantire servizi pubblici locali di qualità e a costi ragionevoli e perché possano diventare anche uno strumento privilegiato per le politiche ambientali e non invece immaginarne la finanziarizzazione per far cassa e sostenere il bilancio.
C'è bisogno di una nuova stagione di innovazione sociale. Le risorse del Comune vanno rivolte più verso il sociale e meno ‘nell'effimero', per immaginare nuovi servizi per la non autosufficienza, per il diritto alla casa, per sostenere chi studia e chi lavora, chi ha figli e chi ha anziani.
Le prossime elezioni avvengono in un clima generale assai peggiorato rispetto a cinque anni fa. Soprattutto ci angosciano i venti di guerra. Anche per questo la nuova amministrazione comunale dovrà sviluppare un più intenso impegno sui temi della pace, sulla promozione della cultura della pace, in un tempo in cui ‘il potere' cerca di costruire il consenso alla guerra; valorizzando, naturalmente, l'antifascismo che ha innervato la tradizione politica empolese, nonché l'educazione alla legalità.
Le forze per perseguire tutto questo ci sono, ora bisogna unirle. Tutte. È meritorio che i gruppi consiliari uscenti che in questi anni hanno appoggiato le lotte dei cittadini siano uniti. E c'è anche un'Empoli più larga, in grado di raccogliere le nuove sfide, che si può unire a loro. Una Empoli della pace, del sociale, dell'ambiente, dei beni comuni. Ci sono saperi, competenze, coraggio, tenacia, lavoro in rete, senso dell'innovazione. Tutto quello che ci vuole per un cambiamento reale. Per questo auspichiamo prossimi momenti di incontro, aperti a tutte e a tutti, senza pregiudizi o steccati, per costruire un percorso di condivisione dei contenuti e delle proposte.
Non stiamo nel ‘fortino' e non limitiamoci a dire ‘è colpa loro'. Per noi cittadine e cittadini è arrivata l'ora di prendersi direttamente cura della nostra Empoli!
L'eccessiva sicurezza ed una cultura politica attardata su idee che da anni stanno dimostrando tutta la loro inadeguatezza, hanno fatto fare molti errori. Gli ultimi, più eclatanti, sono stati la proposta del ‘gassificatore' a qualche centinaio di metri da una delle frazioni più popolose (che pare scongiurata grazie alla forte mobilitazione popolare) e la ‘multiutility' col progetto scellerato di quotare in borsa beni essenziali come l'acqua. Ma non possiamo dimenticare neppure la vicenda ‘KEU', che ha dimostrato, se ce ne fosse bisogno, dove può portare una certa subalternità agli interessi economici e quanto sia urgente incrementare di molto l'impegno contro il rischio di infiltrazioni mafiose nei nostri territori, nonché la necessità di potenziare i controlli ambientali.
Qui è una delle radici dell'inadeguatezza della classe politica che sta attualmente governando la città: l'idea - teorizzata anche ultimamente dall'attuale sindaca Barnini a proposito della nuova variante urbanistica - che il motore dello sviluppo siano solo le imprese e che il compito di chi governa sia facilitarne ed assecondarne le scelte, in tal modo garantendo la prosperità delle comunità attraverso
“gocciolamento' dai ricchi verso quelli che stanno sotto”. Una posizione che non si misura con i risultati di decenni della sua applicazione: si è visto, infatti, come affidarsi esclusivamente alle leggi del mercato, cioè alla legge esclusiva del profitto, non sia la migliore ricetta per governare. Infatti, assistiamo all'aumento esponenziale delle disuguaglianze, all'accumulo di ricchezze smisurate in pochissime mani e all'impoverimento della maggioranza dei cittadini, che vedono così diminuire sicurezze e tenore di vita.
Con questa impostazione i vincoli di sostenibilità (salute dei cittadini, qualità della loro vita, razionalità urbanistica, rispetto dell'ambiente) vengono piegati all'interesse dei soggetti economici. È chiaro che l'impresa industriale e artigiana è una presenza importante e vitale nella nostra zona. Tuttavia, ogni forma di sostegno deve essere vincolata alla salvaguardia di ‘interessi' più generali: a partire dalla dignità e salute dei lavoratori e difesa dell'ambiente (art. 41 della Costituzione!). Per questo è più che mai necessaria e fondamentale la funzione critica e progettuale della ‘politica', legittimata dalla partecipazione.
La cultura politica prevalente di questi ultimi anni (molto marcata anche dal ‘renzismo') è superata; come cittadini empolesi non ce la possiamo più permettere. E neppure ci possiamo più permettere una classe politica che risponde più a vincoli di partito o di cordata che agli interessi del proprio territorio. Empoli ha perso peso, in quasi tutti i settori. Se guardiamo, per esempio, gli indicatori di come sta oggi funzionando la sanità locale, emerge un arretramento che i cittadini pagano ogni giorno: da essere ai primi posti regionali per qualità dei servizi siamo passati ad essere tra gli ultimi per i tempi di erogazione delle prestazioni con il conseguente ricorso al privato (chi se lo può permettere).
Attraversiamo un periodo storico caratterizzato dall'indebolimento del legame istituzioni/persone comuni, determinato sostanzialmente dalla incapacità di offrire ‘protezione'. Attenzione: la politica viene consegnata all'impotenza nel momento in cui le persone si ripiegano sui propri destini privati, disertano lo spazio pubblico, perdono ogni fiducia nel potere che nasce dall'agire insieme. Ma il cambiamento è invece possibile e si deve perseguire. Lo hanno saputo dire i cittadini di Marcignana contro il gassificatore rifiuti, quelli di Fontanella-Granaiolo-Brusciana interessati dal raddoppio ferroviario Empoli-Granaiolo calato dall'alto. Lo hanno saputo dire anche gli oltre 4000 empolesi che hanno firmato chiedendo a gran voce il referendum sulla multiutility in borsa. È stato un bello sforzo di immaginazione, un'operazione politica con la quale è stato sfidato l'immobilismo del ‘non c'è alternativa'.
L'amministrazione uscente ha mostrato sicuramente una certa capacità di ‘fare', di reperire risorse per diverse opere. Ma non basta fare, bisogna ‘fare bene': le scelte per il territorio devono essere lungimiranti e non lesive dei diritti dei cittadini, adeguate non solo alle norme, ma anche al concetto più ampio di ‘precauzione' (vedi le azzardate proposte urbanistiche che prevedono un eccessivo consumo di suolo). Oltre che una ‘lista delle cose' ci vuole un ‘progetto di città' che ne disegni il futuro
nella logica del benessere comune, anche a fronte delle priorità come quella della grande crisi climatica, con interventi conseguenti in termini di mitigazione e adattamento. Un impegno del Comune per l'ambiente, non di facciata ma di sostanza. Serve la salda mano pubblica per garantire servizi pubblici locali di qualità e a costi ragionevoli e perché possano diventare anche uno strumento privilegiato per le politiche ambientali e non invece immaginarne la finanziarizzazione per far cassa e sostenere il bilancio.
C'è bisogno di una nuova stagione di innovazione sociale. Le risorse del Comune vanno rivolte più verso il sociale e meno ‘nell'effimero', per immaginare nuovi servizi per la non autosufficienza, per il diritto alla casa, per sostenere chi studia e chi lavora, chi ha figli e chi ha anziani.
Le prossime elezioni avvengono in un clima generale assai peggiorato rispetto a cinque anni fa. Soprattutto ci angosciano i venti di guerra. Anche per questo la nuova amministrazione comunale dovrà sviluppare un più intenso impegno sui temi della pace, sulla promozione della cultura della pace, in un tempo in cui ‘il potere' cerca di costruire il consenso alla guerra; valorizzando, naturalmente, l'antifascismo che ha innervato la tradizione politica empolese, nonché l'educazione alla legalità.
Le forze per perseguire tutto questo ci sono, ora bisogna unirle. Tutte. È meritorio che i gruppi consiliari uscenti che in questi anni hanno appoggiato le lotte dei cittadini siano uniti. E c'è anche un'Empoli più larga, in grado di raccogliere le nuove sfide, che si può unire a loro. Una Empoli della pace, del sociale, dell'ambiente, dei beni comuni. Ci sono saperi, competenze, coraggio, tenacia, lavoro in rete, senso dell'innovazione. Tutto quello che ci vuole per un cambiamento reale. Per questo auspichiamo prossimi momenti di incontro, aperti a tutte e a tutti, senza pregiudizi o steccati, per costruire un percorso di condivisione dei contenuti e delle proposte.
Non stiamo nel ‘fortino' e non limitiamoci a dire ‘è colpa loro'. Per noi cittadine e cittadini è arrivata l'ora di prendersi direttamente cura della nostra Empoli!