Emorragia d'azzardo, primato negativo a Capraia e Limite
25-07-2024 08:44 - Opinioni
di Filippo Torrigiani
337.712.235,46 € sono numeri da capogiro se si considera che si tratta del volume dei denari che, nel corso del 2023, gli abitanti degli 11 comuni dell'empolese Valdelsa hanno destinato a giochi e scommesse. Si tratta di un quantitativo di soldi abnorme se si pensa che, ad esempio, il valore del Bilancio assestato del 2022 dell'Unione stessa è stato di poco superiore ai 35 milioni di euro. E ancora: 330 milioni, tanto avere un'idea, è il valore che nel 2023 l'Unione europea ha destinato come aiuti straordinari al Comparto agricolo comunitario che ha subito danni a causa del maltempo e della siccità
Numeri ai quali vanno sommati quelli del prezioso ‘tempo' che i nostri concittadini hanno impegnato nelle pratiche dell'azzardo: minuti ed ore perduti a schiacciar bottoni, grattare tagliandi, navigare online sui siti di scommesse alla ricerca della tanto sbandierata vincita che potrebbe cambiare la vita ma che, in realtà, è assai remunerativa per i giganti dell'azzardo che annovera anche multinazionali d' oltre oceano e che gestiscono, per conto dello Stato, il Comparto.
Esiste pure, come spesso ci ricorda don Armando Zappolini portavoce nazionale della campagna ‘Mettiamoci in gioco', una correlazione sempre più diffusa tra l'impoverimento generale degli individui e la crescita sempre più irrefrenabile del mondo dei giochi con vincita in denaro: lo chiariscono i dati e le testimonianze di coloro che, finiti nella morsa della povertà, tentano la fortuna.
Non si salva più nessuno: per anni ci è stato raccontato che se lo Stato avesse gestito direttamente l'offerta dell'azzardo, si sarebbero debellate una serie interminabile di criticità che lo stesso produce a tutto vantaggio delle casse erariali e invece, il corso degli eventi, ci consegna uno spaccato del fenomeno sempre più inquietante. Il riscontro lo abbiamo ed è impietoso: dati alla mano, sull'anno 2023, gli italiani hanno puntato circa 148 miliardi di euro, e ne hanno persi 20,7. Lo Stato ha ricavato 10,47 (sempre di miliardi) dai quali, però, non sono mai stati volutamente scomputati i soldi che servono a contrastare le degenerazioni che giochi e scommesse producono e che tutti i cittadini, per mezzo della fiscalità generale, sono chiamati indirettamente a corrispondere: prevenzione e cura della dipendenza da gioco, contrasto alle ingerenze malavitose presenti anche nel Comparto del gioco lecito, mentre le società private hanno avuto un margine quasi pari (10,2).
Ma dov'è il luogo dove si ‘buttano' più soldi nelle pratiche dell'azzardo? Se dividiamo il volume dei denari che i cittadini residenti dell'Unione (dal neonato al centenario) hanno veicolato nei giochi la media supera, se pur di poco, quella nazionale: contro 1952,09 euro a testa è quella ‘nostrana' contro 1926,00 a livello nazionale.
In ambito comunale, a farla da padroni in questa classifica poco edificante, sono stati i cittadini di Capraia e Limite con un volume di 2.552,59 € a testa, seguono Fucecchio con 2.469,08 €, Castelfiorentino 2.097,49 € ed Empoli con una cifra di 2.043,25 € per abitante. I meno spendaccioni? Gli abitanti del Comune di Gambassi Terme con una cifra di 986,98 € pro-capite.
Il fenomeno, che è in crescita pressoché ovunque, continua tuttavia ad essere sottovalutato e talvolta sottaciuto da larga parte della politica e dalle istituzioni: e l'Unione dei Comuni dell'empolese Valdelsa, purtroppo, non fa eccezione.
337.712.235,46 € sono numeri da capogiro se si considera che si tratta del volume dei denari che, nel corso del 2023, gli abitanti degli 11 comuni dell'empolese Valdelsa hanno destinato a giochi e scommesse. Si tratta di un quantitativo di soldi abnorme se si pensa che, ad esempio, il valore del Bilancio assestato del 2022 dell'Unione stessa è stato di poco superiore ai 35 milioni di euro. E ancora: 330 milioni, tanto avere un'idea, è il valore che nel 2023 l'Unione europea ha destinato come aiuti straordinari al Comparto agricolo comunitario che ha subito danni a causa del maltempo e della siccità
Numeri ai quali vanno sommati quelli del prezioso ‘tempo' che i nostri concittadini hanno impegnato nelle pratiche dell'azzardo: minuti ed ore perduti a schiacciar bottoni, grattare tagliandi, navigare online sui siti di scommesse alla ricerca della tanto sbandierata vincita che potrebbe cambiare la vita ma che, in realtà, è assai remunerativa per i giganti dell'azzardo che annovera anche multinazionali d' oltre oceano e che gestiscono, per conto dello Stato, il Comparto.
Esiste pure, come spesso ci ricorda don Armando Zappolini portavoce nazionale della campagna ‘Mettiamoci in gioco', una correlazione sempre più diffusa tra l'impoverimento generale degli individui e la crescita sempre più irrefrenabile del mondo dei giochi con vincita in denaro: lo chiariscono i dati e le testimonianze di coloro che, finiti nella morsa della povertà, tentano la fortuna.
Non si salva più nessuno: per anni ci è stato raccontato che se lo Stato avesse gestito direttamente l'offerta dell'azzardo, si sarebbero debellate una serie interminabile di criticità che lo stesso produce a tutto vantaggio delle casse erariali e invece, il corso degli eventi, ci consegna uno spaccato del fenomeno sempre più inquietante. Il riscontro lo abbiamo ed è impietoso: dati alla mano, sull'anno 2023, gli italiani hanno puntato circa 148 miliardi di euro, e ne hanno persi 20,7. Lo Stato ha ricavato 10,47 (sempre di miliardi) dai quali, però, non sono mai stati volutamente scomputati i soldi che servono a contrastare le degenerazioni che giochi e scommesse producono e che tutti i cittadini, per mezzo della fiscalità generale, sono chiamati indirettamente a corrispondere: prevenzione e cura della dipendenza da gioco, contrasto alle ingerenze malavitose presenti anche nel Comparto del gioco lecito, mentre le società private hanno avuto un margine quasi pari (10,2).
Ma dov'è il luogo dove si ‘buttano' più soldi nelle pratiche dell'azzardo? Se dividiamo il volume dei denari che i cittadini residenti dell'Unione (dal neonato al centenario) hanno veicolato nei giochi la media supera, se pur di poco, quella nazionale: contro 1952,09 euro a testa è quella ‘nostrana' contro 1926,00 a livello nazionale.
In ambito comunale, a farla da padroni in questa classifica poco edificante, sono stati i cittadini di Capraia e Limite con un volume di 2.552,59 € a testa, seguono Fucecchio con 2.469,08 €, Castelfiorentino 2.097,49 € ed Empoli con una cifra di 2.043,25 € per abitante. I meno spendaccioni? Gli abitanti del Comune di Gambassi Terme con una cifra di 986,98 € pro-capite.
Il fenomeno, che è in crescita pressoché ovunque, continua tuttavia ad essere sottovalutato e talvolta sottaciuto da larga parte della politica e dalle istituzioni: e l'Unione dei Comuni dell'empolese Valdelsa, purtroppo, non fa eccezione.