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Elezioni: lavorare per un campo a sinistra con associazioni e movimenti

27-11-2023 11:05 - Opinioni
di Fabrizio Fioravanti
A giugno 2024 si vota per il rinnovo, insieme agli altri 10 Comuni del Circondario, anche del Consiglio Comunale di Empoli. Un'occasione per chi vuole un cambiamento da sinistra della attuale maggioranza di proporre una alternativa. La domanda è: ma è possibile? E' una domanda che si fanno in molti, certo tutti che quelli durante questi cinque anni di legislatura di segno PD non hanno condiviso da sinistra le scelte dell'Amministrazione Barnini, certo molti di quelli che non hanno scelto la militanza politica tradizionale impegnandosi invece in movimenti scaturiti dal basso, nel ventre della società civile. Basta guardare a quello che sta succedendo in città da diversi mesi. Ricordiamo la battaglia (vinta) che è stata fatta da cittadini aggregatisi per impedire la costruzione del Gassificatore, la raccolta delle firme che si sta facendo per il Referendum contro la quotazione in Borsa di Multiutility da parte del Comitato Trasparenza per Empoli, un Comitato costituitosi proprio sul tema della Multiutility e che raccoglie sempre più interesse e partecipazione della gente. In città ci sono stati incontri sui temi della Pace ed esiste in città un Comitato per la Pace, che oltre a momenti di presidio in Piazza della Vittoria ha proposto iniziative ed incontri sul tema. Sono entrambi Comitati che vedo impegnati cittadini in modo trasversale rispetto agli schieramenti politici parlamentari, cittadini che vogliono essere informati sulle scelte strategiche che si compiono, che vogliono sapere, conoscere, confrontarsi, parlare, far ascoltare la loro voce. Sono stati promossi incontri sul clima e su tematiche legate all'ambiente. Ci sono stati confronti su specifici aspetti legati ai futuri assetti urbanistici della città. Il 4 novembre scorso c'è stata alla Vela Hack di Avane l'iniziativa Camminiamo Insieme; organizzata dal Gruppo Consiliare ”Fabrica Comune - Buongiorno Empoli”: tanti tavoli tematici nei quali si sono discussi argomenti quali l'urbanistica, la cultura, lo sport, l'ambiente e che hanno prodotto proposte da mettere in campo per la prossima campagna elettorale.

Venerdì 22 settembre scorso il Movimento 5 Stelle ha tenuto presso l'Auditorium del Palazzo Pretorio di Empoli il convegno dal titolo “Inchiesta KEU: Ambiente, Rifiuti e legalità”. Abbiamo letto da parte dei pentastellati diverse prese di posizione su temi riguardanti scelte urbanistiche, su tempi sociali, sulla cultura, sullo sport che contrastano con le scelte intraprese sugli stessi tempi dalla Giunta Barnini. A Empoli ci sono domande che i cittadini si fanno ed alle quali non trovano risposta nella maggioranza di governo che guida la città. C'è anche un bisogno di ascolto da parte della gente, un'esigenza di trasparenza sulle scelte che si compiono, sui legami che si creano dentro e fuori i livelli istituzionali, sulle decisioni che si prendono. Torniamo allora alle premesse della domanda iniziale: ci sono le condizioni per realizzare un cambiamento nel governo della città? Se ci guardiamo intorno, se leggiamo i fermenti che ci sono in città, la risposta è SI'. Ma un' alternativa va costruita e va costruita dal basso. Va costruita in un confronto che non può prescindere prima di tutto dalle due forze politiche che sono state forze di opposizione in Consiglio Comunale: ”Fabrica Comune – Buongiorno Empoli” ed il Movimento 5 Stelle.

Nel corso della legislatura varie sono state le occasioni nelle quali hanno espresso opinioni e voti comuni. C'è stata una condivisione su scelte importanti per il futuro della città: la Multiutility una per tutte. Questi due soggetti devono parlarsi e chiamare ad un confronto aperto, non ipocrita, leale, tutte gli altri soggetti che stanno fuori dal Consiglio Comunale: alcuni sono partiti politici, altri sono Comitati, Gruppi, Associazioni, privati cittadini, tutti coloro che abbiano come denominatore comune la voglia di progettare un futuro per la città che raccolga le aspirazioni di tanta gente, che ne ascolti le voci, che ne sappia leggere gli umori, che ne interpreti i desideri. Una città che sia consapevole e aperta alle sfide a cui i prossimi anni ci chiamano: quali investimenti e dove, quale sviluppo urbanistico, come garantire uno sviluppo economico sostenibile, come crescere senza distruggere l'ambiente, come far sì che le varie culture ed etnie presenti dialoghino tra loro, si contaminino e si arricchiscano senza chiudersi in se stesse, come far sì che il Comune sia davvero la casa di tutti i cittadini, come possa capire e spiegare, cercare e non sfuggire il confronto, come si possano portare al centro di un progetto di città nuova la donna e l'uomo accettandone le fragilità, le paure, ma anche le speranze, i sogni, le necessità di lavoro, il bisogno di sicurezza, la voglia di sentirsi sempre più parte di una comunità plurale e non isole di indifferenza o di paura. Bisogna che si inizi a parlare, ma occorre farlo presto, perché i processi partecipati hanno sì il pregio di essere palestra di democrazia ma se vanno troppo per le lunghe perdono la loro spinta emotiva e propulsiva e diventano stanca e vuota dialettica. C'è necessità che tutti questi soggetti si incontrino e si parlino. Da lì verranno fuori i programmi, i contenuti, le strategia. Da lì verrà fuori anche il nome del candidato per la carica di Sindaco che non dovrà essere una mera espressione maggioritaria ma risultato condiviso nel quale tutti si riconoscano e per il quale tutti siano capaci di fare un passo indietro per farne due avanti, con la convinzione che ci siano le condizioni per creare una vittoria possibile. Occorrerà non soffermarsi troppo sul particolare e non perdere mai di vista il disegno complessivo, l'obiettivo.

Occorrerà da parte di tutti non chiudersi nel sancta sanctorum delle proprie verità e privilegiare il bene comune, aprirsi al confronto senza pregiudizi nè percorsi predeterminati, saper ascoltare, avere la consapevolezza che le scelte di ciascuno possono preludere ad un cambiamento possibile o arrestarne lo sviluppo e ridurre tutti a mere, per quanto nobili, testimonianze. Ma non è e non deve essere il tempo della testimonianza, il tempo nel quale ognuno si chiude nel fortino delle proprie verità perché il rischio è quello che alla fine si parli solo a se stessi e le cose rimangono come sono. Ci vogliono disponibilità, preparazione, ci vogliono idee, ci vuole concretezza, ci vuole la capacità di pensare un futuro e di indicare il percorso per renderlo possibile, ci vogliono proposte concrete, possibili.

Ci vogliono responsabilità e serietà ma anche un surplus di fantasia e di coraggio. A proposito di questo ecco qua le parole di un grande intellettuale e il pià imporrante scrittore italiano per ragazzi del secolo scorso, Gianni Rodari, che in occasione della consegna del Premio Andresen (una specie di Nobel per la Letteratura dell'Infanzia) del 1970, ebbe a dire: ”Cosa intendiamo per persone serie? Facciamo il caso del signor Isaac Newton. Secondo me era una persona serissima. Ora, una volta, se è vero quello che raccontano, egli se ne stava al fresco sotto un albero di mele quando gli cadde una mela sulla testa. Un altro, al suo posto. Avrebbe detto quattro parole poco gentili e si sarebbe cercato un altro albero. Invece il signor Newton cominciò a domandarsi: ”E perché quella mela è caduta all'ingù? Come mai non è volata all'insù? Perché non è caduta a destra o a sinistra ma proprio in basso?” Una persona priva di immaginazione, ascoltando discorsi del genere, avrebbe concluso ”Questo signor Newton è poco serio. Crede in forze misteriose, magari crede che ci sia un mago al centro della terra ad attirare le mele: egli pensa che le mele possono volare come il tappeto delle Mille e una notte; insomma, alla sua età, crede ancora alle facole...” Invece io penso che il signor Newton abbia fatto le importanti scoperte che tutti sappiamo proprio perché aveva una mente aperta in tutte le direzioni, capace di immaginare cose sconosciute, aveva una grande fantasia e sapeva adoperarla. Occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un grande scienziato – per immaginare cose che non esistono ancora – per immaginare un mondo migliore di quelli in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo...” Al lavoro dunque! Anche Empoli, come ogni città della terra, è un mondo. Perché non provare a cambiarlo e renderlo migliore?

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