21 Novembre 2024
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Ecco perché le allerte meteo sono nostre alleate

19-08-2024 16:12 - Opinioni
di Gordon Baldacci

L'estate non sta finendo, e serviranno ancora diverse settimane prima che si possa definire chiusa la stagione. In questa fase spesso interlocutoria che ci separa dalle prime vere perturbazioni atlantiche, sempre più spesso ci troviamo a vedere i primi timidi inserimenti in quota di fronti depressionari più o meno convincenti.

Spesso si tratta di code instabili, legate a delle depressioni ben più strutturate che scorrono sull'Europa centrale. La forza quindi per smantellare del tutto l'alta pressione per alcuni giorni non c'è. Assistiamo per paradosso a fenomeni disordinati; temporali, rovesci dislocati senza una vera e propria logica orografica, enfatizzati dall'energia in gioco nei bassi strati dell'atmosfera. Ed è in questo periodo dell'anno che tornano ad essere essenziali per la nostra sicurezza le allerte meteo. Ricordiamo per tutti coloro che ancora non hanno capito il meccanismo, che questo strumento non è come si può immaginare in un contesto qualunquista, il banale pararsi le spalle da parte delle istituzioni. Si tratta invece di un elemento atto alla nostra sicurezza proprio per il fatto in cui si “allerta” e quindi si “raccomanda” una serie di comportamenti da attuare, per ovviamente non trovarci nei guai e soprattutto in casi estremi essere pronti a salvaguardare le cose oltre alla nostra incolumità.

Ognuno di noi riceve queste informazioni dai canali ufficiali ed istituzionali, ma sui nostri cellulari giungono dalle varie app meteo altre allerte, spesso contraddittorie nei codici colore. A quali affidarsi? Ma soprattutto perché riceviamo avvisi difformi? Partiamo dal fatto che entrambi i sistemi sono comunque frutto di un lavoro scientifico a monte.

Il primo gestito a livello nazionale dalla Protezione Civile e suddiviso nei 22 centri funzionali regionali, utilizza un sistema che va a valutare l'impatto che quei fenomeni (pioggia, vento, neve, fenomeni temporaleschi) vanno poi potenzialmente a verificarsi sul territorio. Il secondo sistema è un contesto sovranazionale, Eumetsat, che gestisce a livello europeo i satelliti meteorologici fa da ragguaglio con chi a livello nazionale si occupa di previsioni meteorologiche. Nel nostro caso, ad esempio, non è la Protezione Civile a fare da referente ma l'Aeronautica Militare. In ogni “Disclaimer” del secondo sistema sta scritto che: Le informazioni non forniscono la valutazione di impatto sul territorio e non rappresentano i messaggi di Allerta Ufficiali che vengono emessi dal Servizio Nazionale di Protezione Civile.” I vantaggi però del secondo sistema di allertamento, si vanno a riscontrare sulla estensione temporale dei codici colore, ora arrivati a cinque giorni, e trattandosi di un prodotto sovranazionale, la collaborazione di un intero continente nella gestione del contesto previsionale. Inoltre, a differenza del primo sistema, le allerte vengono aggiornate ogni tre ore, con il conseguente minor rischio di emanare un'allerta per un evento magari a 12 ore, con il successivo mutare delle condizioni previste.

Dall'altra parte va considerato che il nostro è il miglior sistema di Protezione Civile al mondo, persino gli americani hanno copiato in toto il nostro “metodo” di gestione per ogni rischio non solo meteorologico, e non si esclude di prenderlo ad esempio, come base di riferimento mondiale. Quindi se da un lato si ottengono informazioni più veloci ed aggiornate tramite Eumetsat, l'analisi sulle conseguenze al suolo della nostra Protezione Civile è spesso chirurgico, sia dal punto di vista degli accumuli che per gli areali in cui si verificano i fenomeni. Un giorno più avanti arriveremo a creare un unico “ecosistema” dove far convivere le competenze europee ed italiane, e la buona notizia è che quel giorno non è poi così lontano. Dal 2022 l''Italia si è dotata di una agenzia nazionale meteorologica, ItaliaMeteo, che una volta instaurata ha già iniziato quei processi burocratici, politici e tecnici, affinché tutto il mondo della Meteorologia e dei Centri Funzionali, convergano in un'unica realtà con codici di valutazione comuni, affinché la vigilanza meteorologica non sia più solo una questione nazionale ma continentale. Fino ad allora prudenza vuole che si rispettino entrambi gli avvisi, portando a compimento il fine ultimo dei due servizi. La conoscenza del rischio e della sua intensità per una consapevole auto protezione di ognuno di noi.

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