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Dai tabernacoli agli ex voto: in mostra cinquecento anni di devozione alla Madonna del Pozzo

11-11-2023 14:15 - Cronaca
La devozione per la Madonna di Fuori o Madonna del Pozzo come la conosciamo a Empoli è costante nel tempo ed è popolare: da 500 anni. Lo ha sottolineato Rossana Ragionieri, presidente della Pro Empoli e una delle componenti del comitato scientifico che, attorno alla figura di don Salvatore Alfieri ha preparato, dal febbraio scorso, una mostra proprio per celebrare i 5 secoli del miracolo.

La mostra, aperta ieri, durerà per 3 settimane, fino al 3 dicembre, sarà ospitata nella Sala San Giovanni e l'ingresso è dalla piazzetta della Propositura. Gli orari, per visitarla, dal martedì alla domenica dalle 9 alle 12 e dalle16 alle 19. Il lunedì resta chiusa.

“Abbiamo voluto compiere un percorso per valorizzare i 500 anni del Santuario – ha spiegato don Salvatore – E non volevamo fermarci solo alle celebrazioni religiose. Abbiamo pensato a una serie di eventi culturali, perché la Madonna ha un impatto popolare. Con il comitato di esperti abbiamo creduto di fare, con questa mostra, un atto di amore verso gli empolesi, quegli empolesi che da sempre mostrano atto di devozione verso la Madonna. Anche perché questi oggetti che fanno parte della mostra, spesso sono atti d'amore, proprio verso la Madonna”.

E' stata coniata una medaglia commemorativa; sono state realizzate riproduzioni di alcune immagini del Santuario; è stata pubblicata un volumetto che non vuole avere solo la funzione di un catalogo, maessere soprattutto una guida per chi vuol visitare il Santuario di piazza della Vittoria e conoscere alcune cose che,in realtà, non sono immediatamente visibili. Come gli ex-voto, quelli donati per grazia ricevuta che si trovano nella sacrestia della Chiesa.

Nella mostra ospitata dalla collegiata ci sono il tabernacolo che venne portato in processione nel 1929; ce n'è uno di dimensioni più ridotte che veniva usato per essere portato nelle case dei malati che mostravano devozione alla Madonna ma non potevano muoversi.

“Questa Madonna è un punto di riferimento anche per i non fedeli – ha sottolineato l'assessore alla cultura Giulia Terreni – Dobbiamo tutelare, proteggere e promuovere questo luogo che può essere un richiamo anche per il turismo”.

Rossana Ragionieri ha tracciato un breve percorso storico, sottolineando proprio la continuità temporale della devozione. “Il miracolo è avvenuto il 18 marzo del 1523 e da quel momento – ha raccontato la presidente della Pro Empoli – la devozione non si è mai fermata. Nel Cinquecento, su richiesta dei fedeli fu realizzato l'oratorio, il secolo successivo furono fatti degli ampliamenti, nel Settecento , sempre ssu richiesta della popolazione fu eretto il campanile. Nel 1929 la chiesa diventa Santuario e si incorona il quadro della Madonna. La corona la realizza un mastro empolese, Nello Alessandrini. Oggi, siamo qui a inaugurare questa mostra. A differenza di chiese cittadine come quella di Corniola, voluta dai Carmelitani o Sant'Agostino, in centro, nata per volere degli Agostiniani, la Madonna di fuori è stata una chiesa eretta per il volere della gente”.

Non era presente don Guido Engel, impegnato in un ritiro spirituale. Ha lasciato però un messaggio, che ha letto pubblicamente Paolo Pianigiani, curatore del patrimonio artistico della Collegiata, nel quale sottolinea due messaggi importanti: “C'è una storia che presenta i grandi fatti, i grandi personaggi. Con la mostra vogliamo andare oltre questa grande storia, per entrare nella piccola storia, quella vissuta dal popolo, vero protagonista della storia. Gli ex voto sono il segno che di fronte alla malattia e alla sofferenza, non trovando risposte nella scienza, ricorreva all'aiuto divino. Cosa che accade ancora oggi. Il secondo messaggio è che il popolo è protagonista di una vicenda di Chiesa: la locanda andata distrutta e l'Oratorio, poi santuario, costruito sopra le sue rovine, era di proprietà della Compagnia di Sant'Andrea, divenuta poi compagnia del Suffragio. Due aggregazioni locali. Un richiamo importante ai fedeli di oggi, perché non si aspettino tutto dal clero, ma siano protagonisti di una nuova Chiesa dove tutti si sentono corresponsabili della missione di annunciare il Vangelo all'uomo di oggi”.

Il miracolo, come detto, risale al marzo del 1823. La Locanda che si trovava in quel luogo, davanti al Campaccio, prese fuoco. Era una locanda che ospitava i viandanti che non erano riusciti a entrare in città prima di notte. L'incendio distrusse tutto, al punto che la Compagnia di sant'Andrea che gestiva il locale, decise che non sarebbe stato possibile ricostruirla. Rimasero intatti soltanto un pozzo d'acqua e un tabernacolo, quello della Madonna, che dal popolo fu subito indicata come autrice di un miracolo e spinsero la Compagnia di Sant'Andrea a costruire, nello stesso luogo dov'era la locanda, un oratorio, poi diventata il Santuario di oggi.

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