Compenso inadeguato, i volontari abbandonano il Beat Festival
22-08-2023 20:20 - Cronaca
di Emilio Chiorazzo
I costi sono alti, l'impegno gravoso e l'offerta degli organizzatori non basta: due associazioni di volontariato su tre si sfilano dal Beat festival. Non ci saranno a fare servizio di prevenzione e di soccorso con le loro ambulanze e con le squadre a piedi, al Parco di Serravalle negli otto giorni di eventi che prevede il calendario dell'edizione al via dal 24 agosto. Hanno ritenuto inadeguato – e anche offensivo – l'importo che era stato proposto loro.
Pubblica Assistenza e Croce Rossa hanno detto no. Non faranno servizio, com'è avvenuto negli anni passati. Saranno presenti, durante le serate di apertura del festival, solo i volontari della Misericordia e, in alcune serate, medici e infermieri dell'Asl, con i quali l'organizzazione ha un contratto che risale agli anni scorsi.
A spiegare le motivazioni di questa decisione , è Marco Bacchi per la Pubblica Assistenza di Empoli “Quando ci chiamano le associazioni, quando a chiamarci è la stessa amministrazione comunale, per le iniziative che organizzano a carattere sociale, ci andiamo gratuitamente. Lo facciamo con quelle associazioni che dalle loro iniziative non traggono un beneficio economico, che si occupano di sociale, di ricreativo. Il Beat festival intanto non è organizzato da un'associazione sociale in senso lato. E' un'attività economica vera e propria, anche con un giro d'affari abbastanza importante. Come Pubblica Assistenza abbiamo chiesto, per la nostra presenza, le stesse cifre che chiediamo all'Empoli calcio per fare servizio di prevenzione e di emergenza durante le partite di calcio con le nostre ambulanze. Per i nostri volontari, oltretutto, quello del Beat festival è un impegno assai gravoso: si comincia alle 18,30 e non si stacca fino alle due di notte, con alcuni eventi che sono di richiamo internazionale e che, come tali, coinvolgono tantissime persone”.
La Pubblica Assistenza ha presentato un preventivo, come richiesta economica, che prevede un rimborso di 200 euro per l'ambulanza e di circa un centinaio di euro per la squadra di volontari che agisce a piedi nel parco. “Tutto il resto – prosegue Marco Bacchi – è a nostro carico: il materiale di consumo, il ghiaccio, le garze e altro. Lo riteniamo un rimborso adeguato all'impegno che i volontari, o i dipendenti, ci mettono quando sono in servizio. Anche le giornate della manifestazione sono cresciute: sono otto. Pensiamo che quanto chiesto fosse un rimborso giusto. Non ci è stato riconosciuto e ci è stato proposto un altro tipo di rimborso. Una proposta che ci è suonata offensiva anche per la professionalità di chi è chiamato ad operare all'interno del festival”.
E' la stessa motivazione che ha spinto anche la Croce Rossa a declinare l'invito. Lo spiega bene Andrea Vincelle, vicepresidente della Cri empolese. “Non siamo davanti a una festa paesana – spiega Vincelle – il giro d'affari del Beat festival è corposo, parliamo di cifre importanti. Sicuramente grazie alla bravura degli organizzatori che sanno portare a Empoli nomi importanti della musica per i giovani. Quando abbiamo presentato il nostro preventivo abbiamo tenuto conto di tutto questo e anche dell'impegno che viene richiesto ai volontari. Lo hanno ritenuto troppo oneroso, ma non tengono conto del fatto che, le nostre associazioni devono far fronte a spese importanti: quando devono acquistare una nuova ambulanza, sborsano un bel po' di soldi. Quando si affronta un'emergenza ci sono costi anche relativi al materiale che si utilizza. Abbiamo avuto l'impressione che alle associazioni del volontariato fossero destinate solo le briciole”.
Per capire di che entità economica stiamo parlando, secondo quanto rivelato dalle due associazioni che hanno rinunciato alla loro presenza quest'anno, per lo scorso anno era stata messa in conto, dagli organizzatori, una somma di circa tremila euro da destinare ai servizi per l'emergenza.
Pubblica Assistenza e Croce Rossa hanno detto no. Non faranno servizio, com'è avvenuto negli anni passati. Saranno presenti, durante le serate di apertura del festival, solo i volontari della Misericordia e, in alcune serate, medici e infermieri dell'Asl, con i quali l'organizzazione ha un contratto che risale agli anni scorsi.
A spiegare le motivazioni di questa decisione , è Marco Bacchi per la Pubblica Assistenza di Empoli “Quando ci chiamano le associazioni, quando a chiamarci è la stessa amministrazione comunale, per le iniziative che organizzano a carattere sociale, ci andiamo gratuitamente. Lo facciamo con quelle associazioni che dalle loro iniziative non traggono un beneficio economico, che si occupano di sociale, di ricreativo. Il Beat festival intanto non è organizzato da un'associazione sociale in senso lato. E' un'attività economica vera e propria, anche con un giro d'affari abbastanza importante. Come Pubblica Assistenza abbiamo chiesto, per la nostra presenza, le stesse cifre che chiediamo all'Empoli calcio per fare servizio di prevenzione e di emergenza durante le partite di calcio con le nostre ambulanze. Per i nostri volontari, oltretutto, quello del Beat festival è un impegno assai gravoso: si comincia alle 18,30 e non si stacca fino alle due di notte, con alcuni eventi che sono di richiamo internazionale e che, come tali, coinvolgono tantissime persone”.
La Pubblica Assistenza ha presentato un preventivo, come richiesta economica, che prevede un rimborso di 200 euro per l'ambulanza e di circa un centinaio di euro per la squadra di volontari che agisce a piedi nel parco. “Tutto il resto – prosegue Marco Bacchi – è a nostro carico: il materiale di consumo, il ghiaccio, le garze e altro. Lo riteniamo un rimborso adeguato all'impegno che i volontari, o i dipendenti, ci mettono quando sono in servizio. Anche le giornate della manifestazione sono cresciute: sono otto. Pensiamo che quanto chiesto fosse un rimborso giusto. Non ci è stato riconosciuto e ci è stato proposto un altro tipo di rimborso. Una proposta che ci è suonata offensiva anche per la professionalità di chi è chiamato ad operare all'interno del festival”.
E' la stessa motivazione che ha spinto anche la Croce Rossa a declinare l'invito. Lo spiega bene Andrea Vincelle, vicepresidente della Cri empolese. “Non siamo davanti a una festa paesana – spiega Vincelle – il giro d'affari del Beat festival è corposo, parliamo di cifre importanti. Sicuramente grazie alla bravura degli organizzatori che sanno portare a Empoli nomi importanti della musica per i giovani. Quando abbiamo presentato il nostro preventivo abbiamo tenuto conto di tutto questo e anche dell'impegno che viene richiesto ai volontari. Lo hanno ritenuto troppo oneroso, ma non tengono conto del fatto che, le nostre associazioni devono far fronte a spese importanti: quando devono acquistare una nuova ambulanza, sborsano un bel po' di soldi. Quando si affronta un'emergenza ci sono costi anche relativi al materiale che si utilizza. Abbiamo avuto l'impressione che alle associazioni del volontariato fossero destinate solo le briciole”.
Per capire di che entità economica stiamo parlando, secondo quanto rivelato dalle due associazioni che hanno rinunciato alla loro presenza quest'anno, per lo scorso anno era stata messa in conto, dagli organizzatori, una somma di circa tremila euro da destinare ai servizi per l'emergenza.