Ciao Claudia, mancherai a tutti noi

Oggi mi hanno chiesto chi eri. E chi sei per me. Ho risposto mettendo in evidenza tre caratteristiche. L'intelligenza, prima di tutto. Un'intelligenza vivace, accurata, riflessiva. Mai banale. Di quelle che mi portavano ancora, dopo trent'anni, ad avere quasi il timore di contraddirti. Della serie, “se lo dice Claudia, come fai a dirle che non è vero?” Poi te lo dicevo eh, ma sempre aspettandomi che tu potessi spiegarmi di nuovo, pazientemente, il tuo punto di vista e che fossi poi io a venire sulla tua posizione. E qualche volta, effettivamente, succedeva davvero.

Curiosa. Che poi essere curiosi è una caratteristica di buona parte delle persone intelligenti. Dopo una vita intera passata in ruoli importanti e di responsabilità, avevi ancora la voglia e la passione di confrontarti, di chiedere un'opinione, di capire meglio. Di farti raccontare cose nuove e punti di vista. Sì, perché nonostante questi incarichi non avevi perso l'umiltà di chi sa che ha ancora da imparare e che il percorso di conoscenza non finisce mai.

Presente. E questo è il tratto che ho visto più mio, più ‘personale'. Ripensando tanto a te in questi giorni di dolore e di attesa, mi sono reso conto di quanto tu sia stata sempre presente nella mia vita. Catechista, addirittura, all'inizio, quando tu eri ancora ragazza e io appena un adolescente. E poi guida sicura, quando decidemmo di farci coinvolgere da don Corso in quel progetto un po' folle ma bellissimo del centro educativo. Confidente, quando decisi di impegnarmi in politica. Che nostalgia per le cene a casa tua, in quel periodo. Mi indicavi la strada da percorrere, stando un passo indietro, anche se in realtà vedevi chilometri più avanti.

E poi, soprattutto, amica. Allora e fino ad oggi. Con quella capacità di essere presente e di avere cura dell'altro, senza cadere nel maternalismo o nel retorico. Non ci sentivamo spesso e ci vedevamo ancora meno. Meno di quanto avremmo voluto. Ma i messaggi, le chiamate, gli incontri erano di qualità. Si riannodava ogni volta quel filo di stima e di affetto, che ci ha sempre uniti. Di bene, insomma.
“Ti vedo stanco”, mi dicesti una delle ultime volte che ci siamo fermati per un aperitivo. Proprio te, che ne avevi sempre duemila da fare e che mentre le facevi immaginavi già quelle successive.

Mi mancherai, cara amica mia. Mi mancheranno i tuoi occhi chiari e il tuo sorriso un po' nostalgico, la tua battuta pronta e la tua capacità di vedere le cose così come sono. Mi mancherà il tuo affetto.

Ci rivedremo, ne sono certo. Abbiamo ancora un po' di cose da dirci.