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Caso di malasanità al pronto soccorso, c'è un esposto

17-06-2024 17:25 - Cronaca
C'è un esposto firmato da un avvocato su un caso di malasanità che ha riguardato un ex medico, purtroppo invalido, al pronto soccorso del San Giuseppe. A firmarlo e presentarlo all'Urp ed all'ufficio dirigenza la moglie dell'uomo che, in quanto legale, non ha esitato a prendere carta e penna mettendo nero su bianco quanto accaduto nell'ospedale empolese.

Nell'incipit si parla di “superficialità ed imperizia nella diagnosi e nella terapia”, premessa per la spiegazione dettagliata del fatto. Un singhiozzo forte e persistente con febbre alta ha consigliato la guardia medica, dopo una visita domiciliare, a portare il paziente in ambulanza in viale Boccaccio anche alla luce del suo difficile quadro clinico. Qui, si legge nell'esposto “la moglie ha spiegato che, a causa della patologia neurologica, il marito non sarebbe stato in grado di parlare con i medici e infermieri, per cui era indispensabile che parlassero con lei. In quel momento le veniva comunicato che l'avrebbero chiamata”. “Oltre quattro ore dopo nessuno la aveva ancora detto niente – prosegue l'esposto – ed una dottoressa comunicava alla moglie che il marito sarebbe stato riportato a casa”.

A niente è valso lo stupore della signora, sorpresa dalla decisione della dottoressa. “Con fare alterato mi ha detto che il problema per lei era un'infezione, che la decisione spettava a lei e che non c'era alcun singhiozzo. A quel punto l'ho invitata ad andare al letto dove era ricoverato mio marito ed ha potuto constatare che invece c'era. Segno che era la prima volta che si avvicinava a lui”. “Sempre con tono alterato e con atteggiamento arrogante e maleducato – sono ancora dichiarazioni della moglie - mi riferiva che lei non poteva fare niente per approfondire la causa del singhiozzo e che andavano fatti ulteriori accertamenti, per cui mi veniva normale chiedere di ricoverarlo, ma la risposta sgarbata è stata che non lo avrebbe ricoverato perché tanto una persona dell'età di mio marito in ospedale rischia di prendere molte altre infezioni e che la difficoltà negli spostamenti non la riguardava”. “La decisione presa dalla dottoressa di riportare a casa mio marito si è tradotta nell' ennesimo calvario – conclude amaramente la moglie - in quanto si doveva aspettare di avere a disposizione due ambulanze e sei operatori sanitari per i suoi problemi. Non a caso è arrivato a casa alle una di notte”.

Una corposa documentazione fa da corollario all'esposto che, come detto, è stato presentato all'Urp ed all'ufficio dirigenza. Pare che una prima risposta informale sia già arrivata allo studio legale che, ovviamente, attende il nero su bianco.
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