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Beppe Serafini, l’orso, il diamante, il pane fragrante della Toscana

03-10-2023 14:34 - Lifestyle
“Serafini Beppe di Montelupo è l'orso, il diamante, il pane fragrante della Toscana semplice e altèra di tutti i giorni, come avesse trascorso le molecole di tutta la terra”
Così veniva definito il pittore Beppe Serafini da Vittorio Grotti di Capezzano Pianore, colui che su segnalazione del pittore Antonio Possenti, aveva scoperto quel diamante purissimo nella miniera della Torre di Montelupo Fiorentino.
Grotti amava diverse cose della pittura di Beppe. Amava i suoi soggetti come le colombe e i buoi con gli occhi tristi che rimandavano tanto alla pittura di Lorenzo Viani e dei mondi scomparsi di contadini e navicellai.

Amava la povertà dignitosa dei contadini e delle contadine, ma soprattutto amava la maestria di Beppe nella tecnica e nell'esecuzione delle sue opere.

Aveva un suo modo particolare di dipingere, di preparare e stendere i colori,maestria che a giudizio di Grotti nessuno dei suoi colleghi contemporanei aveva.

Secondo Grotti la pittura di Beppe era una pittura che ricordava le botteghe dei pittori del Medioevo, dove venivano creati colori lavorando elementi naturali quale terra, calce spenta, bianchi e rossi d'uovo, resine, cera e oli.

Vederlo lavorare, secondo Vittorio era una esperienza sensoriale unica.

Il rapporto fra Beppe e Vittorio era nato nella Versilia degli “anni ruggenti”.

Vittorio Grotti è stato uno dei più grandi animatori culturali dell'Italia degli anni a cavallo tra il 1960 e il 1982, data della sua morte prematura avvenuta all'età di 42 anni.

Si definiva un poeta contadino, qualcuno l'ha definito “il barnum dell'arte”, ma comprimere Vittorio in poche parole è impossibile.

È stato il creatore delle mostre estive ai Frati di Camaiore dove durante l'estate riusciva a riunire migliaia di persone a vedere quadri a sentire musica a conoscere pittori, sempre in un clima di gioia e baccanale, dove gli steccati culturali venivano abbattuti e tutti potevano “infarinarsi di cultura e di bellezza”.

Aveva creato il Carnevalearte, scegliendo come location, gli hangar del carnevale di Viareggio, allora ubicati agli inizi della Via Marco Polo.

Vittorio, considerava i costruttori di carri, i custodi di un'arte antica e popolare e per questo degni di dialogare con altri artisti; fu così che negli hangar di Arnaldo Galli, di Silvano Avanzini, di Nilo Lenci, le opere di importanti artisti come ad esempio De Chirico, Liberatore o di pittori emergenti, dialogavano con i maestri del carnevale e con le loro costruzioni.

Il suo sogno era quello di creare un museo permanente della cartapesta dove le persone potessero apprezzare il lavoro artistico di questi genie poter comprendere come ogni carro fosse un'opera d'arte unica.

Ed infine tra Torre del Lago e Viareggio, nelle scuderie della tenuta di Villa Borbone creò la Fondazione Viani, un cenacolo culturale dove si esibirono sia artisti affermati che artisti emergenti.

In questi luoghi era possibile chiacchierare, mangiarsi uno spaghettino allo scoglio con Mario Luzi, Mario Soldati, Mario Tobino, Severino Gazzelloni, Giorgio Caproni, Leonida Repaci oppure incontrare pittori italiani e internazionali che avevano ed hanno fatto la storia della pittura e della grafica.

In questi contesti culturali Beppe Serafini, che a Montelupo molti conoscevano come Beppe Grasso, poté dialogare con altri artisti, farsi apprezzare per la sua arte,essere l'ambasciatore culturale della sua Montelupo Fiorentino di cui andava fiero.

Fu così che riuscì ad esporre, oltre a Viareggio dove era molto amato e apprezzato, a Milano, Bologna, Francoforte, Siena, Nizza, ma l'olimpo lo raggiunse nel 1978, quando poté esporre a Firenze a Palazzo Strozzi, con una sua personale.

Di aneddoti sul rapporto creatosi fra Beppe Serafini e Vittorio Grotti ne esistono diversi.

Vittorio Grotti aveva fatto costruire a Carnevalarte un palchetto chiamato “l'angolo della libertà”, dove durante le mostre chiunque poteva salirci sopra e dire quello che gli pareva.

Nonostante la timidezza, qualche volta Beppe salì sul palco per declamare qualche poesia o per interrogare le persone presenti perché si esprimessero sull'arte.

L'altro aneddoto riguarda quando Beppe, “insegnò” ad andare in vespa ad una grande artista che tutti hanno individuato in Grace Jones. (Beppe non ricordava il nome).

Vittorio Grotti era molto amico di Sergio Bernardini, creatore della Bussola e di Bussola domani dove sfilarono i big della musica internazionale da Ray Charles a Donna Summer, ma dove furono anche lanciati artisti come Renato Zero, Miguel Bosè, Alice e tanti altri.

La “leggenda” vuole che una volta Beppe, con la sua immancabile vespina 50, avesse raggiunto Grotti e Bernardini nei camerini di Bussoladomani, dove si trovava Grace Jones, che si stava preparando per uno spettacolo.

Sempre la leggenda narra, che mentre Vittorio, Sergio e Grace erano fuori dal camerino a fumare una sigaretta, sopraggiunse Beppe con la sua vespa e che la Jones, letteralmente impazzita dalla vista di questo Don Chisciotte, assolutamente volle fare un giro con lui.

Così, Beppe davanti e la Jones dietro, percorsero più volte il piazzale del teatro tenda, dopodiché la Jones chiese il cambio. Cioè voleva guidare lei e mettere Beppe a cassetta.

Fu una comica. La Jones non pratica con il cambio della vespa costringeva Beppe ad abbarbicarsi a lei per non cadere,mentre sul piazzale risuonavano le urla di Beppe che implorava alla Jones di andare piano.

Il loro fu un bel rapporto interrotto dalla morte di Vittorio, seguito poi dopo pochi anni anche dalla morte di Beppe.

Cosa è rimasto di quegli anni?

Purtroppo, poco.

Serafini andrebbe maggiormente valorizzato, fatto conoscere ad un più vasto pubblico e non perché è un'artista locale ma perché è stato un grande pittore che ha scritto un'importante pagina della pittura del nostro paese.

Di Grotti, andrebbe valorizzata la sua figura, andrebbero studiati i grossi contributi che ha dato allo sviluppo della cultura nel nostro paese, al ruolo avuto nella riscoperta del pittore Lorenzo Viani, ma soprattutto al suo concetto che la cultura era un diritto di cui tutti dovevano beneficiare.

Di Beppe rimangono i suoi quadri e di Vittorio le sue poesie e la voce di sua figlia Esther che ci ricorda la grandezza di quest'uomo che visse circondato di arte, poesia e di bellezza.

Sarebbe interessante organizzare un incontro a Empoli o a Montelupo Fiorentino con Esther Grotti e un grande suo amico sia di Vittorio che di Beppe, Carlo Lemmetti patron del mitico ristorante “lo Squalo Charlie”, per scoprire quel mondo in cui hanno vissuto e sognato.
Franco Pescali
P.S.
1) Per chi volesse approfondire l'argomento sull'arte di Beppe Serafini consiglio di cercare su YOUTUBE “ Vittorio Grotti parla di Beppe Serafini” tratto dagli archivi dell'emittente locale Antenna 5, intervista condotta dal Professor Giovanni Lombardi, ospiti in studio Beppe Serafini e Vittorio Grotti
2) Per chi volesse approfondire la figura di Vittorio Grotti consiglio su YOUTUBE il bellissimo contributo del regista Ricky Farina “un Filo di Miele”. Intervista-documentario al mondo magico di Vittorio Grotti, oppure su Facebook di visitare il sito “Vittorio Grotti vive” dove è presente un ricco archivio di fotografie e documenti curato da sua figlia, Esther.

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