Antenne, preoccupazioni e promesse nella serata voluta dai Comitati
20-06-2024 14:23 - Cronaca
di Emilio Chiorazzo
La speranza potrebbe arrivare dalla Svizzera, unico paese dell'Europa – quella geografica, non certo politica – ad aver trovato una soluzione allo strapotere delle compagnie-gestori della telefonia mobile. La corte suprema federale elvetica, infatti, ha deciso di agire per la tutela della salute e, sulle installazioni di nuove antenne, ha applicato quello che si chiama principio di precauzione, richiedendo a coloro che fanno richiesta di installazioni, documentazioni che possono essere paragonate a quelle che occorrono per la costruzione di un immobile. E mantenendo inalterati i limiti di emissioni.
In Italia, la strada percorsa è stata differenze: una legge che è stata approvata a dicembre del 2023 e che è entrata in vigore a fine aprile di quest'anno ha alzato il limite delle emissioni da 6 a 13 ed ha previsto che la misurazione , prima fissata nell'arco dei 6 minuti, adesso venga effettuata nelle 24 ore, con il risultato che le antenne si sono moltiplicate e che sono diventate anche più potenti e che la misurazione delle emissioni risulta “falsata” dal fatto che, ad esempio, per l'intera notte, traffico e utilizzo sono ridotte e abbassano la media. E con un'altra aggravante: da quando la legge è stata approvata è stata mantenuta sotto silenzio vanificando, così, i 120 giorni di tempo che avevano gli enti locali per fare opposizione a quei provvedimenti.
Le due antenne empolesi che hanno dato vita ad altrettanti Comitati, uno in Borgo, l'altro in via Valpusteria, rientrano in questo iter.
Quella di Borgo – installata sul tetto di una casa privata di via delle Chiassatelle – è stata installata addirittura il giorno stesso che la legge sarebbe entrata in vigore. L'altra, in via Valpusteria (dove i pali da issare su terreno comunale sono due, per tre antenne di altrettanti gestori), era stata prevista qualche settimana prima. Anche se l'iter amministrativo (segnalazione agli uffici comunali, richiesta di permessi edilizi vari) era partito mesi prima.
Intorno a queste due strutture e , soprattutto, intorno a quel che ruota in termini di salute sulle antenne della telefonia mobile e del più moderno 5G si è sviluppata la serata che i Comitati di Empoli per le Antenne avevano organizzato alla sala Il Momento di via del Giglio. Ospite il giornalista Maurizio Martucci che, sulla questione, sia legislativa che sanitaria, ha svolto diverse inchieste e pubblicato alcuni libri.
La sua, a tratti, è stata anche una visione apocalittica, che non poco ha generato preoccupazioni ai cittadini che hanno riempito la platea del teatro empolese.
I danni alla salute provocati dalle emissioni delle onde (4G, 5G e anche il wi-fi) spesso sono sottovalutati per questioni politiche – ha sottolineato il giornalista – tanto che alcune agenzie che si preoccupano delle rilevazioni elettromagnetiche sono private e con evidenti conflitti di interessi nei riguardi dei gestori.
Ma l'incontro, organizzato nel bel mezzo della campagna elettorale per il ballottaggio che si terrà domenica 23 e lunedì 24 giugno, per designare il nuovo sindaco di Empoli, è stato una occasione per capire quali sono le idee e i propositi dei due candidati.
Il portavoce del Comitato, Tiberio Tanzini, che ha fatto gli onori di casa, ha rivolto ai due candidati una domanda, diretta, precisa: “Siete disposti, nei primi tre mesi del vostro mandato, a modificare il regolamento comunale, in modo che ogni atto o pratica legata all'installazione di un impianto, a una nuova antenna, venga comunicato in modo trasparente a tutti gli organi amministrativi? Cioè dagli uffici che ricevono le pratiche, la comunicazione alla giunta e al consiglio comunale, in modo che anche la cittadinanza venga informata in tempo reale?”
La domanda nasce dal fatto che, in entrambi i casi contestati dai due neo Comitati, si sottolinea una mancanza di trasparenza: in Borgo, perché ai cittadini di quell'area (via degli Orti, via Chiarugi, via delle Chiassatelle e piazza Pulidori) era arrivato un messaggio informativo dagli uffici comunali che segnalava disagi per un cantiere che avrebbe dovuto effettuare lavori generici al tetto di un immobile privato; in via Valpusteria perché, nonostante un incontro avuto con gli uffici comunali immediatamente dopo la protesta, era stato nascosto loro – questo denuncia il portavoce del Comitato Andrea Greco parlando nel suo intervento pubblico – che in quella strada i pali altri oltre 30 metri sarebbero stati due e le antenne tre.
La preoccupazione, oltre alle questioni sanitarie, riguarda anche il fatto che le abitazioni interessate dalle aree perdono valore immobiliare.
Leonardo Masi (Buongiorno Empoli-M5S- Siamo Empoli) è stato il primo a intervenire: “la richiesta di essere rappresentati dal proprio sindaco è il perno principale della mia campagna elettorale. Ho partecipato a tutti gli incontri dei Comitati e li ho sostenuti in consiglio comunale. Sul fronte scientifico, ritengo che sia materia ancora da approfondire. Ma la ricerca è fondamentale. La partecipazione passa dalla conoscenza dell'argomento. Il sindaco deve fare questo. Semmai c'è da fare un appunto politico: il tema delle antenne è stato trattato male dal governo, ha messo davanti al bene comune, l'interesse privato. Una impostazione neoliberista che ha portato al proliferare di queste situazioni. Ho proposto, nel mio programma, le consulte delle frazioni per decidere insieme le azioni del territorio, faremo lo stesso, sostenendo i gruppi di cittadini che si organizzano, i Comitati: ci deve essere un rapporto di fiducia e di trasparenza. La massima visibilità e informazione. In quanto alla richiesta di trasparenza degli atti inerenti agli impianti, credo che sia una cosa fattibile. E la faremo”.
Apertura sul tema anche da parte di Alessio Mantellassi (Pd-Avs-Azione-Questa è Empoli-Una storia Empolese-Alessio Mantellassi sindaco).“Sì, la procedura è fattibile, siamo disponibili affinché che ci sia un passaggio in ogni organo responsabile del governo della città. Aggiungo che dovremo fare revisionare il piano delle antenne, aprire una discussione nella collocazione di alcune di esse, nei luoghi dove sono previste le installazione. Aprire un dialogo e individuare lo spostamento di alcuni siti. E' una grande occasione, questa per l'amministrazione. Ma prendiamo l'occasione istituzionale per organizzare dibattiti scientifici con le università della Toscana per dare informazioni ai cittadini. Importante anche per chi amministra, per prendere decisioni. L'eccessiva deregolamentazione di questa materia è stata un errore, aver ridimensionato l'azione di chi governa i territori sia stato un errore da parte del governo nazionale. Una scelta che ha lasciato le amministrazioni comunali tra l'incudine e il martello, tra le preoccupazioni dei cittadini e la quasi impossibilità di poter intervenire; con strumenti che permettono una programmazione da parte dei Comuni solo sulle aree comunali, pubbliche. Dobbiamo chiedere qualche strumento in più, per incidere di più: chiederemo ad Anci di sollecitare il Parlamento per modificare questa legge, per dare più potere e la programmazione ai Comuni”.
Marco Castellari è diretto nel suo intervento, quando chiede di poter parlare. E' lui che ha fatto partire la protesta in Borgo. Racconta l'iter che ha portato alla nascita del Comitato poi esorta i candidati: “ Chiunque vincerà le elezioni ci deve garantire che lotterà. Non cerchiamo più promesse. Non si può accettare questa cosa. Ci devono garantire che l'amministrazione rappresenta i cittadini. Se questo non avviene, richiamo di diventare parte di quella schiera che non va più a votare”.
E' intervenuta anche la sindaca uscente Brenda Barnini. “Porto le informazioni ufficiali e disponibili. Gli strumenti a disposizione dei sindaci sono limitate. Le ordinanze che facciamo in materia, sono rigettate dal Tar, perché non conformi alle normative. Questo è il contesto in cui i Comuni si muovono. Abbiamo avuto alcuni limitati strumenti a disposizione. Il piano delle antenne, che un piano non è, perché non l'unico mezzo con il quale si pianifica, ma lo abbiamo da molti anni, forse tra i primi a dotarsene. L'obiettivo era quell odi discutere, indirizzare, non lasciare ce il solo mercato facesse la localizzazione degli impianti, grazie a questo strumento, sul territorio del nostro comune, abbiamo a oggi 63 impianti su 39 siti esistenti che significa che su ogni sito si sono concentrati gli impianti, evitando di dire sì indiscriminatamente a chi faceva domande. In questi anni abbiamo discusso, accolto le osservazioni della gente, alcuni impianti, su area pubblica, sono stati rivisti, spostati. Ma se riguarda le aree private non abbiamo strumenti. E questo è quel che è accaduto in via Chiarugi. Non abbiamo difeso chi voleva mettere le antenne”.
In Italia, la strada percorsa è stata differenze: una legge che è stata approvata a dicembre del 2023 e che è entrata in vigore a fine aprile di quest'anno ha alzato il limite delle emissioni da 6 a 13 ed ha previsto che la misurazione , prima fissata nell'arco dei 6 minuti, adesso venga effettuata nelle 24 ore, con il risultato che le antenne si sono moltiplicate e che sono diventate anche più potenti e che la misurazione delle emissioni risulta “falsata” dal fatto che, ad esempio, per l'intera notte, traffico e utilizzo sono ridotte e abbassano la media. E con un'altra aggravante: da quando la legge è stata approvata è stata mantenuta sotto silenzio vanificando, così, i 120 giorni di tempo che avevano gli enti locali per fare opposizione a quei provvedimenti.
Le due antenne empolesi che hanno dato vita ad altrettanti Comitati, uno in Borgo, l'altro in via Valpusteria, rientrano in questo iter.
Quella di Borgo – installata sul tetto di una casa privata di via delle Chiassatelle – è stata installata addirittura il giorno stesso che la legge sarebbe entrata in vigore. L'altra, in via Valpusteria (dove i pali da issare su terreno comunale sono due, per tre antenne di altrettanti gestori), era stata prevista qualche settimana prima. Anche se l'iter amministrativo (segnalazione agli uffici comunali, richiesta di permessi edilizi vari) era partito mesi prima.
Intorno a queste due strutture e , soprattutto, intorno a quel che ruota in termini di salute sulle antenne della telefonia mobile e del più moderno 5G si è sviluppata la serata che i Comitati di Empoli per le Antenne avevano organizzato alla sala Il Momento di via del Giglio. Ospite il giornalista Maurizio Martucci che, sulla questione, sia legislativa che sanitaria, ha svolto diverse inchieste e pubblicato alcuni libri.
La sua, a tratti, è stata anche una visione apocalittica, che non poco ha generato preoccupazioni ai cittadini che hanno riempito la platea del teatro empolese.
I danni alla salute provocati dalle emissioni delle onde (4G, 5G e anche il wi-fi) spesso sono sottovalutati per questioni politiche – ha sottolineato il giornalista – tanto che alcune agenzie che si preoccupano delle rilevazioni elettromagnetiche sono private e con evidenti conflitti di interessi nei riguardi dei gestori.
Ma l'incontro, organizzato nel bel mezzo della campagna elettorale per il ballottaggio che si terrà domenica 23 e lunedì 24 giugno, per designare il nuovo sindaco di Empoli, è stato una occasione per capire quali sono le idee e i propositi dei due candidati.
Il portavoce del Comitato, Tiberio Tanzini, che ha fatto gli onori di casa, ha rivolto ai due candidati una domanda, diretta, precisa: “Siete disposti, nei primi tre mesi del vostro mandato, a modificare il regolamento comunale, in modo che ogni atto o pratica legata all'installazione di un impianto, a una nuova antenna, venga comunicato in modo trasparente a tutti gli organi amministrativi? Cioè dagli uffici che ricevono le pratiche, la comunicazione alla giunta e al consiglio comunale, in modo che anche la cittadinanza venga informata in tempo reale?”
La domanda nasce dal fatto che, in entrambi i casi contestati dai due neo Comitati, si sottolinea una mancanza di trasparenza: in Borgo, perché ai cittadini di quell'area (via degli Orti, via Chiarugi, via delle Chiassatelle e piazza Pulidori) era arrivato un messaggio informativo dagli uffici comunali che segnalava disagi per un cantiere che avrebbe dovuto effettuare lavori generici al tetto di un immobile privato; in via Valpusteria perché, nonostante un incontro avuto con gli uffici comunali immediatamente dopo la protesta, era stato nascosto loro – questo denuncia il portavoce del Comitato Andrea Greco parlando nel suo intervento pubblico – che in quella strada i pali altri oltre 30 metri sarebbero stati due e le antenne tre.
La preoccupazione, oltre alle questioni sanitarie, riguarda anche il fatto che le abitazioni interessate dalle aree perdono valore immobiliare.
Leonardo Masi (Buongiorno Empoli-M5S- Siamo Empoli) è stato il primo a intervenire: “la richiesta di essere rappresentati dal proprio sindaco è il perno principale della mia campagna elettorale. Ho partecipato a tutti gli incontri dei Comitati e li ho sostenuti in consiglio comunale. Sul fronte scientifico, ritengo che sia materia ancora da approfondire. Ma la ricerca è fondamentale. La partecipazione passa dalla conoscenza dell'argomento. Il sindaco deve fare questo. Semmai c'è da fare un appunto politico: il tema delle antenne è stato trattato male dal governo, ha messo davanti al bene comune, l'interesse privato. Una impostazione neoliberista che ha portato al proliferare di queste situazioni. Ho proposto, nel mio programma, le consulte delle frazioni per decidere insieme le azioni del territorio, faremo lo stesso, sostenendo i gruppi di cittadini che si organizzano, i Comitati: ci deve essere un rapporto di fiducia e di trasparenza. La massima visibilità e informazione. In quanto alla richiesta di trasparenza degli atti inerenti agli impianti, credo che sia una cosa fattibile. E la faremo”.
Apertura sul tema anche da parte di Alessio Mantellassi (Pd-Avs-Azione-Questa è Empoli-Una storia Empolese-Alessio Mantellassi sindaco).“Sì, la procedura è fattibile, siamo disponibili affinché che ci sia un passaggio in ogni organo responsabile del governo della città. Aggiungo che dovremo fare revisionare il piano delle antenne, aprire una discussione nella collocazione di alcune di esse, nei luoghi dove sono previste le installazione. Aprire un dialogo e individuare lo spostamento di alcuni siti. E' una grande occasione, questa per l'amministrazione. Ma prendiamo l'occasione istituzionale per organizzare dibattiti scientifici con le università della Toscana per dare informazioni ai cittadini. Importante anche per chi amministra, per prendere decisioni. L'eccessiva deregolamentazione di questa materia è stata un errore, aver ridimensionato l'azione di chi governa i territori sia stato un errore da parte del governo nazionale. Una scelta che ha lasciato le amministrazioni comunali tra l'incudine e il martello, tra le preoccupazioni dei cittadini e la quasi impossibilità di poter intervenire; con strumenti che permettono una programmazione da parte dei Comuni solo sulle aree comunali, pubbliche. Dobbiamo chiedere qualche strumento in più, per incidere di più: chiederemo ad Anci di sollecitare il Parlamento per modificare questa legge, per dare più potere e la programmazione ai Comuni”.
Marco Castellari è diretto nel suo intervento, quando chiede di poter parlare. E' lui che ha fatto partire la protesta in Borgo. Racconta l'iter che ha portato alla nascita del Comitato poi esorta i candidati: “ Chiunque vincerà le elezioni ci deve garantire che lotterà. Non cerchiamo più promesse. Non si può accettare questa cosa. Ci devono garantire che l'amministrazione rappresenta i cittadini. Se questo non avviene, richiamo di diventare parte di quella schiera che non va più a votare”.
E' intervenuta anche la sindaca uscente Brenda Barnini. “Porto le informazioni ufficiali e disponibili. Gli strumenti a disposizione dei sindaci sono limitate. Le ordinanze che facciamo in materia, sono rigettate dal Tar, perché non conformi alle normative. Questo è il contesto in cui i Comuni si muovono. Abbiamo avuto alcuni limitati strumenti a disposizione. Il piano delle antenne, che un piano non è, perché non l'unico mezzo con il quale si pianifica, ma lo abbiamo da molti anni, forse tra i primi a dotarsene. L'obiettivo era quell odi discutere, indirizzare, non lasciare ce il solo mercato facesse la localizzazione degli impianti, grazie a questo strumento, sul territorio del nostro comune, abbiamo a oggi 63 impianti su 39 siti esistenti che significa che su ogni sito si sono concentrati gli impianti, evitando di dire sì indiscriminatamente a chi faceva domande. In questi anni abbiamo discusso, accolto le osservazioni della gente, alcuni impianti, su area pubblica, sono stati rivisti, spostati. Ma se riguarda le aree private non abbiamo strumenti. E questo è quel che è accaduto in via Chiarugi. Non abbiamo difeso chi voleva mettere le antenne”.