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Andrea Pini (Iv): "Pronti a dialogare con chi ascolta le esigenze della società civile"

12-10-2023 21:11 - Politica
di Emilio Chiorazzo
«Sarà la nostra prima partecipazione a un'elezione comunale, vogliamo farlo in punta di piedi. Con lo stesso sistema parteciperemo ai confronti con gli altri partiti, mettendo al primo posto i contenuti, non certo le alleanze». Andrea Pini, coordinatore di Italia Viva per l'Empolese-Valdelsa descrive così l'atteggiamento che il partito di Matteo Renzi avrà nel percorso che porterà alle amministrative di giugno 2024.

Il segretario del Partito Democratico di Empoli Lorenzo Cei, nel configurarsi le alleanze per le amministrative empolesi ha inserito anche Italia Viva insieme ad Azione e a Sinistra Italiana. E' così?


«Quella di Cei, al momento è una fuga in avanti. Con il Partito Democratico ci siamo visti, abbiamo parlato, ma è già passato del tempo. Per Italia Viva è giusto dialogare con il partito di riferimento del territorio, con chi lo ha sempre governato. Ma al momento non c'è alcun tipo di accordo. Anche perché noi abbiamo i congressi nel fine settimana: a livello provinciale, regionale e nazionale potrebbero esserci dei cambiamenti, degli avvicendamenti nel gruppo dirigente. E riteniamo che forse sia necessario aspettare che la nuova fisionomia del partito si consolidi prima di portare avanti certe operazioni in chiave elettorale».

Ci sarà in congresso anche territoriale?

«Il congresso dell'Empolese-Valdelsa si svolgerà tra novembre e dicembre, ma la situazione di vertice, qui da noi, è già abbastanza chiara, tra i vari coordinatori, non dovremmo avere sorprese. Però, soprattutto per i Comuni più importanti, aspettiamo un confronto, interno al nostro partito, che a dire la verità, fino a oggi non c'è stata».

Però con il Partito Democratico avete già avviato un percorso di confronto?


«I nostri riferimenti sono le realtà locali, la cosiddetta società civile: le associazioni, che siano culturali o sanitarie, come le Misericordie, le Pubbliche Assistenze, ma anche quelle sportive. Rappresentano per noi il collante del territorio locale. Senza un decisivo apporto del mondo associativo, anche quelle delle attività professionali e produttive, non si può prescindere. Per noi questo rappresenta l'elemento essenziale del territorio».

Sulle vostre future scelte ci sono delle pregiudiziali che riguardano i contenuti?


«Quella di metodo, di sicuro. Dobbiamo partire da elementi chiari di programma: i cosiddetti comitati del “no a tutto e a prescindere” difficilmente può essere per noi un riferimento politico. Perché anche problemi complessi come possono essere gli ultimi sui quali si è discusso nel territorio, penso alla Multiutility, non si possono affrontare con posizioni “populite”. Bisogna fare un ragionamento serio, tenendo presente gli obiettivi finali che, per noi sono due: gli investimenti e la riduzione delle tariffe. Ad esempio, la scelta di distribuire gli utili di Alia, secondo noi era una scelta che non andava fatta. Per noi è essenziale dialogare con chi vuole il governo del territorio in un rapporto diretto con i portatori di interesse: quelli che rappresentano l'economia, la cultura, la società. Il rapporto con le altre forze si baserà su questi elementi. Ecco perché ritengo una fuga in avanti di Cei: il segretario del Partito democratico dà l'impressione che si voglia costruire un'alleanza, e basta, senza aver discusso di contenuti».

E il vostro rapporto con Azione, com'è sul territorio?


«Con Azione ci troviamo d'accordo sul metodo da seguire per definire accordi e alleanze. Anche se siamo due partiti diversi che, però, hanno avuto una comunione di intenti, la vicinanza c'è, come pure una identica veduta del percorso da fare. Poi, magari, l'influenza e i condizionamenti nazionali potrebbero farci fare scelte differenti, ma una veduta d'insieme identica l'abbiamo».

Da diverse settimane si parla di un approccio alquanto concreto tra l'imprenditore Simone Campinoti, vostro iscritto, e i partiti del centrodestra empolese che lo vorrebbero come loro candidato a sindaco.

«Campinoti è iscritto a Italia Viva. Noi dialoghiamo con lui continuamente: c'è un rapporto di stima e di fiducia completa. E siamo a conoscenza di questi contatti che ci sono stati con lui direttamente da parte di esponenti locali del centrodestra. Il fatto che Simone Campinoti venga tirato per la giacchetta, ne dimostra il valore. Ma vale quel che abbiamo detto fino a ora: è necessario che si parta da contenuti, da un'operazione programmatica. E di questo, sono sicuro, Simone Campinoti è d'accordo con il partito al quale è iscritto. Questa vicenda ci porta a pensare che a volte c'è, da parte di tutti, l'interesse di mettere il cappello su Italia Viva. Siamo fermi: aspettiamo il congresso, ma siamo fermi anche su un percorso che, quando verrà fatto, sarà serio e sarà con tutti. O quasi. Con alcuni movimenti, come i Cinquestelle, non credo ci sarà l'esigenza di confrontarsi. E lo sottolineo ancora: il punto di riferimento di base riguarda chi vuole rappresentare la società civile in modo più diretto».
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